domenica 30 giugno 2013

domenica 30

Voi stessi mi diverrete un regno di sacerdoti e una nazione santa (Eso. 19:6)



La promessa di Geova in base alla quale gli israeliti avrebbero potuto provvedere "un regno di sacerdoti" sarebbe rimasta inadempiuta? Niente affatto. Se avessero cercato sinceramente di ubbidire, avrebbero avuto questa opportunità, ma non sotto la Legge. Come mai? (Gal. 3:19-25). La Legge manteneva separati dalla falsa adorazione coloro che si sforzavano fedelmente di osservarla. Rendeva gli ebrei consapevoli delle loro trasgressioni e del bisogno di un sacrificio più grande di quelli che poteva offrire il sommo sacerdote. Era un tutore che li avrebbe condotti al Cristo, o Messia, titoli che significano "Unto". Quando arrivò, però, il Messia annunciò il nuovo patto predetto da Geremia. Coloro che accettarono il Cristo furono invitati a entrare a far parte di questo nuovo patto e così sarebbero effettivamente diventati "un regno di sacerdoti". w12 15/1 5:5, 10

sabato 29 giugno 2013

sabato 29

Ecco, la schiava di Geova! Mi avvenga secondo la tua dichiarazione (Luca 1:38)



Con queste parole Maria rivelò una condizione di cuore che Dio aveva già notato. L'immediata risposta che diede all'angelo indica che era pronta ad accettare la volontà di Dio per lei. Non fece domande su come la sua gravidanza sarebbe stata considerata dalla comunità né sulle possibili conseguenze che avrebbe potuto avere sul suo fidanzamento con Giuseppe. Definendosi un'umile schiava, Maria diede prova di confidare pienamente in Geova quale suo Signore. Vi è mai successo di sentirvi sopraffatti a motivo delle sfide o delle responsabilità legate al servizio che rendete a Dio? Ognuno di noi fa bene a chiedersi: "Ho completa fiducia che Geova guida le cose in armonia con la sua volontà? Sto mostrando davvero uno spirito volenteroso?" Possiamo essere sicuri che Dio dà il suo spirito a coloro che confidano in lui con tutto il cuore e riconoscono la sua sovrana volontà (Atti 5:32). w11 15/12 4:3, 4

venerdì 28 giugno 2013

venerdì 28

Addèstrati avendo di mira la santa devozione (1 Tim. 4:7)



Gli anziani sono i primi ad addestrare i fratelli per ulteriori responsabilità. Per quanto gli altri possano aiutarlo e sostenerlo, però, è il fratello stesso che deve mostrare di avere il desiderio di diventare qualificato per servire nella congregazione (Gal. 6:5). Ovviamente un fratello non deve essere servitore di ministero o anziano per aiutare gli altri e impegnarsi a fondo nel ministero. Ma se aspira ad avere privilegi nella congregazione deve sforzarsi di soddisfare i requisiti elencati nelle Scritture (1 Tim. 3:1-13; Tito 1:5-9; 1 Piet. 5:1-3). Quindi se un fratello desidera prestare servizio come servitore di ministero o anziano, ma non è ancora stato nominato, dovrebbe concentrarsi su quegli aspetti della sua spiritualità in cui ha bisogno di migliorare. A tal fine deve leggere la Bibbia regolarmente, studiare in modo diligente, meditare approfonditamente, pregare con sentimento e partecipare al ministero cristiano con zelo. w11 15/11 5:15, 16

giovedì 27 giugno 2013

giovedì 27

Dio ci conforta in tutta la nostra tribolazione, affinché possiamo confortare quelli che sono in qualunque sorta di tribolazione (2 Cor. 1:4)



Un'importantissima fonte di conforto sono le adunanze, dove traiamo incoraggiamento dall'esame di argomenti scritturali. Leggiamo infatti che Giuda e Sila "incoraggiarono i fratelli con molti discorsi e li rafforzarono" (Atti 15:32). Per di più, prima e dopo le adunanze i componenti della congregazione fanno conversazioni edificanti. Perciò, anche se siamo afflitti da qualche situazione particolarmente difficile, evitiamo di isolarci, perché questo non migliorerebbe le cose (Prov. 18:1). Piuttosto facciamo bene a seguire l'ispirato consiglio di Paolo: "Consideriamoci a vicenda per incitarci all'amore e alle opere eccellenti, non abbandonando la nostra comune adunanza, come alcuni ne hanno l'abitudine, ma incoraggiandoci l'un l'altro e tanto più mentre vedete avvicinarsi il giorno" (Ebr. 10:24, 25). w11 15/10 4:11, 12

mercoledì 26 giugno 2013

mercoledì 26

Non dimenticate di fare il bene (Ebr. 13:16)



Ovviamente uno dei modi in cui noi cristiani facciamo il bene agli altri è con "la pubblica dichiarazione della nostra speranza". Cogliete tutte le occasioni che vi si presentano? Paolo definì questa fondamentale attività cristiana "un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che fanno pubblica dichiarazione del [...] nome [di Dio]" (Ebr. 10:23; 13:15; Osea 14:2). Si potrebbe dire molto sulla quantità e la qualità del tempo che dedichiamo alla predicazione della buona notizia del Regno, e molte parti dell'adunanza di servizio vengono preparate proprio per aiutarci a riflettere su questo punto. In sintesi, comunque, dato che il servizio di campo e la testimonianza informale sono "un sacrificio di lode", parte integrante della nostra adorazione, tale sacrificio dovrebbe essere il meglio che possiamo offrire. Anche se le circostanze variano, la quantità di tempo che dedichiamo ad annunciare la buona notizia spesso è indice del nostro apprezzamento per le cose spirituali. w12 15/1 4:9, 10

martedì 25 giugno 2013

martedì 25

Se qualcuno ama Dio, è conosciuto da lui (1 Cor. 8:3)



Alcuni che amano profondamente Geova dubitano che egli possa avere una buona opinione di loro. Forse provano sentimenti di indegnità e per questo fanno fatica a credere di poter appartenere a Geova. Ma possiamo essere veramente felici che Dio ci veda da una prospettiva diversa! (1 Sam. 16:7). L'amore che nutrite per Dio è un fattore determinante per essere conosciuti da lui, cioè per avere la sua approvazione. Riflettete su quanto segue. Perché state leggendo questa pubblicazione? Perché vi state sforzando di servire Geova con tutto il cuore, l'anima, la mente e la forza? Se vi siete dedicati a Dio e vi siete battezzati, cosa vi ha portato a compiere questi passi? La Bibbia spiega che Geova esamina il cuore e attira coloro che sono "desiderabili" (Agg. 2:7; Giov. 6:44). Potete quindi essere certi che se state servendo Geova è perché egli vi ha attirato. E Dio non abbandona mai quelli che attira, purché rimangano fedeli. Li considera preziosi e li ama teneramente (Sal. 94:14). w11 15/9 5:3

lunedì 24 giugno 2013

lunedì 24

Chi copre la trasgressione cerca amore, e chi continua a parlare di una questione separa quelli che sono familiari l'uno con l'altro (Prov. 17:9)



Se un cristiano viene a sapere che un compagno di fede ha commesso un peccato grave, dovrebbe incoraggiarlo a confessare agli anziani (1 Cor. 6:9, 10; Giac. 5:14-16). Se questi non lo fa, colui che è venuto a conoscenza del peccato dovrebbe riferire la cosa. Qualora mancasse di farlo, pensando erroneamente di mantenere rapporti pacifici con il peccatore, si renderebbe complice della trasgressione (Lev. 5:1; Prov. 29:24). Comunque la maggior parte dei contrasti tra fratelli non è dovuta a peccati gravi, che richiedono un'azione giudiziaria. Quanto è meglio, perciò, mostrare amore e passare sopra agli errori. Se tutti noi agiremo in armonia con le parole della scrittura di oggi, salvaguarderemo la pace della congregazione e manterremo una buona relazione con Geova (Matt. 6:14, 15). w11 15/8 4:15, 17

domenica 23 giugno 2013

domenica 23

Mi accingo a scendere per liberarlo dalla mano degli egiziani (Eso. 3:8)



Il proposito di Geova nel liberare gli israeliti era quello di farne il suo popolo (Gen. 22:17). Dio diede agli israeliti un codice di leggi che avrebbe permesso loro di avere una pacifica relazione con lui (Isa. 48:17, 18). Disse loro: "Se ubbidirete strettamente alla mia voce e osserverete in realtà il mio patto [contenuto nel codice della Legge], allora certamente diverrete di fra tutti gli altri popoli la mia speciale proprietà" (Eso. 19:5, 6). Di conseguenza, la relazione privilegiata con Dio di cui godevano gli israeliti dipendeva dall'ubbidire alla sua voce. Pensate a come sarebbe stata la vita degli israeliti se solo avessero ubbidito alla voce di Dio! Geova avrebbe benedetto i loro campi, le loro vigne, i loro greggi e le loro mandrie. Li avrebbe anche protetti dai nemici: una prova concreta, questa, del fatto che l'ubbidienza al vero Dio reca benedizioni spirituali e materiali (1 Re 10:23-27). w11 15/7 3:7, 8

sabato 22 giugno 2013

sabato 22

Pascete il gregge di Dio affidato alla vostra cura (1 Piet. 5:2)



L'apostolo Pietro scrisse la sua prima lettera qualche tempo prima che Nerone scatenasse la persecuzione contro i cristiani di Roma. Pietro desiderava rafforzare i suoi compagni di fede. Il Diavolo 'andava in giro' cercando di divorare i cristiani. Per rimanere fermi contro di lui, essi dovevano 'mantenersi assennati' e 'umiliarsi sotto la potente mano di Dio' (1 Piet. 5:6, 8). Avevano anche bisogno di rimanere uniti. Non potevano permettersi di 'mordersi e divorarsi gli uni gli altri', perché questo avrebbe potuto portarli ad 'annientarsi gli uni gli altri' (Gal. 5:15). Oggi ci troviamo in una situazione simile. Il Diavolo è in cerca di opportunità per divorarci (Riv. 12:12). E all'orizzonte si profila una "grande tribolazione come non è accaduta dal principio del mondo" (Matt. 24:21). L'esortazione data ai cristiani del I secolo a non litigare fra loro vale anche per noi. Per evitare tale pericolo, a volte abbiamo bisogno dell'aiuto degli anziani. w11 15/6 3:1, 2

venerdì 21 giugno 2013

venerdì 21

Dio si compiace di tali sacrifici (Ebr. 13:16)



Se per l'israelita il sacrificio era un'espressione volontaria della sua sincera gratitudine nei confronti di Geova, la scelta dell'animale da offrire non avrebbe rappresentato un problema. L'offerente sarebbe stato felice di dare a Geova il meglio. Oggi, pur non offrendo i sacrifici letterali contemplati dalla Legge mosaica, i cristiani fanno sacrifici nel senso che usano tempo, energie e risorse per servire Geova. L'apostolo Paolo definì la "pubblica dichiarazione" della speranza cristiana e il "fare il bene" e "condividere con altri" sacrifici graditi a Dio (Ebr. 13:15). Lo spirito con cui i servitori di Geova si impegnano in tali attività rivela quanto sono grati per tutto ciò che Geova ha dato loro. Esiste quindi un parallelo tra l'atteggiamento e i motivi dei cristiani odierni e quelli degli israeliti che nell'antichità offrivano sacrifici volontari. w12 15/1 3:8

giovedì 20 giugno 2013

giovedì 20

Abbandonate subito le reti, lo seguirono (Matt. 4:20)



Cosa aiutò Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni a dedicarsi a tempo pieno al ministero? Si trattò di una decisione presa d'impulso? Niente affatto! Nei mesi precedenti avevano ascoltato Gesù, lo avevano visto compiere miracoli, avevano notato il suo zelo per la giustizia ed erano stati testimoni dello straordinario effetto della sua predicazione. Di conseguenza, la loro fede e la loro fiducia in Geova si erano rafforzate (Matt. 4:18-22). Come possiamo imitare Gesù e aiutare chi studia la Bibbia con noi a imparare ad avere fiducia in Geova? (Prov. 3:5, 6). Quando insegniamo, possiamo sottolineare che Dio promette di benedirci abbondantemente se mettiamo il Regno al primo posto (Mal. 3:10; Matt. 6:33). Per quanto sia utile usare vari versetti per spiegare che Geova provvede il necessario ai suoi servitori, non dobbiamo sottovalutare l'effetto del nostro stesso esempio. Raccontando qualche nostra esperienza possiamo aiutare in notevole misura lo studente ad avere fiducia in Geova. w11 15/11 4:6, 7

mercoledì 19 giugno 2013

mercoledì 19

Non mentite gli uni agli altri. Spogliatevi della vecchia personalità con le sue pratiche, e rivestitevi della nuova personalità, che per mezzo dell'accurata conoscenza si rinnova secondo l'immagine di Colui che la creò (Col. 3:9, 10)



In una famiglia cristiana, cosa può aiutare ciascun componente a trattare gli altri con benignità e bontà? L'accurata conoscenza della Parola di Dio ha un ruolo importante. Durante la settimanale adorazione in famiglia, alcuni capifamiglia includono lo studio del frutto dello spirito. Tale studio non è difficile da organizzare: utilizzando gli strumenti di ricerca disponibili nella vostra lingua scegliete il materiale relativo a ciascun aspetto del frutto dello spirito. Potreste trattare anche solo alcuni paragrafi ogni settimana, impiegando diverse settimane per ciascun aspetto. Mentre studiate il materiale, leggete e commentate le scritture a cui si fa riferimento. Cercate di capire come applicare ciò che imparate e chiedete a Geova di benedire i vostri sforzi (1 Tim. 4:15; 1 Giov. 5:14, 15). w11 15/4 4:10

martedì 18 giugno 2013

martedì 18

Con la mia voce chiamerò Geova stesso, ed egli mi risponderà dal suo monte santo (Sal. 3:4)



Esprimendo la sua fiducia in Geova, Davide scrisse le suddette parole. Per ordine di Davide, l'arca del patto, simbolo della presenza di Dio, è stata portata sul monte Sion (2 Sam. 15:23-25). Appropriatamente, quindi, Davide dice che la sua preghiera sarà esaudita dal monte santo di Geova. Certo che la sua preghiera a Dio non sarà vana, Davide non prova terrore. Al contrario, dice: "In quanto a me, certamente giacerò per dormire; di sicuro mi sveglierò, poiché Geova stesso continua a sostenermi" (Sal. 3:5). Anche se di notte il pericolo di un attacco a sorpresa è maggiore, Davide non ha timore di andare a dormire. È sicuro che si sveglierà, perché le sue esperienze passate gli hanno insegnato che può contare sull'incrollabile sostegno di Dio. La stessa fiducia possiamo avere noi se osserviamo "le vie di Geova" e non ci allontaniamo mai da lui (2 Sam. 22:21, 22). w11 15/5 5:6, 7

lunedì 17 giugno 2013

lunedì 17

Pietro era tenuto nella prigione; ma preghiera era intensamente rivolta a Dio per lui dalla congregazione (Atti 12:5)



Le preghiere che quei cristiani rivolgevano a favore del loro diletto fratello erano suppliche ferventi e sincere. La morte di Giacomo non li aveva gettati nella disperazione, né li aveva indotti a credere che fosse inutile pregare. Al contrario, sapevano che Geova attribuisce grande valore alle preghiere dei suoi fedeli adoratori. E se sono in armonia con la sua volontà le esaudisce (Ebr. 13:18, 19; Giac. 5:16). Cosa impariamo dai compagni di fede di Pietro? Essere vigilanti richiede che si preghi non solo per se stessi, ma anche per i propri fratelli e le proprie sorelle (Efes. 6:18). Sapete di fratelli afflitti da qualche prova? Alcuni forse stanno soffrendo a causa di persecuzione, divieti governativi, disastri naturali o difficoltà meno evidenti. Perché non rivolgete a Geova sentite preghiere a loro favore? w12 15/1 2:13, 14

domenica 16 giugno 2013

domenica 16

Il frutto dello spirito è amore, gioia, pace, longanimità, benignità, bontà, fede, mitezza, padronanza di sé (Gal. 5:22, 23)



Facciamo bene a esaminarci per capire se le nostre parole e azioni dimostrano che siamo guidati dallo spirito santo e che ne produciamo il frutto (2 Cor. 13:5a; Gal. 5:25). Se ci rendiamo conto di dover coltivare alcuni aspetti del frutto dello spirito, possiamo farci guidare più pienamente dallo spirito santo per produrre queste qualità. Facciamo questo studiando ogni aspetto del frutto dello spirito così come è rivelato nelle pagine della Bibbia e spiegato nelle pubblicazioni cristiane. In tal modo possiamo capire come dovremmo manifestarlo nella vita di tutti i giorni e quindi impegnarci per coltivarlo in misura più piena. Quando osserviamo i risultati dell'operato dello spirito di Dio nella nostra vita e in quella dei fratelli, comprendiamo chiaramente perché dobbiamo farci guidare da esso. w11 15/12 2:16, 17

sabato 15 giugno 2013

sabato 15

Rivolgere la mente alla carne significa morte, ma rivolgere la mente allo spirito significa vita e pace (Rom. 8:6)



Come possiamo "rivolgere la mente allo spirito"? Concentrandoci regolarmente sulle cose dello spirito e permettendo che si sviluppi in noi un atteggiamento spirituale. In questo modo avremo una mentalità "sottoposta alla legge di Dio" e "in armonia con" i suoi pensieri (Rom.8:7, 8). Quando ci troveremo davanti a una tentazione saremo spinti a fare la scelta giusta, una scelta secondo lo spirito. È dunque fondamentale che rivolgiamo la mente alle cose dello spirito. Ciò avviene nel momento in cui 'cingiamo la nostra mente per l'attività', incentrando la vita su regolari attività spirituali come la preghiera, la lettura e lo studio della Bibbia e la partecipazione alle adunanze e al ministero cristiano (1 Piet. 1:13). Invece di farci distrarre dalle cose della carne, rivolgiamo la mente alle cose dello spirito. Questo ci recherà benedizioni, poiché rivolgere la mente allo spirito significa vita e pace (Gal. 6:7, 8). w11 15/11 2:17, 18

venerdì 14 giugno 2013

venerdì 14

Geova sana quelli che hanno il cuore rotto, e fascia le loro parti dolenti (Sal. 147:3)



Sono molte le circostanze in cui abbiamo bisogno di conforto. Una delle più dolorose in assoluto è quando si perde una persona cara, specialmente se si tratta del coniuge o di un figlio. Anche chi è vittima di discriminazioni o di pregiudizi ha bisogno di sostegno. A queste situazioni si possono aggiungere salute malferma, età, povertà, problemi coniugali e le tristi condizioni del mondo in cui viviamo, tutti fattori che possono gettare una persona nello sconforto. Quando attraversiamo momenti difficili possiamo soffrire sotto diversi punti di vista: a risentirne possono essere il cuore, la mente, la sfera emotiva e la salute, sia fisica che spirituale. Prendiamo ad esempio il cuore. La Parola di Dio riconosce che esso può essere "rotto e affranto" (Sal. 51:17). Anche in situazioni drammatiche, Dio può dare sollievo a un cuore abbattuto se ci si rivolge a lui in preghiera con piena fede e si osservano i suoi comandamenti (1 Giov. 3:19-22; 5:14, 15). w11 15/10 3:6, 7

giovedì 13 giugno 2013

giovedì 13

Poiché abbiamo un così gran nuvolo di testimoni che ci circondano, deponiamo anche noi ogni peso e corriamo con perseveranza la corsa che ci è posta dinanzi (Ebr. 12:1)



Molti degli uomini fedeli menzionati da Paolo nel capitolo 11 di Ebrei erano vissuti in circostanze simili alle nostre. Per esempio Noè visse quando il mondo antidiluviano stava per giungere alla sua fine. Noi siamo prossimi alla fine del presente sistema di cose. Geova chiese ad Abraamo e Sara di lasciare la loro città per sostenere la vera adorazione e attendere l'adempimento della sua promessa. Noi siamo incoraggiati a rinnegare noi stessi per poter ricevere l'approvazione di Geova e le benedizioni che ha in serbo per noi. Mosè fu disposto ad attraversare un deserto spaventoso per giungere alla Terra Promessa. Noi siamo per così dire in viaggio attraverso questo morente sistema di cose, diretti verso il promesso nuovo mondo. Le vicende di questi uomini, i loro successi e i loro insuccessi, i loro punti di forza e le loro debolezze, meritano tutta la nostra attenzione (Rom. 15:4; 1 Cor. 10:11). w11 15/9 3:12

mercoledì 12 giugno 2013

mercoledì 12

"Abraamo ripose fede in Geova e gli fu attribuito a giustizia", e fu chiamato "amico di Geova" (Giac. 2:23)



La fede di Abraamo fu evidente dal suo spirito pacifico. Per esempio, quando le greggi e il bestiame di Abraamo aumentarono di numero, venne a crearsi una situazione tesa fra i suoi mandriani e quelli del nipote Lot (Gen. 12:5; 13:7). La cosa più ovvia da fare era che i due si separassero. Invece di far valere la sua età e la sua posizione davanti a Dio per dire al nipote cosa fare, Abraamo dimostrò di essere un uomo che davvero promuoveva la pace. "Ti prego, non continui alcuna lite fra me e te e fra i miei mandriani e i tuoi mandriani", disse al nipote, "poiché noi siamo fratelli". Quindi proseguì dicendo: "Non è tutto il paese a tua disposizione? Ti prego, sepàrati da me. Se tu vai a sinistra, allora io certamente andrò a destra; ma se tu vai a destra, allora io certamente andrò a sinistra". Lot scelse la zona più fertile del paese, eppure Abraamo non covò risentimento nei suoi confronti (Gen. 13:8-11). w11 15/8 3:9, 10

martedì 11 giugno 2013

martedì 11

Va via, Satana! (Matt. 4:10)



Poco dopo il battesimo di Gesù, Satana cercò di indurlo a perseguire desideri egoistici e a smettere così di considerare Geova la Persona più importante nella sua vita. Il Diavolo sottopose Gesù a tre tentazioni. Nella prima tentò di far leva sui bisogni fisici di Gesù cercando di spingerlo a trasformare delle pietre in pani (Matt. 4:2, 3). Gesù aveva digiunato per 40 giorni e perciò aveva molta fame. Così il Diavolo tentò di indurlo a fare cattivo uso dei suoi poteri miracolosi per soddisfare la sua fame. Come reagì Gesù? A differenza di Eva, si concentrò sulla Parola di Geova e respinse immediatamente la tentazione (Matt. 4:4). In un estremo tentativo, Satana offrì a Gesù tutti i regni del mondo (Matt. 4:8, 9). Gesù respinse senza indugio l'offerta. Si rendeva conto che accettarla avrebbe significato rigettare la sovranità di Geova, il suo diritto di essere riconosciuto come l'Altissimo. In ciascun caso, Gesù rispose a Satana citando scritture che contenevano il nome personale di Geova. w11 15/5 3:9, 11

lunedì 10 giugno 2013

lunedì 10

Le sue stesse mogli inclinarono il suo cuore a seguire altri dèi (1 Re 11:4)



Le cose presero una brutta piega dopo che Salomone diventò re. Egli formò "un'alleanza matrimoniale con Faraone re d'Egitto e prendeva la figlia di Faraone e la conduceva nella Città di Davide" (1 Re 3:1). Col tempo Salomone costruì per lei (e forse per le sue ancelle egiziane) una casa fuori della Città di Davide. Perché? Perché, come spiegano le Scritture, non era appropriato che un'adoratrice di idoli dimorasse nei pressi del luogo dov'era custodita l'arca del patto (2 Cron. 8:11). È possibile che Salomone, sposando una principessa egiziana, abbia pensato di trarne dei vantaggi politici. Ma era una ragione plausibile? Molto tempo prima, Dio aveva proibito di sposare donne cananee, pagane, e aveva persino elencato alcune delle popolazioni da evitare (Eso. 34:11-16). Salomone pensò forse che l'Egitto non era fra le nazioni elencate? In tal caso, sarebbe stata una scusa valida? In realtà con il suo modo di agire sottovalutò il chiaro rischio che Geova aveva menzionato, cioè il pericolo che un israelita lasciasse la vera adorazione per volgersi all'adorazione di idoli (Deut. 7:1-4). w11 15/12 1:10, 12, 13

domenica 9 giugno 2013

domenica 9

È necessario circonciderli e ordinare loro di osservare la legge di Mosè (Atti 15:5)



Nel 49 gli apostoli e gli anziani di Gerusalemme, essi stessi ebrei circoncisi, "si radunarono per considerare la questione" (Atti 15:6). Ciò che ne seguì non fu una noiosa disquisizione teologica su aridi dettagli di scarsa importanza, ma un vivace dibattito dottrinale. Entrambe le parti sostennero con forza le proprie ragioni. Il brano che contribuì a risolvere la questione fu Amos 9:11, 12. Pertanto, quando le Scritture predicevano che i rimanenti della casa di Israele (ebrei e proseliti circoncisi). insieme a "persone di tutte le nazioni" (gentili non circoncisi) sarebbero diventati un popolo per il nome di Dio, il messaggio era chiaro (Atti 15:17). La circoncisione non era richiesta ai gentili che volevano diventare cristiani. La Parola di Dio e il suo spirito permisero a quei cristiani sinceri di giungere a "un accordo unanime" (Atti 15:25). w12 15/1 1:4, 6-8

sabato 8 giugno 2013

sabato 8

I nostri occhi sono verso di te (2 Cron. 20:12)



Cosa facciamo quando dobbiamo prendere una decisione importante? Prima prendiamo la decisione e poi preghiamo Geova perché la benedica? Consideriamo ciò che fece Giosafat, re di Giuda, quando le forze alleate dei moabiti e degli ammoniti salirono contro di lui per combattere. "Giosafat ebbe timore e volse la faccia per ricercare Geova", dice la Bibbia. Proclamò un digiuno in tutto Giuda e radunò il popolo "per interrogare Geova". Quindi si alzò in piedi nella congregazione di Giuda e di Gerusalemme e pregò, dicendo tra l'altro: "O nostro Dio, non eseguirai il giudizio su di loro? Poiché in noi non c'è potenza davanti a questa grande folla che ci viene contro". Il vero Dio ascoltò la preghiera di Giosafat e salvò il popolo in modo miracoloso (2 Cron. 20:3-12, 17). Quando prendiamo una decisione non dovremmo confidare in Geova anziché appoggiarci al nostro intendimento? w11 15/11 1:10, 11

venerdì 7 giugno 2013

venerdì 7

Voi siete miei amici se fate quello che vi comando (Giov. 15:14)



Gesù era amichevole con tutti, ma amico stretto solo di chi soddisfaceva specifici requisiti, come gli undici apostoli fedeli (Giov. 13:27, 30). Gesù stringeva amicizia solo con chi lo seguiva e serviva Geova. Perciò, se desiderate diventare amici stretti di qualcuno, fate bene a tenere presenti le parole di Gesù. Ad esempio chiedetevi: "Questa persona dimostra con le parole e con le azioni che ubbidisce ai comandi di Geova e di Gesù? Condivide i miei stessi valori e princìpi morali? Stare in sua compagnia mi aiuterà a mettere il Regno al primo posto nella vita e a servire Geova con lealtà?" Se siete sicuri di poter rispondere affermativamente a queste domande, avete trovato un buon amico con cui passare il tempo libero (Sal. 119:63; 2 Cor. 6:14; 2 Tim. 2:22). w11 15/10 1:14, 15

giovedì 6 giugno 2013

giovedì 6

Tu sei il mio rifugio, la mia parte nel paese dei viventi (Sal. 142:5)



Quando compose questo salmo, Davide non era in un palazzo e neppure in una casa. Si trovava in una caverna per nascondersi dai suoi nemici. Era braccato dal re Saul, che voleva ucciderlo. Davide trovò riparo in una caverna di difficile accesso (1 Sam. 22:1, 4). In quella regione remota poteva sembrargli di non avere amici al suo fianco che gli dessero aiuto e protezione (Sal. 142:4). Fu in quei momenti che Davide implorò Dio. È possibile che quando compose il Salmo 142 Davide fosse già venuto a conoscenza di quello che era accaduto al sommo sacerdote Ahimelec, il quale lo aveva aiutato senza sapere che stava scappando da Saul. Spinto dalla gelosia il re Saul aveva fatto uccidere Ahimelec e la sua casa (1 Sam. 22:11, 18, 19). Davide si sentì responsabile della loro morte; era come se fosse stato lui a uccidere il sacerdote che lo aveva aiutato. Se vi foste trovati al posto di Davide, vi sareste sentiti responsabili? w11 15/9 1:14-16

mercoledì 5 giugno 2013

mercoledì 5

Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una gran luce. In quanto a quelli che dimoravano nel paese della profonda ombra, la luce stessa ha rifulso su di loro (Isa. 9:2)



Così era stato predetto il ministero pubblico del Messia in Galilea. Gesù iniziò il suo ministero mentre si trovava a Capernaum, "nei distretti di Zabulon e Neftali", dove molti beneficiarono della luce spirituale che egli portava loro (Isa. 9:1; Matt. 4:12-16). In Galilea pronunciò lo straordinario Sermone del Monte, scelse gli apostoli, compì il suo primo miracolo, e probabilmente apparve a circa 500 discepoli dopo essere stato risuscitato (Matt. 5:1–7:27; 28:16-20; Mar. 3:13, 14; Giov. 2:8-11; 1 Cor. 15:6). Adempì quindi la profezia di Isaia predicando 'nel paese di Zabulon e nel paese di Neftali'. Naturalmente Gesù predicò il messaggio del Regno anche in altre località d'Israele. w11 15/8 1:13

martedì 4 giugno 2013

martedì 4

Non porrò di fronte ai miei occhi nessuna cosa buona a nulla (Sal. 101:3)



Qualunque cosa possa macchiare la nostra coscienza o compromettere la nostra relazione con Geova è per noi una "cosa buona a nulla". E di sicuro non vorremmo mai diventare, per così dire, una "cosa buona a nulla" per gli altri suscitando in loro desideri errati. È per questo che prendiamo sul serio il consiglio ispirato di indossare abiti appropriati e modesti (1 Tim. 2:9). La modestia non è un concetto che possiamo definire in base ai nostri gusti. Dobbiamo tenere conto della coscienza e della sensibilità degli altri, anteponendo il loro benessere e la loro pace mentale alle nostre preferenze (Rom. 15:1, 2). La congregazione cristiana è benedetta dalla presenza di migliaia e migliaia di giovani che costituiscono un eccellente esempio sotto questo aspetto. Siamo davvero orgogliosi di loro quando rifiutano di 'andare dietro al loro cuore e ai loro occhi' e scelgono invece di fare piacere a Geova in ogni cosa, abbigliamento compreso (Num. 15:39). w11 15/7 1:12, 13

lunedì 3 giugno 2013

lunedì 3

Gli farò un aiuto, come suo complemento (Gen. 2:18)



Anche se sostenere attivamente il proprio marito con le parole e con le azioni comporta di sicuro dei sacrifici, la moglie è consapevole che l'impegno del marito nelle attività teocratiche aiuta l'intera famiglia a rimanere spiritualmente sveglia. Una moglie può trovare difficile sostenere il marito quando questi prende una decisione su cui lei non è d'accordo. Anche in questo caso, però, manifesta uno "spirito quieto e mite" e coopera con lui per la riuscita della sua decisione (1 Piet. 3:4). La brava moglie cerca di seguire l'eccellente esempio delle donne devote dell'antichità, come Sara, Rut, Abigail e Maria, madre di Gesù (1 Piet. 3:5, 6). Imita anche gli odierni esempi di donne anziane dalla "condotta riverente" (Tito 2:3, 4). Mostrando amore e rispetto al marito la moglie esemplare contribuisce notevolmente al benessere dell'intera famiglia. La sua casa è un'oasi di serenità e sicurezza. Per l'uomo spirituale una brava moglie ha un valore inestimabile! (Prov. 18:22). w11 15/5 1:10, 13, 14

domenica 2 giugno 2013

domenica 2

Felici quelli le cui opere illegali sono state perdonate e i cui peccati sono stati coperti (Rom. 4:7)



Dio ha provveduto un adeguato strumento legale per il perdono dei peccati. Questa buona notizia si incentra sul ruolo di Gesù nella realizzazione del proposito di Dio. Paolo attendeva con ansia il "giorno in cui Dio giudicherà per mezzo di Cristo Gesù le cose segrete del genere umano, secondo la buona notizia" (Rom. 2:16). Con questa affermazione l'apostolo non stava sminuendo l'importanza del "regno del Cristo e di Dio" né di ciò che Dio farà per mezzo del Regno (Efes. 5:5). Egli mostrò che, se vogliamo vivere e ricevere le benedizioni che saranno elargite sotto il Regno di Dio, dobbiamo riconoscere (1) la nostra condizione di peccatori agli occhi di Dio e (2) la necessità di esercitare fede in Gesù Cristo per ricevere il perdono dei peccati. Quando una persona comprende e accetta questi aspetti del proposito di Dio e vede quali prospettive questo le apra per il futuro, può giustamente esclamare: "Questa è proprio una buona notizia!" w11 15/6 1:17, 19

sabato 1 giugno 2013

sabato 1

Se un uomo aspira all'incarico di sorvegliante, desidera un'opera eccellente (1 Tim. 3:1)



Quando Paolo esortò gli uomini della congregazione a sforzarsi di divenire idonei per ricevere maggiori responsabilità, non intendeva incoraggiarli a soddisfare ambizioni personali. 'Aspirare' richiede che i cristiani coltivino il vivo desiderio di impegnarsi strenuamente così da sviluppare le qualità spirituali necessarie per servire i fratelli. Se un fratello è battezzato da almeno un anno e soddisfa in misura ragionevole i requisiti scritturali dei servitori di ministero esposti in 1 Timoteo 3:8-13, se ne può raccomandare la nomina. Si noti che il versetto 8 dice espressamente: "I servitori di ministero devono similmente esser seri". Sei un giovane serio negli ultimi anni dell'adolescenza e sei battezzato? Ci sono diversi modi in cui puoi dimostrare di aspirare a ricevere maggiori responsabilità. Uno è quello di migliorare la tua partecipazione al ministero di campo. w11 15/4 1:11, 12