martedì 31 dicembre 2013

martedì 31

Esiste un amico che si tiene più stretto di un fratello (Prov. 18:24)



I veri amici non rivelano ad altri le confidenze che vengono fatte loro. Quando qualcuno ci parla dei suoi pensieri e sentimenti più reconditi con la certezza che non diverranno di dominio pubblico, il nostro vincolo di amore si rafforza ulteriormente. Sforziamoci perciò di essere amici fidati, capaci di mantenere il riserbo; in questo modo aiuteremo la congregazione a manifestare uno spirito amorevole e ad essere come una famiglia (Prov. 20:19). Diffondere informazioni riservate su qualcuno è sbagliato e può ferire. Ciò nondimeno, se è stato commesso un grave peccato gli anziani devono esserne messi al corrente, dato che sono scritturalmente tenuti a trattare la cosa (Lev. 5:1). Perciò, se sappiamo che un compagno di fede è scivolato in una condotta errata, dovremmo incoraggiarlo a parlarne con gli anziani e a chiedere il loro aiuto (Giac. 5:13-15). Qualora non lo facesse entro un periodo di tempo ragionevole, sarebbe nostro compito informare gli anziani. w12 15/2 3:7, 15

lunedì 30 dicembre 2013

lunedì 30

Questi stessi subiranno la punizione giudiziaria della distruzione eterna dalla presenza del Signore e dalla gloria della sua forza (2 Tess. 1:9)



La Parola di Dio ci spiega che coloro che verranno giudicati "capri" subiranno lo "stroncamento eterno". La nostra predicazione è un'espressione della misericordia di Dio, visto che dà alle persone la possibilità di cambiare e ricevere la "vita eterna" (Matt. 25:32, 41, 46; Rom. 10:13-15). Se non predicassimo, come farebbero le persone a udire il messaggio che può significare vita? Predicare la buona notizia è di beneficio anche per noi (1 Tim. 4:16). Non riscontriamo che parlare di Geova e della speranza del Regno rafforza la nostra fede e il nostro amore per lui? Non ci ha forse aiutato a coltivare qualità cristiane? Quando esprimiamo la nostra devozione a Dio nel ministero, non ci sentiamo più felici? Molti hanno avuto il privilegio di insegnare la verità ad altri e hanno avuto la gioia di vedere queste persone cambiare con l'aiuto dello spirito di Dio. w12 15/3 1:8, 9

domenica 29 dicembre 2013

domenica 29

La mia istruzione gocciolerà come piogge leggere sull'erba (Deut. 32:2)



L'apostolo Paolo raccomanda ai cristiani di non lasciare il coniuge semplicemente perché non è credente (1 Cor. 7:12-16). Ricordare che il coniuge non credente può sempre abbracciare la vera adorazione può aiutare il cristiano a essere felice pur vivendo in una casa divisa. Tuttavia, quando si cerca di far accettare il messaggio della verità al proprio marito o alla propria moglie è necessaria una certa cautela. Una persona che studia la Bibbia magari vorrebbe che i suoi familiari accettassero il messaggio del Regno immediatamente, mentre la loro reazione potrebbe non essere positiva. Se stiamo conducendo uno studio biblico con una persona il cui coniuge non manifesta alcuna intenzione di abbracciare la vera adorazione, perché non le insegniamo ad affrontare determinate questioni con tatto inscenando regolarmente con lei situazioni della vita quotidiana? Qualche goccia di verità biblica, lì dove serve, spesso è meglio di un diluvio di parole. w12 15/2 4:8, 9

sabato 28 dicembre 2013

sabato 28

Certamente diverrete di fra tutti gli altri popoli la mia speciale proprietà, perché l'intera terra appartiene a me. E voi stessi mi diverrete un regno di sacerdoti e una nazione santa (Eso. 19:5, 6)



Il patto che Geova aveva stipulato con Abraamo includeva la seguente promessa: "Per mezzo del tuo seme tutte le nazioni della terra certamente si benediranno" (Gen. 22:18). Il patto della Legge fu un ulteriore passo verso l'adempimento di questa promessa. Sulla base di questo patto, Israele poté diventare 'di fra tutti gli altri popoli la speciale proprietà' di Geova. A quale scopo? Divenire "un regno di sacerdoti" per Geova. Gli israeliti conoscevano sia la figura del re sia quella del sacerdote. Nell'antichità, però, solo Melchisedec aveva ricoperto contemporaneamente entrambi gli incarichi con l'approvazione di Geova (Gen. 14:18). Geova offriva ora alla nazione d'Israele l'opportunità di produrre "un regno di sacerdoti". Come indicato in seguito dagli scritti ispirati, questo significava avere l'opportunità di provvedere un "regal sacerdozio", ovvero re che sarebbero stati anche sacerdoti (1 Piet. 2:9). w12 15/1 5:5-7

venerdì 27 dicembre 2013

venerdì 27

Dema mi ha abbandonato (2 Tim. 4:10)



Per come è concepito il sistema di Satana, rischiamo di farci assorbire completamente da interessi personali e questioni secondarie (1 Piet. 5:8; 1 Giov. 2:15-17). Alcuni che un tempo davano la precedenza al servizio di Geova hanno perso il senso di urgenza. Anche Dema, un cristiano del I secolo che era stato un 'compagno d'opera' di Paolo, si lasciò distrarre dall'empio sistema di cose. Anziché continuare a dare la precedenza alla necessità di rafforzare i fratelli in tempi di difficoltà, Dema abbandonò Paolo (Filem. 23, 24). Se vogliamo mantenere il senso di urgenza dobbiamo combattere la tentazione di goderci maggiormente ciò che la vita ha da offrire. Dobbiamo operare per 'afferrare fermamente la vera vita' (1 Tim. 6:18, 19). Non c'è alcun dubbio che la vita eterna sulla terra sotto il Regno di Dio offrirà infinite opportunità di svolgere attività interessanti. Ma in questo momento, l'opportunità unica e irripetibile che abbiamo è quella di aiutare altri a sopravvivere ad Armaghedon. w12 15/3 2:11, 12

giovedì 26 dicembre 2013

giovedì 26

Per fede Mosè rifiutò di esser chiamato figlio della figlia di Faraone (Ebr. 11:24)



Mosè fu un esempio di fede e coraggio. Lui e Aaronne, suo fratello, si presentarono più volte davanti al dispotico faraone e annunciarono coraggiosamente le dieci piaghe con cui Geova umiliò gli dèi d'Egitto e liberò il suo popolo (Eso., capp. 7-12). Mosè manifestò fede e coraggio perché, come noi oggi, aveva l'incrollabile sostegno di Dio (Deut. 33:27). Anche noi abbiamo bisogno di un coraggio simile a quello mostrato da Mosè, poiché Gesù disse: "Sarete trascinati per causa mia davanti a governatori e re, in testimonianza a loro e alle nazioni. Comunque, quando vi consegneranno, non siate ansiosi di come parlerete o di ciò che dovrete dire; poiché ciò che dovrete dire vi sarà dato in quell'ora; giacché non sarete voi a parlare, ma lo spirito del Padre vostro parlerà mediante voi" (Matt. 10:18-20). Se dovessimo essere interrogati dalle autorità secolari, lo spirito di Geova ci permetterà di dare testimonianza essendo rispettosi e mostrando fede e coraggio (Luca 12:11, 12). w12 15/2 2:5, 6

mercoledì 25 dicembre 2013

mercoledì 25

Qualunque cosa facciate, fatela con tutta l'anima come a Geova, e non agli uomini (Col. 3:23)



Se vi siete dedicati a Geova o sperate di farlo nel prossimo futuro, lo spirito con cui affrontate le attività quotidiane ha la sua importanza. Siamo cristiani 24 ore al giorno e dobbiamo applicare i princìpi scritturali in ogni aspetto della vita. Le attività quotidiane del cristiano non fanno parte del suo sacro servizio. Eppure l'esortazione di Paolo a fare ogni cosa "con tutta l'anima come a Geova" ci fa riflettere su ogni aspetto della nostra vita. Come possiamo applicare queste parole a noi stessi? Ci comportiamo e ci vestiamo sempre con il giusto decoro? Oppure quando siamo impegnati nelle attività di ogni giorno potremmo sentirci in imbarazzo a dire che siamo testimoni di Geova, vuoi per come ci comportiamo, vuoi per come ci vestiamo? Speriamo proprio di no! I servitori di Geova non vorrebbero fare nulla che possa ripercuotersi negativamente sul nome di Dio (Isa. 43:10; 2 Cor. 6:3, 4, 9). w12 15/1 4:4, 5

martedì 24 dicembre 2013

martedì 24

Continuate a chiedere, e vi sarà dato (Luca 11:9)



Le persone potrebbero deridervi perché continuate a predicare la buona notizia del Regno, ma ricordate: "Se siete biasimati per il nome di Cristo, felici voi, perché lo spirito della gloria, sì, lo spirito di Dio, riposa su di voi" (1 Piet. 4:14). Lo spirito santo è il gratuito dono che Dio dà a coloro che lo chiedono con sincerità. Esso non solo può affinare le vostre capacità ma può anche accrescere il desiderio di fare del vostro meglio nel servizio che rendete al vostro Padre celeste. "Dio è colui che, per amore del suo beneplacito, agisce in voi per produrre in voi il volere e l'agire". Il prezioso dono dello spirito santo e i nostri più sinceri sforzi di 'mantenere una salda presa sulla parola della vita' ci permetteranno di 'continuare a operare la nostra salvezza con timore e tremore' (Filip. 2:12, 13, 16). Nutrendo completa fiducia nello spirito di Dio, quindi, assolvete con tutto il cuore qualsiasi incarico vi venga affidato, divenite abili in ciò che vi viene chiesto di fare e chiedete aiuto a Geova (Giac. 1:5). w11 15/12 4:17-19

lunedì 23 dicembre 2013

lunedì 23

Se queste cose esistono in voi e traboccano, vi impediranno di essere inattivi o infruttuosi (2 Piet. 1:8)



I cristiani scelti in numero limitato da Geova per far parte, insieme a Cristo, del governo del Regno celeste sperimentano "una nuova nascita" come figli di Dio generati dallo spirito. Vengono unti con lo spirito santo perché diventino re e sacerdoti con Cristo (Riv. 20:6). Pietro afferma che questa "nuova nascita" dà loro "una speranza viva", che definisce "un'eredità incorruttibile e incontaminata e durevole". Non c'è da stupirsi che gli unti si rallegrino nella loro speranza viva (1 Piet. 1:3-6). La realizzazione di tale speranza, comunque, dipende dalla loro fedeltà. Pietro esortò i cristiani unti a 'fare tutto il possibile per rendere sicura la loro chiamata ed elezione' (2 Piet. 1:10). Gli unti devono impegnarsi per coltivare qualità come fede, santa devozione, affetto fraterno e amore. w12 15/3 3:4, 5

domenica 22 dicembre 2013

domenica 22

Vigilate con me (Matt. 26:38)



Gesù vuole che siamo vigilanti a motivo delle cose che sappiamo e di quelle che non sappiamo. Quando visse come uomo sulla terra, Gesù non conosceva il futuro nei minimi particolari; infatti riconobbe umilmente: "In quanto a quel giorno e a quell'ora nessuno sa, né gli angeli dei cieli né il Figlio, ma solo il Padre" (Matt. 24:36). Allora Gesù, "il Figlio", non sapeva esattamente quando sarebbe venuta la fine di questo mondo malvagio. Che dire di noi oggi? La nostra conoscenza del futuro è limitata? Senza dubbio! Non sappiamo esattamente quando Geova dirà a suo Figlio di porre fine a questo sistema di cose malvagio. Se lo sapessimo non avremmo bisogno di essere vigilanti, ma, come spiegò Gesù, la fine verrà all'improvviso e in modo inaspettato, ed è quindi necessario continuare a essere vigilanti (Matt. 24:43). E, grazie a Gesù, conosciamo molti particolari inerenti al Regno di Dio e a ciò che il Regno realizzerà nel prossimo futuro. w12 15/2 1:3-5

sabato 21 dicembre 2013

sabato 21

La Legge ha un'ombra delle buone cose avvenire (Ebr. 10:1)



Gli antichi ebrei si rendevano senz'altro conto che molti aspetti della Legge mosaica sottolineavano la loro condizione peccaminosa. Per esempio, chi toccava un cadavere doveva sottoporsi alla purificazione. A tal fine veniva uccisa e bruciata una vacca rossa, sana, le cui ceneri venivano conservate per preparare "l'acqua di purificazione" da spruzzare sulla persona il terzo e il settimo giorno da quando era diventata impura (Num. 19:1-13). Inoltre, per ricordare che con la riproduzione si trasmettevano imperfezione e peccato, la donna che partoriva doveva osservare un periodo di impurità, dopo di che doveva offrire un sacrificio per l'espiazione (Lev. 12:1-8). L'offerta di sacrifici animali per espiare i peccati era prevista in molte altre circostanze della vita quotidiana. Che gli israeliti se ne rendessero conto o meno, questi sacrifici, e successivamente i sacrifici offerti presso il tempio di Geova, erano "un'ombra" del sacrificio perfetto di Gesù (Ebr. 10:1-10). w12 15/1 3:4, 5

venerdì 20 dicembre 2013

venerdì 20

Geova tuo Dio è con te dovunque tu vada (Gios. 1:9)



Qualche tempo dopo l'Esodo, gli amalechiti sferrarono un attacco ingiustificato contro il popolo di Dio. Pur essendo assolutamente impreparati a combattere, gli israeliti, che ora erano un popolo libero, dovettero impegnarsi nel loro primo scontro militare (Eso. 13:17; 17:8). Geova ordinò che a comandare le forze che avrebbero sconfitto il nemico fosse Giosuè. Grazie alla completa ubbidienza di Giosuè e al suo profondo apprezzamento per la guida dello spirito santo di Dio, Israele ne uscì vittorioso (Eso. 17:9-13). Giosuè, "pieno dello spirito di sapienza", succedette poi a Mosè (Deut. 34:9). Lo spirito santo non gli diede la capacità di profetizzare o di compiere miracoli come nel caso di Mosè, ma lo mise in condizione di guidare Israele nella campagna militare che portò alla conquista di Canaan. Oggi potremmo pensare di non avere l'esperienza o le doti richieste per svolgere certi compiti connessi al sacro servizio. Ciò nonostante possiamo farcela se, come Giosuè, ci atteniamo strettamente alle istruzioni divine (Gios. 1:7-9). w11 15/12 3:9-11

giovedì 19 dicembre 2013

giovedì 19

Di sicuro ti celebrerò nella grande congregazione (Sal. 35:18)



Il salmista non si trattenne dal lodare Geova mentre era con i suoi compagni di fede. Ogni settimana le adunanze di congregazione, tra cui proprio lo studio Torre di Guardia, ci danno la possibilità di manifestare il nostro zelo ed esprimere la nostra fede con i commenti che facciamo. Faremmo bene a chiederci: "Partecipo attivamente alle adunanze? Mi preparo bene e faccio commenti significativi? In qualità di capofamiglia, aiuto i miei figli a prepararsi dei commenti in anticipo e a esprimersi a parole proprie?" Il salmista Davide mise in relazione l'avere un cuore saldo con il cantare a Geova (Sal. 57:7). I cantici che usiamo alle adunanze ci permettono di 'cantare e innalzare melodie' a Geova con cuore saldo. Facciamo nostra la determinazione del salmista che scrisse: "Certamente canterò a Geova per tutta la mia vita; certamente innalzerò melodie al mio Dio finché sarò" (Sal. 104:33). w12 15/2 3:3, 4

mercoledì 18 dicembre 2013

mercoledì 18

Nessuno che abbia messo mano all'aratro e guardi alle cose che sono dietro è adatto per il regno di Dio (Luca 9:62)



Così rispose Gesù a un uomo che gli aveva chiesto il permesso di salutare la famiglia prima di diventare suo discepolo. Fu forse insensibile o irragionevole rispondendo in questo modo? No, perché sapeva che la richiesta dell'uomo era solo una scusa per sottrarsi alle proprie responsabilità. Gesù disse che procrastinare in questo modo significava 'guardare alle cose che sono dietro'. Fa differenza se chi sta arando guarda indietro per un attimo o se mette giù l'aratro e si gira? In entrambi i casi si distrae e rischia di fare male il suo lavoro. Invece di rivolgere la nostra attenzione al passato, dobbiamo concentrare lo sguardo su ciò che deve ancora venire. Si noti come questo è chiaramente espresso in Proverbi 4:25 (CEI): "I tuoi occhi guardino sempre in avanti e le tue pupille mirino diritto davanti a te". w12 15/3 4:3, 4

martedì 17 dicembre 2013

martedì 17

Cercammo di andare in Macedonia, traendo la conclusione che Dio ci aveva chiamati a dichiarare loro la buona notizia (Atti 16:10)



Forse da qualche tempo pensiamo di intraprendere il servizio di pioniere o di trasferirci dove c'è maggior bisogno. Molto probabilmente Gesù ci guiderà tramite lo spirito di Dio solo dopo che avremo fatto dei passi concreti per raggiungere la nostra meta. Facciamo un esempio: chi guida una macchina può dirigerla a destra o a sinistra, ma solo se l'auto è in movimento. Analogamente, se desideriamo ampliare il nostro ministero Gesù può guidarci, ma solo se siamo in movimento, cioè se ci stiamo impegnando per raggiungere la nostra meta. E se i nostri sforzi non portano subito frutto? Dovremmo arrenderci e pensare che lo spirito di Dio non ci stia guidando? Non dimentichiamo che anche Paolo incontrò degli ostacoli. Eppure continuò a cercare e a bussare finché non gli si aprì una porta. Allo stesso modo, perseverando nel cercare "una grande porta che conduce ad attività" anche noi potremo essere ricompensati (1 Cor. 16:9). w12 15/1 2:4, 8, 9

lunedì 16 dicembre 2013

lunedì 16

Lo so, Signore: l'uomo non è padrone della sua via, chi cammina non è in grado di dirigere i suoi passi (Ger. 10:23, CEI)



Non sarebbe azzardato per chi è inesperto incamminarsi da solo in una regione selvaggia e inesplorata, senza bussola e senza una guida che conosce quei luoghi? Non sapendo come sopravvivere in questo ambiente inospitale e non avendo la competenza per arrivare sano e salvo a destinazione metterebbe a repentaglio la sua vita. Allo stesso modo, chi pensa di riuscire a dirigere i propri passi in questo mondo malvagio senza lasciare che sia Dio a indicargli la retta via corre seri pericoli. L'unica possibilità di riuscire ad attraversare questo sistema di cose è quella di fare a Geova la stessa richiesta che fece Davide: "I miei passi prendano i tuoi sentieri battuti, in cui i passi dei miei piedi certamente non si faranno vacillare" (Sal. 17:5; 23:3). w11 15/12 2:7, 8

domenica 15 dicembre 2013

domenica 15

Predica la parola, datti ad essa con urgenza in tempo favorevole, in tempo difficoltoso, riprendi, rimprovera, esorta, con ogni longanimità e arte di insegnare (2 Tim. 4:2)



L'invito a predicare con urgenza non ha lo scopo di farci sentire schiacciati dalla responsabilità che il nostro ministero comporta. Nondimeno, l'opera di predicazione dovrebbe avere la priorità nella nostra vita. L'esempio degli Studenti Biblici, che prima del 1914 iniziarono a predicare la buona notizia, dimostra cosa significa agire con senso di urgenza. Pur essendo solo poche migliaia, compresero l'urgenza dei tempi e intrapresero con entusiasmo l'opera di predicazione del Regno. Pubblicavano i loro sermoni su centinaia di giornali e presentavano un programma di filmati e diapositive a colori chiamato "Fotodramma della Creazione". Fu così che la buona notizia raggiunse milioni di persone. Se non avessero avuto il senso di urgenza, quanti di noi avrebbero udito il messaggio del Regno? (Sal. 119:60). w12 15/3 2:9, 10

sabato 14 dicembre 2013

sabato 14

Devo dichiarare la buona notizia del regno (Luca 4:43)



Gesù era forse così preso dalla sua opera da sembrare un fanatico o un asceta? Era così impegnato nel ministero da non curarsi dei bisogni pratici delle famiglie? No, Gesù diede un perfetto esempio di equilibrio. Amava la vita e gli piaceva la compagnia degli amici. Le famiglie gli stavano a cuore, mostrò profonda empatia per i loro bisogni e problemi, e manifestò liberamente affetto ai bambini (Mar. 10:13-16). Mentre cerchiamo di essere vigilanti a imitazione di Gesù, non permettiamo che questo mondo ci distolga dall'opera che compiamo. Perfino amici e parenti benintenzionati potrebbero esortarci a rallentare nel ministero o a vivere quella che considerano una vita normale. Se imitiamo Gesù, però, consideriamo il ministero alla stregua del cibo (Giov. 4:34). L'opera che compiamo ci nutre spiritualmente e ci fa provare grande gioia. Comunque non vogliamo mai essere estremisti, considerandoci superiori agli altri o assumendo atteggiamenti da asceta. Seguendo l'esempio di Gesù, vogliamo essere servitori gioiosi ed equilibrati del "felice Dio" (1 Tim. 1:11). w12 15/2 1:11-13

venerdì 13 dicembre 2013

venerdì 13

Lasciate che entrambi crescano insieme fino alla mietitura (Matt. 13:30)



In una parabola, Gesù indicò che a partire dal I secolo ci sarebbe sempre stato qualche vero cristiano unto sulla terra. Paragonò questi cristiani a "grano" che sarebbe cresciuto insieme a "zizzanie". Naturalmente non possiamo sapere con certezza chi fossero, ma possiamo affermare che ci sono sempre state persone che hanno coraggiosamente difeso la Parola di Dio e smascherato gli insegnamenti non scritturali delle chiese. Ad esempio, l'arcivescovo Agobardo di Lione (779-840) si espresse contro il culto delle immagini, le chiese dedicate ai santi nonché le liturgie e le pratiche antiscritturali della Chiesa. Il vescovo Claudio di Torino, suo contemporaneo, respinse la tradizione della Chiesa e si oppose alle preghiere rivolte ai santi e alla venerazione delle reliquie. Nell'XI secolo l'arcidiacono Berengario di Tours subì una scomunica per aver rifiutato la dottrina cattolica della transustanziazione. Sostenne inoltre la superiorità della Bibbia sulla tradizione della Chiesa. w12 15/1 1:14, 15

giovedì 12 dicembre 2013

giovedì 12

La legge di quello spirito che dà vita ti ha reso libero (Rom. 8:2)



Qui la parola "legge" non si riferisce a determinate norme, come quelle della Legge mosaica. Un'opera di consultazione afferma: "Il termine greco reso legge qui si riferisce a un principio interiore, buono o cattivo, che determina l'agire e opera con la regolarità di una legge. Il termine indica anche una norma di vita". La Legge, con i suoi molti comandamenti, condannava i peccatori. Inoltre i sommi sacerdoti di Israele che prestavano servizio sotto la Legge erano imperfetti e non erano in grado di offrire un adeguato sacrificio per il peccato. Perciò la Legge era "debole a causa della carne". Ma "mandando il suo proprio Figlio nella somiglianza della carne peccaminosa" e offrendolo come riscatto Dio sormontò l'"impossibilità da parte della Legge". Conseguentemente i cristiani unti sono considerati giusti sulla base della loro fede nel sacrificio di riscatto di Gesù. Sono esortati a 'non camminare secondo la carne, ma secondo lo spirito' (Rom. 8:3, 4). w11 15/11 2:8, 9

mercoledì 11 dicembre 2013

mercoledì 11

Il suo cuore non fu completo presso Geova (1 Re 11:4)



Siamo disposti a trarre delle lezioni dall'esempio negativo di Salomone? (1 Re 11:1-6). Una sorella potrebbe addurre varie scuse per giustificare un legame sentimentale che non tiene conto del comando di Dio di sposarsi "solo nel Signore" (1 Cor. 7:39). Adducendo scuse simili, qualcuno potrebbe entrare in un giro di attività sportive o d'altro genere organizzate in ambito scolastico ma al di fuori delle ore di lezione, oppure potrebbe non dichiarare l'intero reddito o dire cose non vere quando gli vengono fatte domande su azioni che ha compiuto e che potrebbero essere imbarazzanti. Il punto è che Salomone deve aver usato ragionamenti imperfetti per eludere i comandi di Dio, e noi corriamo lo stesso pericolo. Salomone aveva ignorato le istruzioni divine, eppure non risulta che Geova lo abbia rigettato immediatamente come re o disciplinato in modo energico. La Bibbia afferma perfino che Dio esaudì la richiesta di Salomone di avere sapienza e in più gli diede ricchezze (1 Re 3:10-13). Questo è in armonia col fatto che Dio si rende conto che siamo imperfetti, fatti di polvere (Sal. 103:10, 13, 14). Non dimentichiamo però che le nostre azioni possono avere conseguenze immediate o anche in futuro. w11 15/12 1:10, 14, 15

martedì 10 dicembre 2013

martedì 10

Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra e soggiogatela (Gen. 1:28)



Quel proposito dichiarato fu forse reso vano dalla ribellione nel giardino di Eden? Niente affatto! Geova si adattò immediatamente alla nuova situazione scegliendo un "percorso" alternativo per realizzare il suo proposito. Predisse la comparsa di un "seme" che avrebbe cancellato i danni causati dai ribelli (Gen. 3:15; Ebr. 2:14-17; 1 Giov. 3:8). La capacità di Geova di adattarsi a nuove circostanze mentre porta a compimento il suo proposito è in armonia con la descrizione che in un'occasione egli fece di se stesso. Quando Mosè fece presenti dei possibili ostacoli riguardo al compito che Geova gli aveva affidato, questi lo rassicurò dicendo: "'Io mostrerò d'essere ciò che mostrerò d'essere'. E aggiunse: 'Devi dire questo ai figli d'Israele: "Io mostrerò d'essere mi ha mandato a voi"'" (Eso. 3:14). Geova è in grado di diventare qualunque cosa sia necessaria per realizzare pienamente il suo proposito. w11 15/5 4:6, 7

lunedì 9 dicembre 2013

lunedì 9

Pensate in modo da avere una mente sana (Rom. 12:3)



Parlando di un anziano, un fratello ha detto: "È esigente con se stesso, ma non si aspetta mai la perfezione dagli altri". Si può dire altrettanto di voi? Nei limiti di ciò che è ragionevole, è appropriato aspettarsi qualcosa dagli altri. Per esempio, i figli reagiscono bene quando i genitori pongono dinanzi a loro mete ragionevoli e li aiutano a raggiungerle. In modo analogo gli anziani possono incoraggiare i componenti della congregazione a crescere spiritualmente e dare loro suggerimenti specifici su come farlo. Inoltre, se un anziano ha un concetto equilibrato di sé, avrà un modo di fare cordiale e incoraggiante. Una sorella ha detto: "Non voglio un anziano che la butti sempre sul ridere. Ma se è sempre serio, non è facile avvicinarlo". Gli anziani non vogliono certo soffocare la gioia che tutti i credenti dovrebbero provare nell'adorare Geova, il "felice Dio" (1 Tim. 1:11). w11 15/4 1:10

domenica 8 dicembre 2013

domenica 8

Annunciarono la parola di Geova a lui e a tutti quelli della sua casa (Atti 16:32)



Ovviamente tutti noi vorremmo aiutare i nostri parenti ad accettare la buona notizia (Gios. 2:13; Atti 10:24, 48; 16:31). Se però i nostri tentativi iniziali non vengono accolti positivamente, il nostro entusiasmo potrebbe affievolirsi, e alla fine potremmo pensare che non ci sia molto che possiamo dire o fare per indurli a rivedere le loro posizioni. Nondimeno, qualche circostanza inattesa potrebbe cambiare la vita al nostro parente, o quanto meno il suo atteggiamento. O forse nel frattempo abbiamo affinato la nostra capacità di spiegare gli insegnamenti biblici, per cui ora potremmo ottenere un risultato diverso. Dobbiamo stare attenti a non urtare i sentimenti dei nostri parenti (Rom. 2:4). Non c'è motivo di negare loro la gentilezza e il rispetto che mostriamo a chi incontriamo nell'opera di predicazione. Anziché fare continuamente la predica, diamo loro la possibilità di osservare l'effetto positivo che la verità ha avuto su di noi (Efes. 4:23, 24). Mostriamo come Geova ha arricchito la nostra vita, 'insegnandoci per il nostro beneficio' (Isa. 48:17). Facciamo in modo che i parenti vedano in noi un esempio di vita cristiana. w12 15/3 1:19, 20

sabato 7 dicembre 2013

sabato 7

Dio lo unse con spirito santo e potenza (Atti 10:38)



Con questa unzione Gesù venne nominato Sommo Sacerdote e futuro Re di tutti gli esseri umani che credono in lui (Ebr. 1:8, 9; 5:5, 6). Per coprire completamente il peccato ereditato di coloro che credono in lui, quale sacrificio poteva offrire Gesù in qualità di Sommo Sacerdote? La sua vita umana perfetta, come indicò quando istituì la Commemorazione della sua morte (Ebr. 9:11, 12). Dal battesimo nel 29 fino alla morte, Gesù, il Sommo Sacerdote, si sottopose a prove che gli servirono da addestramento (Ebr. 4:15; 5:7-10). Una volta risuscitato, ascese al cielo e presentò il valore del suo sacrificio a Geova stesso (Ebr. 9:24). Da allora in poi Gesù poté intercedere presso Geova a favore di coloro che esercitano fede nel suo sacrificio e aiutarli a servire Dio con la prospettiva della vita eterna (Ebr. 7:25). Il suo sacrificio servì inoltre a convalidare il nuovo patto (Ebr. 8:6; 9:15). w12 15/1 5:11, 12

venerdì 6 dicembre 2013

venerdì 6

Raab prese i due uomini e li nascose (Gios. 2:4)



Nel corso dei secoli molte donne si sono schierate coraggiosamente dalla parte di Geova. Per esempio, Raab, una prostituta di Gerico, esercitò fede in Dio nascondendo coraggiosamente le due spie mandate da Giosuè e poi dando informazioni fuorvianti agli uomini inviati dal re della città per catturare le spie. Lei e la sua famiglia furono salvate quando gli israeliti conquistarono Gerico (Gios. 2:1-6; 6:22, 23). Il re cananeo Iabin opprimeva gli israeliti da 20 anni quando Dio inviò la profetessa Debora perché incoraggiasse all'azione il giudice Barac. Sconfitto, il capo dell'esercito di Iabin, Sisera, cercò riparo nella tenda di Iael ma, mentre dormiva, lei lo uccise. Proprio come Debora aveva predetto a Barac, "la bellezza" di questa vittoria andò a Iael, una donna. Grazie al coraggio di Debora, Barac e Iael, Israele "non ebbe più disturbo per quarant'anni" (Giud. 4:1-9, 14-22; 5:20, 21, 31). Molti uomini e donne devoti hanno manifestato una fede e un coraggio simili. w12 15/2 2:8, 9

giovedì 5 dicembre 2013

giovedì 5

Non sopporteranno il sano insegnamento (2 Tim. 4:3)



L'apostolo Paolo predisse che dopo la morte degli apostoli la fede cristiana sarebbe stata contaminata da falsi insegnamenti (2 Tess. 2:3, 7). Tra coloro che non avrebbero sopportato "il sano insegnamento" ci sarebbero stati alcuni fratelli che ricoprivano incarichi di responsabilità. Paolo avvertì gli anziani del suo tempo: "Fra voi stessi sorgeranno uomini che diranno cose storte per trarsi dietro i discepoli" (Atti 20:30). Un'opera di consultazione spiega quale fu uno dei motivi principali alla base di questi ragionamenti distorti: "I cristiani che avevano una certa dimestichezza con la filosofia greca cominciarono a sentire il bisogno di esprimere la loro fede nei suoi termini, sia per propria soddisfazione intellettuale che per convertire i pagani istruiti" (The New Encyclopædia Britannica). Un'importante dottrina che fu stravolta in senso pagano fu quella relativa all'identità di Gesù Cristo. La Bibbia lo chiama Figlio di Dio, mentre i fautori della filosofia greca sostenevano che egli fosse Dio. w12 15/1 1:9

mercoledì 4 dicembre 2013

mercoledì 4

È un mezzo di grande guadagno, questa santa devozione con autosufficienza (1 Tim. 6:6)



Questa mentalità è in netto contrasto con quella delle persone del mondo d'oggi. Per esempio, quando i giovani si sposano di solito si aspettano di avere tutto e subito: una casa arredata a puntino, una bella macchina e apparecchi elettronici di nuova generazione. I cristiani, invece, poiché vivono come residenti temporanei, non lasciano che i loro desideri vadano al di là di ciò che è ragionevole e alla loro portata. Anzi, è lodevole che molti di loro rinuncino a certi comfort per dedicare più tempo ed energie al servizio di Geova come zelanti proclamatori del Regno. Altri prestano servizio in qualità di pionieri, ministri viaggianti, missionari o alla Betel. Se siamo contenti di vivere come residenti temporanei in questo mondo possiamo mantenere l'occhio "semplice", o "a fuoco" sul Regno di Dio, mettendo i suoi interessi al primo posto nella nostra vita (Matt. 6:22, nt.). w11 15/11 3:13, 14

martedì 3 dicembre 2013

martedì 3

Tutti quelli che hanno peccato sotto la legge saranno giudicati mediante la legge (Rom. 2:12)



Paolo fa notare che persone delle nazioni o di gruppi etnici che non conoscono il codice di leggi dato a Israele spesso "fanno per natura le cose della legge". Perché costoro di solito condannano incesto, omicidio e furto? Paolo ne spiega la ragione: hanno una coscienza (Rom. 2:14, 15). Tuttavia, come avrete probabilmente notato, avere una coscienza che agisce da "testimone" interiore non significa necessariamente seguirne la guida. Questo è dimostrato dall'esempio dell'antico Israele. Benché gli israeliti avessero sia il dono divino della coscienza sia leggi specifiche emanate da Dio contro il furto e l'adulterio, spesso violavano sia la loro coscienza che la Legge di Geova (Rom. 2:21-23). Erano doppiamente colpevoli e quindi erano senza dubbio peccatori, in quanto venivano meno alle norme e alla volontà di Dio. Questo comprometteva gravemente la loro relazione con il Creatore (Lev. 19:11; 20:10; Rom. 3:20). w11 15/6 1:15, 16

lunedì 2 dicembre 2013

lunedì 2

Le mogli siano sottomesse ai loro mariti (Efes. 5:22)



La moglie esemplare si adopera per il bene della famiglia (Prov. 14:1). A differenza della donna stolta, che non rispetta il principio dell'autorità, la donna saggia ha profondo rispetto per questa disposizione. Lungi dal manifestare lo spirito di disubbidienza e indipendenza tipico del mondo, è sottomessa al marito (Efes. 2:2). La moglie stolta non esita a parlare male del marito, mentre la donna saggia cerca di accrescere il rispetto che i figli e altri hanno per lui. La moglie saggia sta attenta a non minare l'autorità del marito criticandolo o polemizzando con lui. Un'altra questione importante è la gestione del denaro. La donna stolta tende a sperperare il denaro della famiglia, guadagnato con fatica. La brava moglie coopera con il marito nelle questioni finanziarie. Agisce con accortezza e parsimonia. Non pretende che il marito faccia straordinari al lavoro. w11 15/5 1:10, 11

domenica 1 dicembre 2013

domenica 1

Supplica le donne anziane come madri, le giovani come sorelle (1 Tim. 5:1, 2)



Il rispetto che Giobbe aveva per le donne, e in particolar modo per sua moglie, è degno di essere imitato. Giobbe faceva uno sforzo cosciente per evitare di guardare altre donne in modo passionale (Giob. 31:1). Se ci comportiamo con serietà verso i nostri fratelli e le nostre sorelle non flirteremo con loro né faremo alcuna cosa che li farebbe sentire a disagio in nostra presenza. Rispettare la dignità altrui è particolarmente importante quando due persone coltivano una relazione sentimentale con l'intenzione di sposarsi. Un cristiano serio non scherzerebbe mai con i sentimenti altrui (Prov. 12:22). Dobbiamo anche stare attenti a considerare con serietà i ruoli che Dio ci ha assegnato nella famiglia. Il mondo dello spettacolo si diverte a ridurre il capofamiglia a un semplice zimbello a cui si può mancare di rispetto. Le Scritture invece affidano al marito una grande responsabilità, assegnandogli il ruolo di "capo della moglie" (Efes. 5:23; 1 Cor. 11:3). w11 15/4 1:15, 16

sabato 30 novembre 2013

sabato 30

Voi, mariti, continuate a dimorare in maniera simile con loro secondo conoscenza, assegnando loro onore come a un vaso più debole, il femminile (1 Piet. 3:7)



L'apostolo Pietro dà alle mogli cristiane che vivono in famiglie divise sul piano religioso il seguente consiglio ispirato: "Siate sottomesse ai vostri mariti, affinché, se alcuni non sono ubbidienti alla parola, siano guadagnati senza parola dalla condotta delle loro mogli, essendo stati testimoni oculari della vostra condotta casta insieme a profondo rispetto" (1 Piet. 3:1, 2). Una moglie può aiutare il marito a diventare un adoratore di Geova essendogli sottomessa e mostrandogli profondo rispetto, anche quando lui è aspro nei suoi confronti. Analogamente, un marito cristiano dovrebbe comportarsi secondo i princìpi stabiliti da Dio e assolvere il suo ruolo di capofamiglia in maniera amorevole, a prescindere dall'opposizione che potrebbe subire dalla moglie (1 Piet. 3:8, 9). w12 15/2 4:10

venerdì 29 novembre 2013

venerdì 29

Quantunque facciate molte preghiere, non ascolto; le vostre medesime mani son divenute piene di spargimento di sangue. Lavatevi; purificatevi; togliete la malizia delle vostre azioni d'innanzi ai miei occhi; cessate di fare il male (Isa. 1:15, 16)



Geova non gradiva affatto i sacrifici offerti da peccatori impenitenti, ma accettava le preghiere e le offerte di coloro che si sforzavano sinceramente di vivere in armonia con i suoi comandi. Dall'ossatura della Legge questi ultimi imparavano che erano peccatori e avevano bisogno del perdono (Gal. 3:19). Giustamente, questa consapevolezza produceva in loro un cuore contrito. Similmente, oggi dobbiamo riconoscere di aver bisogno del sacrificio di Cristo, il mezzo che è davvero in grado di espiare i peccati. Se comprendiamo e apprezziamo questa verità, allora Geova si 'diletterà' di tutto ciò che gli offriamo quali suoi servitori dedicati (Sal. 51:17, 19). w12 15/1 3:15, 16

giovedì 28 novembre 2013

giovedì 28

Non dire: "Come mai i giorni passati erano migliori di questi?" (Eccl. 7:10, La Nuova Diodati)



Abbiamo una visione distorta del passato? Ricordiamo che la nostra memoria non è sempre affidabile. Potremmo inconsapevolmente minimizzare i problemi che avevamo e al tempo stesso esagerare i fatti positivi, come se all'epoca le cose andassero molto meglio di come in realtà andavano. Questi ricordi distorti possono farci rimpiangere i bei vecchi tempi. Perché questo atteggiamento è così pericoloso? Consideriamo ciò che accadde agli israeliti dei giorni di Mosè mentre si trovavano in Egitto. Gli egiziani "posero [...] su di loro capi di lavori forzati allo scopo di opprimerli con i loro pesi" (Eso. 1:11; 3:7). Incredibilmente, però, poco dopo la sua miracolosa liberazione il popolo cominciò a mormorare (Num. 11:5, 6). Il loro punto di vista non era più obiettivo, tanto che desideravano addirittura ritornare nel paese in cui erano stati schiavi (Num. 14:2-4). w12 15/3 4:6, 7, 9

mercoledì 27 novembre 2013

mercoledì 27

Fate il bene, siate generosi, pronti a condividere (1 Tim. 6:18)



Paolo stava raccomandando ai compagni di fede di coltivare uno spirito generoso. Questo si può fare anche in tempi economicamente difficili come i nostri. Un ottimo modo di promuovere la generosità, ad esempio, è quello di mettere a disposizione la nostra automobile per il ministero di campo e per accompagnare alle adunanze chi ne ha bisogno. Che dire di coloro che beneficiano di questi gesti di amorevole benignità? Possono incoraggiare uno spirito positivo nella congregazione mostrando gratitudine e magari contribuendo come possono per coprire il costo del carburante, che aumenta sempre più. Un altro modo per far sentire i fratelli apprezzati e amati è quello di trascorrere del tempo con loro. Quando facciamo ciò che è bene "verso quelli che hanno relazione con noi nella fede" e siamo disposti a dedicare loro tempo e risorse, non solo accresciamo il nostro amore nei loro confronti ma contribuiamo anche a creare uno spirito caloroso e positivo nella congregazione (Gal. 6:10). w12 15/2 3:6

martedì 26 novembre 2013

martedì 26

La Legge è divenuta il nostro tutore che conduce a Cristo (Gal. 3:24)



Nel I secolo Geova rivelò al suo popolo che il sacrificio di riscatto di Gesù aveva abolito la Legge mosaica (Col. 2:13, 14). Tutti i sacrifici che gli ebrei avevano offerto per secoli non erano più necessari e non avevano più alcun valore. La Legge aveva adempiuto la propria funzione di "tutore che conduce a Cristo". Questo non significa che il tema sacrifici non rivesta alcun interesse per i cristiani. Al contrario, l'apostolo Pietro parlò del bisogno di "offrire sacrifici spirituali accettevoli a Dio per mezzo di Gesù Cristo" (1 Piet. 2:5). Inoltre l'apostolo Paolo aveva spiegato in precedenza che l'intera vita del cristiano può considerarsi legittimamente un "sacrificio" (Rom. 12:1). Il cristiano, quindi, offre a Geova sacrifici donandogli certe cose o rinunciando per amore suo ad altre. In ogni caso i nostri sacrifici devono essere graditi a Geova. w12 15/1 4:1-3

domenica 24 novembre 2013

domenica 24

Quale sarà il segno della tua presenza e del termine del sistema di cose? (Matt. 24:3)

Gesù considerò i suoi discepoli amici, non subordinati. Stava in loro compagnia, si fidava di loro e 'faceva conoscere loro tutte le cose che aveva udito dal Padre' (Giov. 15:15). Immaginate come saranno stati emozionati i discepoli quando Gesù rispose alla loro domanda circa la fine di questo sistema di cose. Gesù esprimeva loro ciò che pensava e quali erano i sentimenti che provava. Oggi gli anziani cristiani, imitando Gesù, desiderano essere amici dei fratelli e aiutarli. Coltivano una calorosa e stretta relazione con loro interessandosi di loro e dedicando loro del tempo. Si fidano dei fratelli e condividono con loro le verità scritturali che hanno imparato. Un anziano non avrà mai un atteggiamento di superiorità verso un servitore di ministero più giovane. Al contrario, lo considererà un uomo spirituale dalle buone potenzialità che svolge un prezioso servizio a favore della congregazione. w11 15/11 5:4, 5

sabato 23

Da parte mia, ho premura di dichiarare la buona notizia anche a voi (Rom. 1:15)

Un chirurgo coscienzioso sa che deve svolgere il suo lavoro con la massima attenzione, dato che ne va della vita dei suoi pazienti. Nel ministero cristiano possiamo dimostrare senso di urgenza concentrandoci sull'opera che svolgiamo, per esempio pensando ad argomenti, domande o informazioni che possano suscitare l'interesse delle persone che incontriamo. Il senso di urgenza potrebbe anche indurci a organizzare il nostro tempo in modo tale da visitare le persone quando sono più disposte a riceverci (1 Tim. 4:16). Agire con senso di urgenza comporta anche stabilire delle priorità (Gen. 19:15). Immaginate per esempio che il vostro medico, dopo aver valutato il referto di un vostro esame, vi dica in tono serio: "Guardi, la situazione è preoccupante. Deve iniziare la terapia entro un mese al massimo". Probabilmente non uscireste dallo studio medico correndo come se foste un vigile del fuoco in una situazione di emergenza. Ma di sicuro ascoltereste le sue raccomandazioni e, una volta tornati a casa, riflettereste seriamente su quello che deve essere fatto più urgentemente. w12 15/3 2:7, 8

venerdì 22

Mosè era di gran lunga il più mansueto di tutti gli uomini che erano sulla superficie del suolo (Num. 12:3)

Nella Bibbia non si legge che Mosè mettesse ripetutamente in discussione il modo di agire di Geova o si irritasse perché doveva seguire le procedure stabilite da Geova. Prendiamo le istruzioni che ricevette per la costruzione del tabernacolo: erano così dettagliate che includevano, ad esempio, il colore del filo e il numero dei lacci da usare nella realizzazione dei teli di tenda (Eso. 26:1-6). Ma quando Geova fornisce molti dettagli ha buoni motivi per farlo. Ad ogni modo, notate che Mosè non si irritò con Geova per quelle istruzioni così specifiche; non pensò che Geova lo stesse umiliando o che stesse soffocando la sua creatività e libertà. Si assicurò invece che gli israeliti 'facessero proprio così' come Geova aveva detto (Eso. 39:32). Che grande umiltà! Mosè riconobbe che l'opera era di Geova e lui era semplicemente uno strumento nelle sue mani. w11 15/9 5:13

giovedì 21

Sii coraggioso e molto forte, poiché Geova tuo Dio è con te (Gios. 1:7-9)

La persona coraggiosa è forte, valorosa, intrepida. Una certa dose di coraggio, comunque, è necessaria anche semplicemente per comportarsi in modo giusto nella vita quotidiana. Alcuni personaggi di cui parla la Bibbia furono intrepidi in circostanze estremamente difficili. Per esempio, ci voleva coraggio per essere un testimone di Geova in mezzo alle persone malvage che vivevano sulla terra prima del diluvio dei giorni di Noè. Eppure Enoc, "il settimo uomo nella discendenza da Adamo", annunciò coraggiosamente questo messaggio profetico: "Ecco, Geova è venuto con le sue sante miriadi, per eseguir giudizio contro tutti, e per convincere tutti gli empi di tutte le loro empie opere che hanno empiamente fatto e di tutte le cose offensive che gli empi peccatori hanno detto contro di lui" (Giuda 14, 15). Enoc parlò come se quelle cose fossero già avvenute, perché la profezia si sarebbe sicuramente adempiuta. Difatti gli esseri umani empi morirono in un diluvio universale. w12 15/2 2:1-3

mercoledì 20

Gesù è divenuto garante di un patto migliore (Ebr. 7:22)

Nella lettera agli Ebrei Paolo spiega che il tabernacolo era solo "un'ombra delle cose celesti" e che Gesù era diventato il Mediatore di "un patto migliore" rispetto a quello di cui era stato mediatore Mosè (Ebr. 8:1-5). Queste spiegazioni della Legge si rivelarono inestimabili per i cristiani del tempo di Paolo, e lo sono tuttora. Ci aiutano a capire più pienamente il valore di ciò che Dio ci ha provveduto. Scrivendo ai romani, Paolo fece alcune considerazioni rivolte ai componenti della congregazione che erano di origine ebraica e che erano stati istruiti nella Legge mosaica. Riconobbe che quei cristiani avevano il vantaggio di possedere "l'ossatura della conoscenza e della verità" riguardo a Geova e ai suoi giusti princìpi. La comprensione dell''ossatura della verità' e il sincero rispetto per essa permetteva ai cristiani ebrei di guidare, istruire e illuminare chi non conosceva la Legge (Rom. 2:17-20). w12 15/1 3:1, 2

martedì 19

L'altare di rame che aveva fatto Bezalel era stato messo davanti al tabernacolo di Geova (2 Cron. 1:5)

A differenza di quanto accade oggi, a Bezalel e Ooliab non interessava che le opere realizzate portassero il loro nome. Tutto il merito del loro lavoro andava a Geova (Eso. 36:1, 2). Oggi possono esserci affidati incarichi che sono particolarmente onerosi e richiedono capacità specifiche: costruzione di edifici, stampa di pubblicazioni, organizzazione di assemblee, operazioni di soccorso, dialogo con medici e personale ospedaliero circa la nostra posizione scritturale in merito al sangue e così via. Spesso questi compiti vengono eseguiti da volontari che non hanno molta preparazione in quel campo. È lo spirito di Dio a far sì che i loro sforzi vadano a buon fine. Vi è mai capitato di esitare ad accettare un incarico di servizio pensando di non essere la persona più qualificata? Ricordate che lo spirito di Geova può accrescere le vostre conoscenze e capacità e aiutarvi ad assolvere qualsiasi responsabilità vi venga affidata. w11 15/12 3:7, 8

lunedì 18

Quelli che fanno uso del mondo siano come quelli che non ne usano appieno (1 Cor. 7:31)

I cristiani che si mantengono vigilanti non usano pienamente il mondo per quanto riguarda l'istruzione. Nel mondo molte persone considerano l'istruzione universitaria una tappa fondamentale per ottenere prestigio e benessere materiale. Noi cristiani, però, viviamo come residenti temporanei e perseguiamo mete di tipo diverso. Evitiamo di 'nutrire desideri di grandezza' (Rom. 12:16, CEI; Ger. 45:5). Essendo seguaci di Gesù, prestiamo ascolto al suo avvertimento: "Tenete gli occhi aperti e guardatevi da ogni sorta di concupiscenza, perché anche quando uno ha abbondanza la sua vita non dipende dalle cose che possiede" (Luca 12:15). Perciò i ragazzi cristiani sono incoraggiati a perseguire mete spirituali, acquisendo l'istruzione necessaria per mantenersi ma cercando in primo luogo di prepararsi per servire Geova 'con tutto il cuore, l'anima, la forza e la mente' (Luca 10:27). In questo modo possono diventare 'ricchi verso Dio' (Luca 12:21; Matt. 6:19-21). w11 15/11 3:10, 11

domenica 17

Come ultimo nemico, sarà ridotta a nulla la morte (1 Cor. 15:26)

Anche se dovessimo trovarci in pericolo di vita a causa della nostra ferma posizione come cristiani, Geova è in grado di aiutarci a rimanergli leali, e lo farà. Inoltre, a confortarci ulteriormente c'è la speranza della risurrezione. I leali servitori di Geova che sono morti si trovano nella sua infallibile memoria, e saranno risuscitati insieme a molti altri (Giov. 5:28, 29; Atti 24:15). La fiducia nella promessa di Geova circa la risurrezione ci reca conforto e ci dà una speranza sicura quando subiamo persecuzioni. È davvero di grande conforto sapere che i nostri cari che si sono addormentati nella morte hanno la prospettiva di tornare a vivere in un meraviglioso nuovo mondo libero dagli attuali motivi di sofferenza. E che privilegio sarà per la "grande folla" di servitori di Geova che sopravvivrà alla fine di questo malvagio sistema di cose accogliere e istruire coloro che verranno risuscitati alla vita sulla terra! (Riv. 7:9, 10). w11 15/10 3:16, 17

sabato 16

Come avvenne ai giorni di Noè, così sarà anche ai giorni del Figlio dell'uomo (Luca 17:26)

Gesù si riferiva al modo di vivere della gente (Matt. 24:37-39). Ai giorni di Noè la maggior parte delle persone non si interessava di Dio, né tanto meno cercava di piacergli. Cos'era a distrarle? Niente di straordinario: mangiare, bere e sposarsi, normali aspetti della vita. Il vero problema era che, come disse Gesù, "non si avvidero di nulla". Anche noi, come Noè e la sua famiglia, abbiamo molto da fare ogni giorno. Dobbiamo guadagnarci da vivere e prenderci cura di noi stessi e della nostra famiglia, il che può assorbire buona parte del nostro tempo, delle nostre energie e delle nostre risorse. Oltre a ciò svolgiamo l'opera di predicazione, ci prepariamo per le adunanze e le frequentiamo, e ci manteniamo spiritualmente forti studiando a livello personale e tenendo l'adorazione in famiglia. Non c'è dubbio che ridurre al minimo i pesi che dobbiamo portare, oltre a evitare di accollarcene di superflui, è della massima importanza se vogliamo arrivare al traguardo della corsa cristiana. w11 15/9 4:4, 5

venerdì 15

Anche se un uomo fa qualche passo falso prima che se ne renda conto, voi che siete spiritualmente qualificati cercate di ristabilire tale uomo (Gal. 6:1)

Non è facile accettare consigli da un essere umano imperfetto, per quanto possa darceli amorevolmente e con tatto. Ciò nonostante, se reagiamo positivamente, diverremo ancora più desiderabili agli occhi di Dio. Fatto curioso, quando preghiamo non abbiamo difficoltà a riconoscere che siamo imperfetti, ma se qualcuno ci fa notare una nostra specifica mancanza tendiamo a giustificarci, a minimizzare il problema, a mettere in dubbio i motivi di chi ci ha dato il consiglio o a trovare da ridire sul modo in cui ce lo ha dato (2 Re 5:11). E se la persona che ci dà il consiglio tocca un tasto particolarmente sensibile - il comportamento di un nostro familiare, il nostro abbigliamento, il nostro aspetto, la nostra igiene personale o qualche tipo di svago che a noi piace, ma che Geova odia - potremmo reagire in maniera piuttosto negativa, con nostra stessa sorpresa e con dispiacere della persona che ci ha dato il consiglio. Di solito, però, quando ci calmiamo, riconosciamo che il consiglio era appropriato. w11 15/7 4:5

giovedì 14

Non sarà così fra voi (Mar. 10:43)

Oggi i fratelli che 'aspirano all'incarico di sorvegliante' fanno bene a interrogarsi sui motivi per cui vi aspirano (1 Tim. 3:1). Coloro che sono già anziani dovrebbero chiedersi onestamente se, come avevano fatto alcuni apostoli, desiderano anch'essi l'autorità o la preminenza. Se perfino gli apostoli avevano qualche problema al riguardo, gli anziani possono comprendere la necessità di sforzarsi strenuamente per evitare qualsiasi tendenza mondana a provare piacere nell'esercitare autorità su altri. È vero che a volte gli anziani devono essere fermi, come quando occorre proteggere il gregge da "oppressivi lupi" (Atti 20:28-30). Paolo disse a Tito di continuare a "esortare e a riprendere con piena autorità" (Tito 2:15). Nondimeno, anche quando devono compiere un'azione del genere, gli anziani cercano di rispettare la dignità delle persone implicate. Comprendono che, per toccare il cuore di una persona e indurla a seguire una condotta giusta, di solito è meglio cercare di persuaderla con gentilezza anziché criticarla aspramente. w11 15/6 3:17-19

mercoledì 13

La vostra espressione sia sempre con grazia, condita con sale (Col. 4:6)

Come preferireste essere svegliati da un sonno profondo? Molti non reagiscono bene se vengono svegliati in modo brusco; di solito è meglio un risveglio dolce. Lo stesso vale quando si tratta di svegliare le persone in senso spirituale. Ad esempio, se un padrone di casa è visibilmente irritato dalla nostra visita, in genere la cosa migliore da fare è rispondere con gentilezza mostrando di aver capito la situazione, ringraziarlo per la sua franchezza e andarcene senza fare polemiche (Prov. 15:1; 17:14; 2 Tim. 2:24). La nostra gentilezza potrebbe indurre la persona a reagire in maniera diversa la prossima volta che un Testimone le farà visita. In altri casi, invece, può darsi che la reazione negativa si possa superare. Talvolta il padrone di casa ricorre a un "no grazie, ho la mia religione" o a un "non mi interessa" pensando che quello sia il modo più semplice di porre fine alla conversazione. Magari con un po' di abilità, di gentilezza e di perseveranza possiamo fargli una domanda che risvegli il suo interesse per le cose spirituali. w12 15/3 1:15, 16

martedì 12

Gesù rimase l'intera notte in preghiera (Luca 6:12)

Cosa impariamo dall'esempio di Gesù? Che dobbiamo forse pregare per lunghe ore? No, perché egli riconobbe benevolmente a proposito dei suoi seguaci: "Lo spirito, certo, è desideroso, ma la carne è debole" (Matt. 26:41). Nondimeno possiamo imitare Gesù. Ad esempio, ci rivolgiamo al nostro Padre celeste prima di prendere una qualsiasi decisione che potrebbe incidere sulla spiritualità nostra, della nostra famiglia o dei nostri compagni di fede? Nelle nostre preghiere includiamo espressioni di interesse verso i fratelli e le sorelle? Preghiamo di cuore anziché ripetere frasi stereotipate? Possiamo inoltre notare che Gesù teneva tanto a esprimere in privato al Padre i suoi pensieri più intimi. Nel mondo frenetico di oggi è fin troppo facile lasciarsi travolgere dalle attività quotidiane e dimenticare ciò che è più importante. Se dedichiamo abbastanza tempo alla preghiera personale e preghiamo dal profondo del nostro cuore saremo più desti dal punto di vista spirituale (Matt. 6:6, 7). Ci avvicineremo maggiormente a Geova, desiderosi di rafforzare la nostra relazione con lui (Sal. 25:14). w12 15/2 1:8, 9

lunedì 11

Fu impedito loro dallo spirito santo di annunciare la parola nel distretto dell'Asia (Atti 16:6)

Evidentemente Gesù, per mezzo dello spirito di Dio, intendeva guidare Paolo e i suoi compagni in un'altra direzione. Dove andarono quegli zelanti viaggiatori? Il versetto 7 spiega: "Inoltre, scesi nella Misia, fecero sforzi per entrare in Bitinia, ma lo spirito di Gesù non lo permise loro". Non potendo andare in Asia, Paolo e i suoi compagni si volsero a nord, intenzionati a predicare nelle città della Bitinia. Ma prima che vi giungessero, Gesù ricorse nuovamente allo spirito santo per fermarli. A quel punto dovevano essere molto perplessi. Sapevano cosa predicare e come predicare, ma non sapevano dove. In altre parole, avevano bussato alla porta dell'Asia, ma invano; poi avevano bussato alla porta della Bitinia, ma di nuovo senza successo. Smisero di bussare? No, il loro zelo non glielo avrebbe permesso. w12 15/1 2:4-6

domenica 10

Insegnami a fare la tua volontà, poiché tu sei il mio Dio. Il tuo spirito è buono; mi conduca (Sal. 143:10)

Che cos'è lo spirito santo? Una nota in calce a Genesi 1:2 nella Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture con riferimenti afferma: "Oltre a essere tradotto 'spirito', [l'ebraico] rùach è anche tradotto 'vento' e con altre parole indicanti un'invisibile forza attiva". (Confronta le note in calce a Genesi 3:8 e 8:1.) Proprio come il vento, che è invisibile ma esercita una certa forza, lo spirito santo, benché immateriale, impersonale e invisibile, produce degli effetti. È l'energia che Dio invia e fa operare su persone o cose per realizzare la sua volontà. Geova può senz'altro continuare a usare il suo spirito per guidarci nella nostra vita. Infatti promise al salmista Davide: "Ti farò avere perspicacia e ti istruirò nella via per la quale devi andare" (Sal. 32:8). Davide, da parte sua, desiderava farsi guidare da Geova? Sicuramente, poiché lo invocò con le parole della scrittura di oggi. Dovremmo coltivare lo stesso desiderio di Davide ed essere disposti a farci guidare dallo spirito di Dio. w11 15/12 2:5, 6

sabato 9

Vedo nelle mie membra un'altra legge che combatte contro la legge della mia mente e mi conduce prigioniero alla legge del peccato (Rom. 7:23)

Paolo non intendeva giustificarsi né commiserarsi, come se fosse talmente gravato dal peccato da non poterci fare nulla. In fin dei conti era un cristiano unto, un servitore di Dio maturo, scelto per essere "apostolo delle nazioni" (Rom. 1:1; 11:13). Paolo stava riconoscendo onestamente che da solo era incapace di fare la volontà di Dio nella misura in cui avrebbe voluto. Per quale motivo? Perché, come disse lui stesso, "tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio" (Rom. 3:23). In quanto discendente di Adamo, Paolo era soggetto agli effetti del peccato sulla sua carne imperfetta. Possiamo facilmente immedesimarci nella sua situazione, dal momento che siamo tutti imperfetti e dobbiamo affrontare una lotta simile ogni giorno. Oltretutto vi sono molte distrazioni che potrebbero distogliere la nostra attenzione e allontanarci dalla 'strada angusta che conduce alla vita' (Matt. 7:14). Comunque la situazione di Paolo non era senza via d'uscita, né lo è la nostra. w11 15/11 2:3, 4

venerdì 8

È bene per loro che rimangano come sono anch'io (1 Cor. 7:8)

Servire in certi luoghi è alla portata di pionieri non sposati, mentre potrebbe risultare difficile per chi è sposato o ha figli. Quando Paolo scriveva alle congregazioni sapeva che c'era ancora molto lavoro da fare per diffondere la buona notizia, e voleva che tutti provassero la stessa gioia che provava lui nel fare discepoli. Per questo motivo disse che era bene servire Geova da non sposati. Una pioniera single degli Stati Uniti ha scritto: "Alcuni pensano che chi non è sposato non possa essere felice, ma ho riscontrato che la felicità duratura dipende dall'amicizia che si ha con Geova. Essere single è un magnifico dono se lo si sa sfruttare. So che Geova manifesta a tutti, sposati e no, il suo tenero affetto". Oggi questa sorella è felice di servire in un paese dove c'è grande bisogno di proclamatori del Regno. Se non siete sposati, potete usare la vostra libertà così da fare di più per insegnare la verità ad altri? Anche voi potreste scoprire che essere single è un dono inestimabile di Geova. w11 15/10 2:5, 8, 9

giovedì 7

Continuate a cercare prima il regno e la giustizia di Dio (Matt. 6:33)

Questo significa mettere le norme di Geova in fatto di bene e di male al di sopra di quelle umane (Isa. 55:8, 9). Come saprete, prima di conoscere la verità diversi coltivavano tabacco o ne vendevano i derivati, erano addestratori militari o producevano e vendevano armi, ma poi decisero di cambiare lavoro, così da potersi battezzare (Isa. 2:4; 2 Cor. 7:1; Gal. 5:14). Gesù disse ai discepoli: "Se avete fede quanto un granello di senape, direte a questo monte: 'Trasferisciti di qui a là', ed esso si trasferirà, e nulla vi sarà impossibile" (Matt. 17:20). Riuscireste a mettere le norme di Dio al primo posto se ciò dovesse causarvi delle difficoltà? Se temete di non farcela, parlatene con altri componenti della congregazione. Senza dubbio la loro esperienza vi incoraggerà spiritualmente. w11 15/9 2:10, 12

mercoledì 6

Se uno non inciampa in parola, questi è un uomo perfetto (Giac. 3:2)

Divergenze e incomprensioni sono inevitabili (Filip. 4:2, 3). Comunque i problemi tra singoli individui possono essere risolti senza turbare la pace della congregazione. Ad esempio, quando abbiamo l'impressione di aver offeso qualcuno, dovremmo seguire il consiglio contenuto in Matteo 5:23, 24. Che dire se abbiamo subìto qualche piccolo torto? Dovremmo aspettarci che chi ci ha offeso venga a scusarsi? "[L'amore] non tiene conto del male", dice 1 Corinti 13:5. Se qualcuno ci offende, perseguiamo la pace perdonando e dimenticando, cioè 'non tenendo conto del male' (Col. 3:13). Questo è il modo migliore di reagire ai piccoli torti che si subiscono nella vita quotidiana, perché ci aiuta ad avere rapporti pacifici con i compagni di fede. Un saggio proverbio afferma: "È bellezza [...] passare sopra alla trasgressione" (Prov. 19:11). w11 15/8 4:4, 5

martedì 5

Non prestate attenzione a false storie che forniscono motivi di ricerca (1 Tim. 1:4)

L'avvertimento di Paolo contro le "false storie" è incluso nella sua prima lettera a Timoteo, un sorvegliante cristiano cui era stato affidato il compito di salvaguardare la purezza della congregazione e di aiutare i fratelli a rimanere fedeli (1 Tim. 1:18, 19). La parola greca qui usata da Paolo per "false storie" può avere il significato di fiaba, mito o fandonia. Secondo un'enciclopedia biblica, questa parola indica "una storia (religiosa) che non ha alcun legame con la realtà" (The International Standard Bible Encyclopaedia). Forse Paolo aveva in mente le menzogne religiose diffuse mediante storie sensazionali o miti fantasiosi. Tali storie non fanno che 'fornire motivi di ricerca', cioè suscitano domande frivole che generano ricerche inutili. Le false storie sono un espediente dell'arcingannatore, Satana, il quale si serve di menzogne religiose e miti per sviare gli ignari. Il consiglio di Paolo è chiaro: Non prestate attenzione a false storie! w11 15/7 2:9, 10

lunedì 4

La morte si estese a tutti gli uomini perché tutti avevano peccato (Rom. 5:12)

Amorevolmente Geova prese un provvedimento per aiutare gli esseri umani a sconfiggere la peccaminosità ereditata. Paolo spiegò che questo fu possibile mediante un altro uomo, un successivo uomo perfetto, in effetti un secondo Adamo (1 Cor. 15:45). La condotta dei due uomini perfetti ha prodotto risultati molto diversi fra loro. In che senso? "Non è del dono come fu del fallo", scrisse Paolo. Adamo commise quel fallo e ricevette una giusta condanna: la morte. Tuttavia non fu il solo a morire. Leggiamo: "Per il fallo di [quel] solo uomo molti sono morti" (Rom. 5:15, 16). In base alla giustizia divina, tutta l'imperfetta progenie di Adamo, noi compresi, meritava la sua stessa condanna. Nondimeno ci è di conforto sapere che il perfetto uomo Gesù fu in grado di produrre un risultato opposto. Quale? La risposta si trova nell'affermazione di Paolo secondo cui "uomini di ogni sorta [...] sono dichiarati giusti per la vita" (Rom. 5:18). w11 15/6 2:5, 7, 8

domenica 3

In pace certamente giacerò e anche dormirò, poiché tu, sì, tu solo, o Geova, mi fai dimorare al sicuro (Sal. 4:8)

Quando gli israeliti osservavano la Legge di Geova, erano in pace con lui e si sentivano al sicuro. Per esempio, durante il regno di Salomone 'Giuda e Israele dimoravano al sicuro' (1 Re 4:25). Coloro che confidavano in Dio erano in pace anche quando le nazioni vicine erano ostili. Come Davide, dormiamo sonni tranquilli perché Dio ci fa sentire sicuri. Possiamo inoltre essere certi che proveremo vera gioia se partecipiamo pienamente all'odierna opera di mietitura spirituale (Luca 10:2). State partecipando a questa gioiosa mietitura in modo da trarne vera soddisfazione? Continuiamo dunque a servire Geova con fiducia. Preghiamo con fede in modo da sperimentare "la pace di Dio che sorpassa ogni pensiero" (Filip. 4:6, 7). Che gioia ci dà questo, permettendoci di andare incontro al futuro con sicurezza perché riponiamo completa fiducia in Geova! w11 15/5 5:21-23

sabato 2

Servite Geova con allegrezza. Entrate dinanzi a lui con grido di gioia (Sal. 100:2)

Perché è importante che i cristiani servano Geova con gioia? A motivo della questione che Satana sollevò in relazione alla sovranità di Geova. Satana asserisce che nessuno serve Dio di cuore (Giob. 1:9-11). Se servissimo Geova per senso del dovere ma senza gioia, il nostro sacrificio di lode sarebbe incompleto. Servendo Dio di cuore e con gioia gli diamo gloria. Bisogna comunque essere realisti e riconoscere che a volte anche devoti servitori di Geova si sentono scoraggiati e devono lottare per mantenere un atteggiamento positivo (Filip. 2:25-30). Cosa può aiutarci? Quando ci assalgono sentimenti negativi possiamo supplicare Geova e sforzarci di meditare su cose degne di lode (Filip. 4:6-9). Alcuni riscontrano che canticchiare sottovoce accompagnando le registrazioni dei cantici del Regno risolleva il loro spirito e li aiuta a fare ordine nei propri pensieri. w11 15/4 3:11-13

venerdì 1

Camminiamo decentemente, non in gozzoviglie e ubriachezze, non in rapporti illeciti e condotta dissoluta, non in contesa e gelosia (Rom. 13:13)

Evitare tale condotta può essere difficile. È assolutamente necessario stare all'erta. L'automobilista che sottovaluta il pericolo di addormentarsi alla guida rischia la vita. Allo stesso modo il sonno spirituale può essere fatale. Per esempio, un cristiano potrebbe ritenere che tutte le persone del territorio abbiano ormai rifiutato definitivamente la buona notizia (Prov. 6:10, 11). Potrebbe pensare: "Visto che non interessa a nessuno, a che serve mettercela tutta per contattare le persone?" È vero che al momento molti possono essere spiritualmente addormentati, ma situazioni e atteggiamenti cambiano. Alcuni, in effetti, si svegliano e reagiscono positivamente alla buona notizia. Noi possiamo aiutarli se rimaniamo svegli a nostra volta, per esempio sperimentando nuovi metodi per presentare il messaggio del Regno in maniera attraente. Rimanere svegli significa, tra le altre cose, rammentare a se stessi perché il ministero è così importante. w12 15/3 1:6, 7

giovedì 31

La Legge è divenuta il nostro tutore che conduce a Cristo, affinché fossimo dichiarati giusti a motivo della fede (Gal. 3:24)

Per mezzo del riscatto Geova eliminerà definitivamente gli effetti del peccato, e sin da ora egli ci permette di avere una buona coscienza davanti a lui. Il sacrificio di riscatto di Gesù è un dono meraviglioso! (Gal. 3:13; Ebr. 9:9, 14). Naturalmente per beneficiare del sacrificio di riscatto non basta comprendere di cosa si tratta. Bisogna anche avere fede. E tale fede non può prescindere dalle opere (Giac. 2:26). Paolo esortò dunque i cristiani del I secolo che avevano l'ossatura della conoscenza trasmessa dalla Legge mosaica a mettere in pratica tale conoscenza. In tal modo la loro condotta sarebbe stata coerente con i princìpi divini che insegnavano (Rom. 2:21-23). Anche se oggi i cristiani non sono tenuti a osservare la Legge mosaica, devono comunque presentare sacrifici graditi a Geova. w12 15/1 3:17-19

mercoledì 30

Chi mostra perspicacia in una questione troverà il bene (Prov. 16:20)

È necessario sforzarsi sinceramente di avere rapporti pacifici con i familiari non credenti. Questo può non essere facile quando chiedono qualcosa che è in contrasto con i princìpi biblici. Può darsi che non siano contenti di vedere che siete così fermi nell'attenervi alle giuste norme divine, ma alla fine è proprio questa condotta che promuove la pace. Certo, essere inutilmente rigidi quando non ci sono in gioco i princìpi biblici può dar luogo a tensioni inutili (Prov. 16:7). Quando si affrontano problemi simili, è importante cercare la guida delle Scritture (Prov. 11:14). Per promuovere la pace in famiglia è necessario confidare in Geova e avere perspicacia, così da comprendere i sentimenti dei familiari non credenti. Non bisogna dimenticare che il coniuge non credente può sentirsi abbandonato o minacciato quando sua moglie o suo marito lo lascia da solo per svolgere qualche attività cristiana. Rassicurandolo con amore, il coniuge credente può fare molto per scacciare questi timori. w12 15/2 4:5-7

martedì 29

Lo spirito santo vi ha costituiti sorveglianti (Atti 20:28)

Gli anziani sono costituiti dallo spirito santo. Ma non tutti i cristiani unti con lo spirito prestano servizio come sorveglianti nella congregazione. Cosa dobbiamo dedurre da questo? Semplicemente che lo spirito di Dio opera in modi diversi sui componenti della congregazione. Lo spirito che instilla negli unti "uno spirito di adozione", dando loro la certezza di essere figli di Dio, è lo stesso spirito che Geova usò per destare il suo unigenito Figlio dalla morte alla vita immortale in cielo (Rom. 8:11, 15). È lo stesso spirito per mezzo del quale Geova portò all'esistenza l'intero universo (Gen. 1:1-3). Sempre per mezzo di tale spirito Geova rese idoneo Bezalel perché realizzasse speciali lavori per il tabernacolo, diede a Sansone la potenza per compiere gesta che richiedevano una forza straordinaria e mise Pietro in condizione di camminare sulle acque. Non dobbiamo quindi confondere l'essere guidati dallo spirito di Dio con l'essere unti con lo spirito di Dio; quest'ultima è solo una speciale operazione dello spirito. È Dio a scegliere coloro che unge con il suo spirito. w11 15/12 4:13, 14

lunedì 28

Agitatevi, ma non peccate. Abbiate il vostro dire nel vostro cuore sul vostro letto, e tacete (Sal. 4:4)

Per rimanere leali a Geova ci vogliono coraggio e completa fiducia in lui. Per esempio, una famiglia cristiana deve manifestare queste qualità quando un parente non pentito viene disassociato. Dio onora coloro che sono leali a lui e alle sue vie. A loro volta la lealtà e la completa fiducia in Geova promuovono la gioia fra i suoi servitori (Sal. 84:11, 12). Se siamo stati oggetto di parole o azioni scortesi, evitiamo di peccare vendicandoci (Rom. 12:17-19). Possiamo esprimere i nostri sentimenti in merito pregando in privato, nel nostro letto. Se preghiamo riguardo al problema, potremmo vederlo in una luce diversa e sentirci spinti a perdonare per amore (1 Piet. 4:8). Degno di nota a questo riguardo è il consiglio dell'apostolo Paolo, basato a quanto pare su Salmo 4:4: "Siate adirati, eppure non peccate; il sole non tramonti sul vostro stato d'irritazione, né date luogo al Diavolo" (Efes. 4:26, 27). w11 15/5 5:17, 18

domenica 27

Geova farà conoscere chi gli appartiene (Num. 16:5)

Mosè e Cora sono agli antipodi quanto a mostrare rispetto per le disposizioni e le decisioni di Geova. Cora era un levita cheatita e aveva ricevuto numerosi privilegi (Eso. 32:26-29; Num. 3:30, 31). Evidentemente era stato leale a Geova per anni ed era rispettato da molti nell'accampamento di Israele. Tuttavia pensò che ci fosse qualcosa di sbagliato nel modo in cui Geova guidava la nazione. Poi altri 250 uomini influenti si unirono a lui nel tentativo di cambiare le cose. A quanto pare Cora e gli altri erano convinti di avere l'approvazione di Geova; dissero a Mosè e Aaronne: "Questo vi basti, perché l'intera assemblea, tutti loro, sono santi e Geova è in mezzo a loro" (Num. 16:1-3). Che atteggiamento presuntuoso e orgoglioso! L'indomani Cora e tutti quelli che avevano appoggiato la sua ribellione erano morti (Num. 16:31-35). w11 15/9 5:11, 12

sabato 26

Si accumuleranno maestri per farsi solleticare gli orecchi (2 Tim. 4:3)

Quali sono oggi gli insegnamenti che solleticano gli orecchi della gente? In molti luoghi la teoria dell'evoluzione viene promossa con fervore religioso. Anche se di solito viene presentata con un linguaggio scientifico, di fatto l'evoluzione è diventata una sorta di religione secolare che influisce sul modo in cui le persone considerano Dio e i loro simili. Un'altra opinione molto diffusa è quella secondo cui Dio non si interessa di noi e quindi non c'è nessun motivo per interessarci di lui. Perché queste idee risultano attraenti al punto che molti se ne lasciano cullare e cadono nel sonno spirituale? Perché in entrambi i casi il messaggio di fondo è: "Puoi fare quello che vuoi perché nessuno ti chiederà conto delle tue azioni". Questo è davvero un messaggio che ha solleticato gli orecchi di molti (Sal. 10:4). Ad alcuni di quelli che ancora vanno in chiesa piace avere maestri che dicono loro: "Qualunque cosa tu faccia, Dio ti ama". Sacerdoti e pastori solleticano gli orecchi dei fedeli convincendoli che cerimonie, messe e immagini abbiano l'approvazione di Dio. w12 15/3 2:4-6

venerdì 25

Mardocheo venne a sapere tutto ciò che era stato fatto (Est. 4:1)

La regina Ester provava grande angoscia. Suo cugino Mardocheo le inviò una copia della legge che autorizzava il massacro degli ebrei e le ordinò di presentarsi al cospetto del re per implorarlo di aiutare il loro popolo. Ma per chiunque si fosse presentato davanti al re senza essere stato convocato era prevista la pena di morte (Est. 4:4-11). Comunque Mardocheo disse a Ester che se avesse taciuto, la liberazione sarebbe venuta da un altro luogo. Quindi aggiunse: "E chi sa se è per un tempo come questo che sei pervenuta alla dignità regale?" Ester chiese a Mardocheo di radunare gli ebrei a Susa perché digiunassero a suo favore. "Anch'io [...] similmente digiunerò", disse, "e dopo ciò entrerò dal re, [...] e nel caso che io debba perire, dovrò perire" (Est. 4:12-17). Ester agì con coraggio, e il libro che porta il suo nome mostra che Dio liberò il suo popolo. Nei nostri giorni i cristiani unti e i loro dedicati compagni manifestano un coraggio simile quando affrontano prove (Sal. 65:2; 118:6). w12 15/2 2:14, 15

giovedì 24

Riceveva benignamente tutti quelli che venivano da lui, predicando loro il regno di Dio (Atti 28:30, 31)

Come Paolo, oggi molti servitori di Dio conservano la gioia e continuano a predicare anche quando sono ingiustamente imprigionati a motivo della loro fede. Alcuni nostri cari fratelli e sorelle, a motivo di età avanzata o malattia, sono costretti a casa oppure si trovano in una casa di riposo. Secondo le loro possibilità danno testimonianza ai medici e al personale della struttura, a chi li va a trovare e ad altri con cui vengono in contatto. Desiderano con tutto il cuore rendere completa testimonianza riguardo al Regno di Dio. Quanto apprezziamo il loro esempio! Abbiamo molto da imparare riguardo al rimanere desti dagli apostoli e da altri cristiani del I secolo menzionati nel libro biblico degli Atti. Mentre attendiamo la fine di questo vecchio sistema di cose, dobbiamo essere determinati a imitare quei cristiani dando testimonianza con coraggio e zelo. Attualmente non c'è onore più grande che 'rendere completa testimonianza' circa il Regno di Dio! (Atti 28:23). w12 15/1 2:20-22

mercoledì 23 ottobre 2013

mercoledì 23

Geova li ha riempiti della sapienza di cuore per fare ogni lavoro (Eso. 35:35)



Ciò che accadde a Bezalel, un contemporaneo di Mosè, è illuminante per quanto riguarda il modo in cui lo spirito di Dio può agire (Eso. 35:30-34). Bezalel fu scelto per dirigere i lavori di fabbricazione degli arredi per il tabernacolo. Aveva già le conoscenze necessarie prima di dedicarsi a questo impegnativo progetto? Non è da escludere; in ogni caso, è del tutto probabile che il suo ultimo lavoro fosse stato fabbricare mattoni per gli egiziani (Eso. 1:13, 14). Come avrebbe fatto, allora, Bezalel a portare a termine un compito così complesso? Geova "lo riempiva dello spirito di Dio in sapienza, in intendimento e in conoscenza e in ogni sorta di arte e per ideare progetti, [...] per fare opere ingegnose di ogni sorta". Qualunque talento naturale Bezalel potesse avere fu potenziato dallo spirito santo, e lo stesso accadde a Ooliab. Evidentemente Bezalel e Ooliab divennero artigiani esperti, perché non si limitarono a svolgere il proprio lavoro, ma istruirono anche altri. Fu Dio a 'mettere loro in cuore che dovevano insegnare'. w11 15/12 3:6

martedì 22

Quelli che fanno uso del mondo siano come quelli che non ne usano appieno (1 Cor. 7:31)



Siamo convinti che il Regno di Geova retto da Cristo porrà presto fine al dominio umano imperfetto, sostituendolo con un giusto e nuovo sistema di cose (Dan. 2:44; 2 Piet. 3:13). Dato che la fine di questo sistema di cose è imminente, noi servitori di Geova ci rendiamo conto che non è tempo di mettere radici in questo mondo morente. In che modo allora i cristiani odierni fanno uso del mondo? Ad esempio utilizzano la tecnologia e i moderni mezzi di comunicazione per diffondere la conoscenza della Bibbia a livello mondiale in centinaia di lingue. Fanno un uso limitato del mondo per guadagnarsi da vivere. Comprano i beni e i servizi necessari che il mondo mette a disposizione, ma senza usarlo appieno, nel senso che tengono i possedimenti materiali e le attività del mondo al giusto posto (1 Tim. 6:9, 10). w11 15/11 3:9, 10

lunedì 21 ottobre 2013

lunedì 21

Secondo l'abbondanza delle tue misericordie cancella le mie trasgressioni. Lavami completamente dal mio errore, e purificami anche dal mio peccato. Poiché io stesso conosco le mie trasgressioni, e il mio peccato è continuamente di fronte a me (Sal. 51:1-3)



Davide, re dell'antico Israele, è tra coloro che furono confortati da Dio. Poiché "vede il cuore", quando scelse Davide come futuro re di Israele, Geova sapeva che egli era sincero e amava la vera adorazione (1 Sam. 16:7; 2 Sam. 5:10). Tuttavia, in seguito Davide commise adulterio con Betsabea e cercò di coprire il proprio peccato architettando la morte del marito. Quando si rese conto dell'estrema gravità del suo peccato, pregò Geova con le parole della scrittura di oggi. Davide era sinceramente pentito, e Geova lo perdonò. Davide però dovette affrontare le conseguenze della propria condotta (2 Sam. 12:9-12). Nondimeno, la misericordia di Geova fu motivo di conforto per il suo umile servitore. w11 15/10 3:14

domenica 20 ottobre 2013

domenica 20

Correte in modo tale da conseguirlo (1 Cor. 9:24)



Nella sua lettera agli Ebrei l'apostolo Paolo si servì di una vivida immagine per incoraggiare i compagni di fede. Rammentò loro che non erano soli nella corsa per la vita: avevano intorno un "gran nuvolo di testimoni" che erano riusciti a portare a termine la gara (Ebr. 12:1). Ricordare gli atti fedeli e gli strenui sforzi compiuti da questi servitori di Dio del passato avrebbe dato ai cristiani ebrei l'incentivo necessario per proseguire la corsa e non arrendersi. Gli antichi corridori greci si toglievano di dosso qualsiasi cosa che col suo peso avrebbe potuto rallentarli. Per quanto ai nostri occhi ciò sarebbe indice di scarsa modestia e decenza, essi correvano così con un unico obiettivo: vincere il premio. Paolo intendeva dunque dire che per vincere il premio nella corsa per la vita è essenziale che i corridori si liberino di qualsiasi intralcio. Era un ottimo consiglio per i cristiani di allora, e lo è anche per noi oggi. w11 15/9 4:1, 3

sabato 19 ottobre 2013

sabato 19

Dovranno fare delle loro spade vomeri (Isa. 2:4)



Il vero Dio dà spirito santo ai suoi leali servitori, e il frutto di tale spirito include la pace (Gal. 5:22). Un'altra ragione della pace e dell'unità che abbiamo sta nel fatto che 'non facciamo parte del mondo' (Giov. 15:19). Invece di prendere posizione nelle questioni politiche, restiamo neutrali. Poiché abbiamo 'fatto delle nostre spade vomeri', non ci facciamo coinvolgere in guerre civili o in conflitti internazionali. La pace che possiamo avere con i nostri fratelli non consiste semplicemente nell'evitare di farci del male a vicenda. Anche se probabilmente la congregazione dei testimoni di Geova a cui apparteniamo è composta da persone di etnie e culture diverse, ci amiamo gli uni gli altri (Giov. 15:17). La nostra pace ci permette di 'operare ciò che è bene verso tutti, ma specialmente verso quelli che hanno relazione con noi nella fede' (Gal. 6:10). Il nostro pacifico paradiso spirituale è prezioso e va salvaguardato. w11 15/8 4:2, 3

venerdì 18 ottobre 2013

venerdì 18

La sapienza dall'alto è pronta a ubbidire (Giac. 3:17)



Quando apprendete dalla Bibbia che dovreste fare qualche cambiamento nella vostra vita, siete pronti a ubbidire? Le Scritture ci dicono che Dio vuole radunare "le cose desiderabili di tutte le nazioni" (Agg. 2:7). Questo significa che Dio sceglie persone che sono preziose ai suoi occhi perché amano ciò che è giusto. È vero che prima di conoscere la verità molti di noi facevano cose sbagliate. Tuttavia, l'amore verso Dio e il suo caro Figlio ci ha spinti a fare cambiamenti significativi nel nostro modo di pensare e di agire, così da piacere pienamente a Dio. Alla fine, dopo molte preghiere e sforzi da parte nostra, è arrivato il giorno tanto atteso in cui ci siamo battezzati (Col. 1:9, 10). Comunque, la lotta contro l'imperfezione non è cessata con il battesimo. È andata avanti e continuerà finché saremo imperfetti. Nondimeno ci viene assicurato che, se continuiamo a combattere e siamo determinati a diventare sempre più desiderabili ai suoi occhi, Geova benedirà i nostri sforzi. w11 15/7 4:1-3

giovedì 17 ottobre 2013

giovedì 17

Abbiamo lavorato in modo da non imporre un costoso peso a nessuno di voi (2 Tess. 3:8)



Pietro incoraggiò gli anziani a pascere il gregge 'non per amore di guadagno disonesto, ma premurosamente' (1 Piet. 5:2). L'opera degli anziani richiede una considerevole quantità di tempo. Ciò nonostante, essi non si aspettano nessun compenso economico. Pietro ritenne necessario mettere in guardia gli anziani del suo tempo circa il rischio di pascere il gregge "per amore di guadagno disonesto". Questo pericolo è evidente dalla vita lussuosa che certi leader di "Babilonia la Grande" conducono mentre molta gente è costretta a vivere in povertà (Riv. 18:2, 3). Gli anziani odierni hanno buone ragioni per guardarsi da qualsiasi tendenza di questo tipo. Paolo diede un eccellente esempio agli anziani cristiani. Essendo un apostolo avrebbe potuto divenire "un costoso peso" per i cristiani di Tessalonica. Invece 'non mangiò gratuitamente il cibo di nessuno'. Al contrario, 'faticò notte e giorno'. w11 15/6 3:14, 15

mercoledì 16 ottobre 2013

mercoledì 16

Geova conosce quelli che cercano rifugio in lui (Naum 1:7)



Perché conoscere Geova ed essere conosciuti da lui è un privilegio così grande? Non solo perché egli è la Persona più importante dell'universo, ma anche perché è Colui che protegge quelli che ama (Sal. 1:6). In effetti, la stessa prospettiva della vita eterna dipende dal conoscere il vero Dio e suo Figlio, Gesù Cristo (Giov. 17:3). Conoscere Dio non significa semplicemente conoscere il suo nome. Dobbiamo imparare a conoscerlo come Amico e capire cosa gli piace e cosa non gli piace. Per dimostrare di conoscere Dio intimamente, inoltre, è fondamentale che viviamo in armonia con tale conoscenza (1 Giov. 2:4). Se però desideriamo davvero conoscere Geova, dobbiamo fare qualcos'altro ancora: dobbiamo sapere non solo cosa ha fatto, ma anche come lo ha fatto e perché ha agito in quel modo. Più a fondo comprendiamo i suoi propositi, più siamo spinti a meravigliarci della 'profondità della sapienza di Dio' (Rom. 11:33). w11 15/5 4:2, 3

martedì 15 ottobre 2013

martedì 15

Rallegratevi sempre nel Signore. Una volta ancora dirò: Rallegratevi! (Filip. 4:4)



Una caratteristica notevole del frutto dello spirito è la sua stabilità. La gioia, il secondo aspetto lo dimostra. La gioia è come una pianta resistente che cresce anche in un ambiente ostile. In tutto il mondo molti servitori di Dio hanno 'accettato la parola fra molta tribolazione con la gioia dello spirito santo' (1 Tess. 1:6). Altri affrontano difficoltà e privazioni. Eppure Geova li rafforza mediante il suo spirito affinché 'perseverino pienamente e siano longanimi con gioia' (Col. 1:11). Da dove deriva questa gioia? A differenza delle "ricchezze incerte" del mondo di Satana, i tesori spirituali che abbiamo ricevuto da Geova hanno un valore duraturo (1 Tim. 6:17; Matt. 6:19, 20). Egli ci offre la gioiosa prospettiva di un futuro senza fine. Abbiamo la gioia di far parte di una fratellanza cristiana mondiale. Soprattutto, la nostra gioia si basa sulla nostra relazione con Dio. w11 15/4 3:9-11

lunedì 14 ottobre 2013

lunedì 14

Il cuore gioioso ha un buon effetto sul viso (Prov. 15:13)



Il ministro desto ascolta l'interlocutore con attenzione. La persona è perplessa di fronte all'enorme numero di confessioni esistenti? È preoccupata per la violenza sempre più frequente o per l'incapacità dei governi di risolvere i problemi dei rispettivi paesi? Possiamo suscitare il suo interesse parlando del modo meraviglioso in cui sono fatti gli esseri viventi o mostrando quanto siano pratici i consigli della Bibbia? Anche la preghiera è un argomento che interessa persone di quasi ogni cultura, compresi alcuni atei. Molti si chiedono se ci sia qualcuno che ascolta le preghiere. Altri potrebbero essere incuriositi da domande come: Dio ascolta tutte le preghiere? Se la risposta è no, cosa dovremmo fare per farci ascoltare? Osservando qualche proclamatore esperto riusciremo probabilmente a imparare molto sull'arte di iniziare una conversazione. Soffermiamoci su come si esprime senza sembrare un inquisitore o un ficcanaso. Notiamo come il suo desiderio di capire il punto di vista del padrone di casa si riflette nel tono della voce e nell'espressione facciale. w12 15/3 1:13, 14

domenica 13 ottobre 2013

domenica 13

Non continuiamo a dormire come fanno gli altri, ma stiamo svegli e siamo sobri (1 Tess. 5:6)



Senza dubbio Gesù ci ha dato il massimo esempio in quanto a essere vigilanti. Seguire il suo esempio è possibile, reca beneficio e addirittura può salvare la vita. Ricordate che Satana vuole a tutti i costi farci cadere nel sonno spirituale, una condizione caratterizzata da una fede debole, un'adorazione meccanica e un'integrità in bilico. Non permettiamoglielo! Imitando Gesù, siamo vigilanti nelle preghiere, nel ministero e nell'affrontare le prove. In questo modo avremo una vita piena, felice e soddisfacente anche ora che ci troviamo al crepuscolo di questo morente sistema di cose. Inoltre, se saremo vigilanti, quando il Signore verrà per porre fine a questo sistema ci troverà desti e attivi nel fare la volontà del Padre. Geova sarà davvero felice di ricompensarci per la nostra fedeltà! (Riv. 16:15). w12 15/2 1:17

sabato 12 ottobre 2013

sabato 12

Gesù uscì con i suoi discepoli dov'era un orto, ed egli e i suoi discepoli vi entrarono (Giov. 18:1)



Gesù si inoltra nel giardino di Getsemani accompagnato da tre apostoli, Pietro, Giacomo e Giovanni. "Restate qui e vigilate con me", dice loro; poi si allontana per pregare. Al suo ritorno trova i suoi amici profondamente addormentati. Di nuovo li implora: "Vigilate". Eppure questi si addormentano altre due volte. Più tardi quella stessa notte tutti gli apostoli vengono meno, non dimostrandosi spiritualmente desti, tant'è che arrivano al punto di abbandonare Gesù e fuggire via (Matt. 26:38, 41, 56). Non c'è dubbio che essi si pentirono di non essere stati desti. Quegli uomini fedeli impararono in fretta dai loro errori. Il libro biblico degli Atti rivela che diedero uno straordinario esempio in quanto a essere vigilanti. La loro condotta spronò sicuramente i loro compagni di fede a fare altrettanto. Ora più che mai abbiamo bisogno di essere desti (Matt. 24:42). w12 15/1 2:1-3

venerdì 11 ottobre 2013

venerdì 11

Lo spirito vi guiderà in tutta la verità (Giov. 16:13)



Avete mai usato una bussola per orientarvi? La bussola è uno strumento semplice dotato di un ago magnetico che punta verso nord. Grazie a una forza invisibile, il magnetismo, l'ago della bussola si allinea con il campo magnetico terrestre. Esiste un'altra forza invisibile ancora più importante per guidare l'uomo. Quale? Viene descritta nei versetti iniziali della Bibbia. Presentando ciò che Geova compì moltissimo tempo fa, Genesi dichiara: "In principio Dio creò i cieli e la terra". Nel far questo egli si servì di una potente forza, poiché il racconto della creazione aggiunge: "La forza attiva di Dio si muoveva" (Gen. 1:1, 2). Di quale forza si trattava? Dello spirito santo, la forza dinamica usata nella creazione. Se esistiamo è perché Geova ha usato tale spirito per creare tutte le sue opere (Giob. 33:4; Sal. 104:30). w11 15/12 2:1-3

giovedì 10 ottobre 2013

giovedì 10

Rivolgere la mente alla carne significa morte, ma rivolgere la mente allo spirito significa vita e pace (Rom. 8:6)



L'uso del cellulare è tra i fattori che possono distrarre gli automobilisti dall'unica cosa su cui dovrebbero concentrarsi, cioè guidare. Oltre un terzo delle persone intervistate nel corso di uno studio ha dichiarato di aver avuto un incidente o di averne rischiato uno con un veicolo il cui guidatore era al cellulare. Usare il cellulare mentre si è alla guida può sembrare un risparmio di tempo, ma le conseguenze possono essere disastrose. Lo stesso vale per il nostro benessere spirituale. Proprio come un automobilista distratto spesso non vede i segnali di pericolo, chi è spiritualmente distratto si espone a rischi. Se ci lasciamo andare alla deriva rispetto alla rotta che dovremmo tenere come cristiani, trascurando le attività teocratiche, la nostra fede potrebbe fare naufragio (1 Tim. 1:18, 19). L'apostolo Paolo mise in guardia da questo pericolo quando diede ai cristiani di Roma l'avvertimento contenuto nella scrittura di oggi. w11 15/11 2:1, 2

mercoledì 9

È bene per loro che rimangano come sono anch'io (1 Cor. 7:8)



Non è che Paolo, non essendo sposato, si considerasse per questo superiore a chi lo era, come fa quella parte del clero della cristianità che osserva il celibato obbligatorio. Piuttosto fece rilevare un vantaggio comune a molti ministri della buona notizia che non sono sposati. Di quale vantaggio si tratta? Un cristiano non sposato spesso ha la flessibilità necessaria per accettare incarichi nel servizio di Geova che potrebbero non essere alla portata di una persona sposata. A Paolo fu concesso il privilegio speciale di essere "apostolo delle nazioni" (Rom. 11:13). Leggendo i capitoli da 13 a 20 di Atti potrete seguire l'apostolo e gli altri missionari che lo accompagnano mentre raggiungono nuovi territori e formano congregazioni in un luogo dopo l'altro. Nel suo ministero Paolo sopportò prove che oggi pochi affrontano (2 Cor. 11:23-27, 32, 33). Nondimeno riteneva che valesse la pena affrontare quelle difficoltà per la gioia che provava nell'aiutare molti a diventare discepoli (1 Tess. 1:2-7, 9; 2:19). Sarebbe riuscito a fare tutto quello che fece se fosse stato sposato o avesse avuto una famiglia? Probabilmente no. w11 15/10 2:5, 6

martedì 8 ottobre 2013

martedì 8

Continuate a cercare prima il regno e la Sua giustizia, e tutte queste altre cose vi saranno aggiunte (Matt. 6:33)



Le persone in generale, essendo "uomini di questo sistema di cose, la cui parte è in questa vita", tendono a dare la precedenza ai propri interessi (Sal. 17:1, 13-15). Senza curarsi del loro Creatore, molti pensano esclusivamente ad assicurarsi un tenore di vita adeguato, farsi una famiglia e lasciare un'eredità ai propri figli. Molti cristiani invece hanno anteposto le attività spirituali al lavoro secolare. Alcuni che hanno rischiato di perdere il lavoro potrebbero essersi chiesti: "Come assolverò la responsabilità di provvedere alla mia famiglia?" (1 Tim. 5:8). Sia che vi siate trovati in una situazione del genere o no, probabilmente la vostra stessa esperienza vi ha insegnato che se tenete in gran conto il privilegio di servire Geova non sarete mai delusi. Man mano che ci addentriamo negli ultimi giorni, la nostra fiducia nella capacità di Dio di soddisfare le nostre necessità diventa sempre più importante (Riv. 13:17). w11 15/9 2:6, 8, 9

lunedì 7 ottobre 2013

lunedì 7

Mi ha accerchiato l'assemblea degli stessi malfattori. Come un leone essi sono alle mie mani e ai miei piedi (Sal. 22:16)



Come i lettori della Bibbia sanno, e come spiega Marco nel suo Vangelo, "era la terza ora [circa le nove del mattino], e lo misero al palo" (Mar. 15:25). Era stato inoltre predetto che il Messia sarebbe stato annoverato con i peccatori. "Versò la sua anima alla medesima morte", scrisse Isaia, "e fu annoverato fra i trasgressori" (Isa. 53:12). Infatti, "due ladroni furono quindi messi al palo con [Gesù], uno alla sua destra e uno alla sua sinistra" (Matt. 27:38). "Ripartiscono fra loro le mie vesti", aveva scritto il salmista, "e sul mio abito gettano le sorti" (Sal. 22:18). Questo è proprio ciò che avvenne poiché, "messolo al palo", i soldati romani "distribuirono i suoi abiti gettando le sorti" (Matt. 27:35; Giov. 19:23, 24). w11 15/8 2:12, 14

domenica 6 ottobre 2013

domenica 6

Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in manto da pecore (Matt. 7:15)



Cosa comporta evitare i falsi maestri? Non li riceviamo in casa nostra e non li salutiamo. Rifiutiamo inoltre di leggere le loro pubblicazioni, di guardare programmi televisivi a cui essi partecipano, di visitare i loro siti Internet, e di lasciare i nostri commenti sui loro blog. Perché assumiamo questa ferma posizione? Per amore. Amiamo il "Dio di verità", per cui non ci interessa conoscere insegnamenti distorti che contraddicono la sua verace Parola (Sal. 31:5; Giov. 17:17). Amiamo anche l'organizzazione di Geova, mediante la quale abbiamo imparato verità entusiasmanti, fra cui il nome di Geova e il suo significato, il proposito di Dio per la terra, la condizione dei morti e la speranza della risurrezione. Ricordate come vi siete sentiti quando avete udito per la prima volta queste e altre preziose verità? Perché allora lasciarvi inasprire da persone che denigrano l'organizzazione mediante la quale le avete imparate? (Giov. 6:66-69). w11 15/7 2:4, 7

sabato 5 ottobre 2013

sabato 5

Il peccato non è attribuito a nessuno quando non c'è legge (Rom. 5:13)



I discendenti di Adamo non avevano violato la legge divina come aveva fatto Adamo, per cui non furono accusati dello stesso peccato; inoltre non era stato ancora emanato nessun codice di leggi (Gen. 2:17). Ciò nonostante ereditarono il peccato. Perciò il peccato e la morte regnarono fino a quando Dio diede agli israeliti un codice di leggi, che evidenziava chiaramente la loro condizione di peccatori (Rom. 5:14). L'effetto del peccato ereditato si potrebbe paragonare a certe tare o malattie ereditarie, come l'anemia mediterranea o l'emofilia. Avrete letto che Alessio, figlio dello zar Nicola II e della moglie Alessandra, aveva ereditato l'emofilia. È vero che in una famiglia del genere non tutti i figli sviluppano la malattia, anche se possono essere portatori sani. Non è così per il peccato. La tara del peccato trasmessa da Adamo non lascia scampo. Tutti ne subiscono le conseguenze. È sempre fatale. E viene trasmessa ai figli. w11 15/6 2:6

venerdì 4 ottobre 2013

venerdì 4

Guardatevi da ogni sorta di concupiscenza (Luca 12:15)



Le famiglie cristiane devono riflettere seriamente su quanto tempo e denaro dedicano ai divertimenti, allo svago e alla ricerca di cose materiali. Prima di acquistare qualcosa è bene che non ci limitiamo a valutare se possiamo permettercela. Chiediamoci: "Avrò la possibilità di usare regolarmente questo oggetto e di averne cura? Quanto tempo ci vorrà per imparare a usarlo?" Voi giovani, non credete a tutta la propaganda mondana sui beni di consumo ed evitate quindi di fare richieste irragionevoli pretendendo costosi capi di abbigliamento firmati o cose simili. Esercitate padronanza. Chiedetevi inoltre se un determinato acquisto aiuterà o no la vostra famiglia a tenersi pronta per la venuta del Figlio dell'uomo. Abbiate fede nella promessa di Geova: "Non ti lascerò affatto né in alcun modo ti abbandonerò" (Ebr. 13:5). w11 15/5 2:7, 8

giovedì 3 ottobre 2013

giovedì 3

Ricorda, ora, il tuo grande Creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i giorni calamitosi, o che siano arrivati gli anni in cui dirai: "Non provo alcun diletto in essi" (Eccl. 12:1)



I ragazzi sono esortati a prendere la vita seriamente. Non è male che i bambini imparino l'importanza di lavorare con impegno, sbrigando alcune faccende domestiche adatte alla loro età e alle loro capacità (Lam. 3:27). Quando era ancora un ragazzino, il re Davide imparò a essere un bravo pastore. Imparò pure a suonare e a comporre musica, capacità che lo portarono a prestare servizio al cospetto del re Saul (1 Sam. 16:11, 12, 18-21). Senza dubbio da ragazzo Davide si dedicava anche al gioco, ma al tempo stesso acquisì preziose capacità che in seguito usò per lodare Geova. Le qualità sviluppate facendo il pastore lo aiutarono a guidare la nazione di Israele con pazienza. Voi giovani, quante capacità utili state acquisendo, capacità che vi aiuteranno a servire il vostro Creatore e a prepararvi per assolvere responsabilità future? w11 15/4 1:18

mercoledì 2 ottobre 2013

mercoledì 2

Non continuiamo a dormire come fanno gli altri, ma stiamo svegli e siamo sobri (1 Tess. 5:6)



L'apostolo Paolo esortò i compagni di fede a 'non continuare a dormire come fanno gli altri'. Cosa intendeva dire? Un modo in cui si potrebbe 'continuare a dormire' è quello di non tener conto delle norme morali di Geova. Un altro è quello di ignorare il fatto che il tempo in cui Geova distruggerà gli empi si è avvicinato. Dobbiamo stare attenti che queste persone non ci influenzino al punto da farci adottare i loro modi di pensare e di agire (1 Tess. 5:4-8). Alcuni credono che non ci sia nessun Dio al quale rendere conto (Sal. 53:1). Altri pensano che Dio non si interessi di noi esseri umani, e che quindi sia inutile interessarsi di lui. Altri ancora credono di poter essere amici di Dio semplicemente perché appartengono a una chiesa. Tutte queste persone sono spiritualmente addormentate, e hanno bisogno di essere destate. Dobbiamo fare tutto il possibile per aiutarle. w12 15/3 1:4, 5