mercoledì 31 luglio 2013

mercoledì 31

Parlate tutti concordemente (1 Cor. 1:10)



Continuando a "dedicarsi all'insegnamento degli apostoli", i primi seguaci di Gesù favorivano uno spirito di unità nella congregazione (Atti 2:42). Apprezzavano la guida e i consigli scritturali ricevuti dagli anziani. Dato che gli anziani odierni collaborano con la classe dello schiavo fedele e discreto, tutti i componenti della congregazione possono contare sull'aiuto e l'incoraggiamento necessari per rimanere uniti. Quando ci atteniamo umilmente all'insegnamento biblico impartito dall'organizzazione di Geova e seguiamo la guida degli anziani, diamo prova del fatto che stiamo "cercando di osservare premurosamente l'unità dello spirito nell'unificante vincolo della pace" (Efes. 4:3). Facciamo dunque tutto il possibile per salvaguardare uno spirito sano e positivo nella congregazione. Così facendo potremo star certi che 'l'immeritata benignità del Signore Gesù Cristo sarà con lo spirito che mostriamo' (Filip. 4:23). w12 15/2 3:17, 18

martedì 30 luglio 2013

martedì 30

La salvezza appartiene a Geova. La tua benedizione è sul tuo popolo (Sal. 3:8)



Nonostante abbia problemi enormi a causa del tradimento di Absalom, Davide pensa a tutti i servitori di Geova e ha fiducia che Dio li benedirà. Non dovremmo anche noi pensare ai nostri compagni di fede? Ricordiamoli nelle nostre preghiere, chiedendo a Geova di dare loro il suo spirito santo affinché possano farsi coraggio e dichiarare con fiducia la buona notizia (Efes. 6:17-20). Davide si rallegra forse quando apprende la notizia della morte di Absalom? No, ma piange e grida: "Oh fossi morto io [...] invece di te, Absalom figlio mio, figlio mio!" (2 Sam. 18:24-33). Solo le parole di Gioab fanno tornare in sé Davide dalla sua disperazione. Che tragica fine fu quella di Absalom, la cui smodata ambizione lo portò alla rovina inducendolo a combattere contro il suo stesso padre, l'unto di Geova! (2 Sam. 19:1-8; Prov. 12:21; 24:21, 22). w11 15/5 5:11, 13

lunedì 29 luglio 2013

lunedì 29

Immediatamente lo spirito lo spinse ad andare nel deserto (Mar. 1:12)



La Bibbia dice che lo spirito santo di Dio fu una forza potente nella vita di Gesù come uomo. Egli ne accettava con gioia l'influenza; quando lo spirito lo 'spingeva', egli si lasciava guidare e agiva di conseguenza (Luca 4:14). Vi fate guidare anche voi dallo spirito di Dio? La forza attiva di Dio continua a operare sulla mente e sul cuore delle persone che ne desiderano la guida. Cosa potete fare affinché operi su di voi e vi guidi nella direzione giusta? Pregate costantemente Geova di darvi il suo spirito e di aiutarvi ad accettarne la guida (Efes. 3:14-16). Agite in armonia con le vostre preghiere ricercando i consigli che si trovano nella Parola di Dio, la Bibbia, che è opera dello spirito santo (2 Tim. 3:16, 17). Ubbidite alle sue sagge istruzioni e seguite di buon grado la guida dello spirito santo. Così facendo, dimostrerete di aver fede nella capacità di Geova di guidarvi nel modo migliore in questo mondo malvagio. w11 15/12 2:18, 19

domenica 28 luglio 2013

domenica 28

Dio, per amore del suo beneplacito, agisce in voi per produrre in voi il volere e l'agire (Filip. 2:13)



Cosa può aiutare un fratello che non ha il desiderio di assumersi responsabilità nella congregazione? Il desiderio di servire viene da Geova, e il suo spirito può dare a un cristiano la forza di rendergli sacro servizio (Filip. 4:13). Inoltre, il fratello può pregare Dio di aiutarlo a fare ciò che è giusto (Sal. 25:4, 5). Geova benedice gli sforzi che gli anziani fanno per addestrare altri fratelli, così come benedice quelli che fanno tesoro di tale addestramento e desiderano servire la congregazione. Le Scritture ci assicurano che fra i servitori di Geova verranno suscitati "sette pastori, sì, otto duchi", il numero necessario di uomini capaci, per guidare la sua organizzazione (Mic. 5:5). Ringraziamo Geova che tanti uomini vengano addestrati e si sforzino umilmente di diventare idonei per ricoprire incarichi di servizio alla sua lode. w11 15/11 5:18, 19

sabato 27 luglio 2013

sabato 27

Tutte le cose che furono scritte anteriormente furono scritte per nostra istruzione, affinché avessimo speranza (Rom. 15:4)



Conoscere la verità riguardo ai propositi di Dio e avere una speranza autentica per il futuro è senz'altro di grande conforto. Gesù diede un ottimo esempio servendosi delle Scritture per istruire e confortare. In una circostanza, dopo la sua risurrezione, "apriva pienamente le Scritture" a due discepoli cui era apparso. I due furono profondamente toccati dalle sue parole (Luca 24:32). Seguendo l'eccellente esempio di Gesù, l'apostolo Paolo 'ragionava attingendo dalle Scritture'. A Berea i suoi ascoltatori "ricevettero la parola con la massima premura di mente, esaminando attentamente le Scritture ogni giorno" (Atti 17:2, 10, 11). È davvero opportuno che leggiamo la Bibbia quotidianamente e che facciamo tesoro degli insegnamenti che troviamo in essa e nelle pubblicazioni cristiane, concepite per darci conforto e speranza in questi tempi difficili. w11 15/10 4:13, 14

venerdì 26 luglio 2013

venerdì 26

Diletti, edificandovi nella vostra santissima fede, e pregando con spirito santo, mantenetevi nell'amore di Dio (Giuda 20, 21)



Una volta che Geova ci ha attirato dobbiamo preoccuparci di rimanere nel suo amore. La Bibbia infatti indica che è possibile essere "portati alla deriva" o perfino decidere di allontanarsi da Dio (Ebr. 2:1; 3:12, 13). Per esempio, prima delle parole riportate in 2 Timoteo 2:19, Paolo aveva menzionato Imeneo e Fileto. Entrambi evidentemente erano appartenuti a Geova, ma in seguito avevano deviato dalla verità (2 Tim. 2:16-18). Anche nelle congregazioni della Galazia alcuni che erano stati conosciuti da Dio non rimasero nella luce spirituale di cui avevano goduto un tempo (Gal. 4:9). Non dimentichiamo mai quanto è prezioso avere l'approvazione di Dio! In più, ci sono qualità che Geova apprezza particolarmente (Sal. 15:1-5; 1 Piet. 3:4). Tra queste risaltano la fede e l'umiltà che contraddistinsero alcuni che furono conosciuti da Dio. w11 15/9 5:4, 5

giovedì 25 luglio 2013

giovedì 25

Gustate e vedete che Geova è buono; felice è l'uomo robusto che si rifugia in lui (Sal. 34:8)



Per coltivare una fede forte non basta leggere o sentire di come altri sono stati benedetti da Geova. Chi studia la Bibbia ha anche bisogno di sperimentare la bontà di Geova in prima persona. Come possiamo aiutare coloro che studiano la Bibbia a capire che Geova è buono? Supponiamo che uno studente, oltre ad avere preoccupazioni di natura economica, stia anche cercando di liberarsi di un vizio, ad esempio il fumo, il gioco d'azzardo o il bere (Prov. 23:20, 21; 2 Cor. 7:1; 1 Tim. 6:10). Insegnandogli a pregare per avere la forza di vincere tale vizio non lo aiuteremo a sperimentare la bontà di Geova? Pensiamo poi ai risultati che si possono ottenere se incoraggiamo lo studente a dare la precedenza alle cose spirituali prendendosi il tempo ogni settimana per studiare la Bibbia e prepararsi per le adunanze e parteciparvi. Non c'è dubbio che, constatando come Geova benedice i suoi sforzi, la sua fede si rafforzerà. w11 15/11 4:8

mercoledì 24 luglio 2013

mercoledì 24

Ci sarà una risurrezione sia dei giusti che degli ingiusti (Atti 24:15)



Imitando il modo di agire di Geova godiamo di una stretta relazione con lui e contribuiamo alla pace e all'unità che regnano nel nostro paradiso spirituale. Perseguire la pace all'interno della congregazione ci aiuta a capire come perseguirla anche con le persone a cui predichiamo la "buona notizia della pace" (Efes. 6:15). Siamo più preparati a 'essere gentili verso tutti' e a 'mantenerci a freno nel male' (2 Tim. 2:24). Dobbiamo ricordare inoltre le parole della scrittura di oggi. Quando sulla terra questa speranza diverrà una realtà, saranno riportate in vita milioni di persone diverse per origine, indole e personalità e vissute in epoche diverse fin dalla "fondazione del mondo" (Luca 11:50, 51). Insegnare le vie della pace ai risuscitati sarà senza ombra di dubbio un grande onore. Se oggi impariamo a perseguire e mantenere la pace, questo ci sarà di enorme aiuto in quel tempo. w11 15/8 4:18, 19

martedì 23 luglio 2013

martedì 23

Mi disgustai di quella generazione e dissi: "Sempre si sviano nel loro cuore, ed essi stessi non hanno conosciuto le mie vie". E giurai nella mia ira: "Non entreranno nel mio riposo" (Ebr. 3:10, 11)



Israele aveva davvero un enorme privilegio: cooperare alla realizzazione del proposito di Geova, con conseguenti benedizioni non solo per sé ma, infine, per tutte le famiglie della terra (Gen. 22:18). Tuttavia, nel suo insieme quella generazione ribelle non si mostrò interessata a stabilire un regno che fosse un modello di governo teocratico. Gli israeliti chiesero addirittura di tornare in Egitto! (Num. 14:2-4). Se fossero tornati in Egitto, avrebbero mai potuto operare per la realizzazione del proposito di Dio di fare di Israele un regno modello? No di certo. Per di più, se fossero tornati sotto il giogo dei dominatori pagani non avrebbero mai potuto osservare la Legge mosaica e beneficiare della disposizione di Geova per il perdono dei loro peccati. Che mentalità carnale e miope! (Sal. 95:10, 11). w11 15/7 3:9

lunedì 22 luglio 2013

lunedì 22

Pascete il gregge di Dio affidato alla vostra cura, non per forza, ma volontariamente (1 Piet. 5:2)



L'apostolo scrisse che gli anziani dovevano 'pascere il gregge di Dio affidato alla loro cura'. Era molto importante che riconoscessero che il gregge appartiene a Geova e a Gesù Cristo. Gli anziani dovevano rendere conto di come avevano vigilato sulle pecore di Dio. Supponiamo che un vostro caro amico vi chieda di badare ai suoi figli in sua assenza. Non vi prendereste buona cura di loro e non li nutrireste? Se uno di loro si ammalasse, non vi assicurereste che riceva le necessarie cure mediche? Allo stesso modo gli anziani devono "pascere la congregazione di Dio, che egli acquistò col sangue del suo proprio Figlio" (Atti 20:28). Non dimenticano che ciascuna pecora è stata acquistata col prezioso sangue di Cristo Gesù. Dovendo rendere conto del loro operato, gli anziani pascono il gregge, lo proteggono e ne hanno cura. w11 15/6 3:5

domenica 21 luglio 2013

domenica 21

Sorgi, o Geova! Salvami, o mio Dio! Poiché dovrai colpire tutti i miei nemici alla mascella. Dovrai rompere i denti dei malvagi (Sal. 3:7)



Dovendo fronteggiare il tradimento di Absalom e la slealtà di tanti altri, Davide dichiara quanto sopra. Davide non ha uno spirito vendicativo. Se i suoi nemici saranno 'colpiti alla mascella', sarà Dio a farlo. In qualità di re, Davide ha scritto di suo pugno una copia della Legge e sa che in essa Geova dichiara: "La vendetta e la retribuzione sono mie" (Deut. 17:14, 15, 18; 32:35). Sarà sempre Dio a "rompere i denti dei malvagi", cioè a rendere i malvagi inoffensivi. Geova sa chi sono i malvagi, perché "egli vede il cuore" (1 Sam. 16:7). Come siamo grati che Dio ci dia la fede e la forza necessarie per resistere al più grande malvagio, Satana, che presto verrà inabissato come un leone ruggente ma sdentato, buono solo per essere distrutto! (1 Piet. 5:8, 9; Riv. 20:1, 2, 7-10). w11 15/5 5:9, 10

sabato 20 luglio 2013

sabato 20

Allontanate ogni sudiciume e quella cosa superflua, la malizia (Giac. 1:21)



I cristiani devono permettere allo spirito di Dio di guidarli sia quando sono con altri che quando sono soli. Oggi nel mondo di Satana immagini sordide e divertimenti degradati proliferano. Questo rappresenta un pericolo per la nostra spiritualità. Cosa deve fare il cristiano? Considerate l'esempio di Giuseppe. Benché lontano dai suoi familiari e dal suo ambiente, Giuseppe rifiutò di commettere adulterio con la moglie di Potifar. Perché? Disse: "Come potrei [...] commettere questo grande male e peccare realmente contro Dio?" (Gen. 39:7-9). Geova era davvero reale per lui. Se Dio è reale per noi, anche quando siamo soli non guarderemo spettacoli impuri né faremo qualunque altra cosa che sappiamo dispiacere a Dio. Avremo la stessa determinazione del salmista, che cantò: "Camminerò nell'integrità del mio cuore dentro la mia casa. Non porrò di fronte ai miei occhi nessuna cosa buona a nulla" (Sal. 101:2, 3). w11 15/4 4:13, 15

venerdì 19 luglio 2013

venerdì 19

L'immeritata benignità del Signore Gesù Cristo sia con lo spirito che voi mostrate (Filip. 4:23)



I cristiani di Filippi del I secolo erano poveri in senso materiale. Tuttavia erano generosi, ed erano esemplari nell'amore che mostravano ai compagni di fede (Filip. 1:3-5, 9; 4:15, 16). A conclusione della lettera ispirata che inviò loro, l'apostolo Paolo poté quindi scrivere le parole della scrittura di oggi. Dato che anche i cristiani di Tiatira manifestavano uno spirito simile, il glorificato Gesù Cristo disse: "Conosco le tue opere, e il tuo amore e la tua fede e il tuo ministero e la tua perseveranza, e che le tue ultime opere sono più numerose di quelle precedenti" (Riv. 2:19). Oggi, in modo analogo, ogni congregazione dei testimoni di Geova manifesta un certo spirito, o atteggiamento prevalente. Alcune congregazioni sono conosciute per l'affetto e il calore che regnano al loro interno. Altre si distinguono per lo zelo che hanno per l'opera di predicazione del Regno. w12 15/2 3:1, 2

giovedì 18 luglio 2013

giovedì 18

Nella fede tutti questi dichiararono pubblicamente di essere estranei e residenti temporanei nel paese (Ebr. 11:13)



Fin dall'antichità i fedeli servitori di Geova si sono distinti dalle persone del mondo empio della loro epoca. Prima del Diluvio, Enoc e Noè 'camminarono con il vero Dio' (Gen. 5:22-24; 6:9). Entrambi predicarono con coraggio i giudizi di Geova contro il mondo malvagio di Satana (2 Piet. 2:5; Giuda 14, 15). Camminando con Dio in un mondo empio, Enoc fu "accetto a Dio" e Noè "si mostrò senza difetto fra i suoi contemporanei" (Ebr. 11:5; Gen. 6:9). Quando Dio chiese ad Abraamo e Sara di lasciare la vita agiata che facevano a Ur dei caldei, essi accettarono di affrontare le difficoltà della vita da nomade in una terra straniera (Gen. 11:27, 28; 12:1). L'apostolo Paolo scrisse: "Per fede [Abraamo] risiedette come forestiero nel paese della promessa come in un paese straniero, e dimorò in tende" (Ebr. 11:9). w11 15/11 3:2, 3

mercoledì 17 luglio 2013

mercoledì 17

Prima fa pace col tuo fratello (Matt. 5:24)



Potremmo accorgerci di aver offeso un fratello senza volerlo, per leggerezza o disattenzione. La coscienza potrebbe dirci che abbiamo sbagliato. Chi serve Geova con serietà farà tutto il possibile per correggere il torto. Questo potrebbe significare chiedere sinceramente scusa o, in caso di grave trasgressione, chiedere aiuto spirituale agli amorevoli sorveglianti cristiani (Giac. 5:14, 15). Correggere un torto nei riguardi di un nostro simile o di Dio ci costa dunque qualcosa. Nondimeno, facendo tali "sacrifici" ristabiliamo la nostra relazione con Geova e con il fratello e abbiamo una buona coscienza. Questi buoni risultati, a loro volta, ci confermano che Geova sa cosa è meglio per noi. w12 15/1 3:9, 10

martedì 16 luglio 2013

martedì 16

Le vostre richieste siano rese note a Dio; e la pace di Dio che sorpassa ogni pensiero custodirà i vostri cuori e le vostre facoltà mentali mediante Cristo Gesù (Filip. 4:6, 7)



Alle volte lo scoraggiamento potrebbe incidere notevolmente sulla nostra sfera emotiva e portarci a soccombere ai sentimenti negativi. Supponiamo che non ci sentiamo in grado di assolvere una determinata responsabilità scritturale o un certo incarico di servizio. Anche in questo caso Geova può darci conforto e aiuto. Facciamo un esempio: quando Giosuè fu incaricato di condurre gli israeliti contro potenti nazioni nemiche, Mosè disse al popolo: "Siate coraggiosi e forti. Non abbiate timore né siate spaventati davanti a loro, perché Geova tuo Dio è colui che marcia con te. Egli non ti abbandonerà né ti lascerà interamente" (Deut. 31:6). Col sostegno divino Giosuè riuscì a condurre il popolo di Geova nella Terra Promessa e a sconfiggere tutti i nemici. In precedenza già Mosè aveva ricevuto un simile aiuto da Geova presso il Mar Rosso (Eso. 14:13, 14, 29-31). w11 15/10 3:8, 9

lunedì 15 luglio 2013

lunedì 15

Corriamo con perseveranza (Ebr. 12:1)



Cosa permise ai fedeli servitori di Geova dell'antichità di perseverare e correre con successo la corsa della vita? Notate l'esempio di Noè (Ebr. 11:7). "Il diluvio di acque sulla terra per ridurre in rovina ogni carne" era una delle "cose non ancora viste" da Noè (Gen. 6:17). Benché prima di allora non si fosse mai verificato nulla di simile, Noè non pensò che il diluvio fosse un avvenimento impossibile o quanto meno improbabile. Perché? Aveva fede e sapeva che Geova avrebbe fatto tutto ciò che aveva detto. Noè non pensò che ciò che gli era stato richiesto fosse troppo difficile. Piuttosto, "fece proprio così" (Gen. 6:22). Tenendo presente tutto ciò che Noè aveva da fare - costruire l'arca, radunare gli animali, rifornire l'arca di cibo per gli esseri umani e gli animali, proclamare un messaggio di avvertimento e mantenere spiritualmente forte la sua famiglia - non era certo un'impresa da poco 'fare proprio così'. Eppure Noè ebbe fede in Geova e portò a termine l'opera che gli era stata affidata, e per questo Geova salvò lui e la sua famiglia e diede loro molte benedizioni. w11 15/9 3:13

domenica 14 luglio 2013

domenica 14

Abraamo prolungò la sua residenza come forestiero nel paese dei filistei per molti giorni (Gen. 21:34)



Quando Lot fu fatto prigioniero da eserciti invasori, Abraamo non esitò ad accorrere in suo aiuto (Gen. 14:14-16). Più tardi i filistei 'presero con violenza' un pozzo d'acqua scavato dai servitori di Abraamo a Beer-Seba. Come avrebbe reagito l'uomo che aveva salvato suo nipote sconfiggendo i quattro re che lo avevano catturato? Invece di attaccare a sua volta e riprendersi il pozzo, Abraamo decise di non farne parola. In seguito il re filisteo venne a far visita ad Abraamo per stringere con lui un patto di pace, e gli fece giurare di usare benignità ai suoi discendenti. Fu solo dopo il giuramento che Abraamo portò alla sua attenzione la questione del pozzo che gli era stato sottratto. Sorpreso per l'accaduto, il re restituì il pozzo ad Abraamo, che continuò a vivere in pace nel paese come residente forestiero (Gen. 21:22-31). w11 15/8 3:10, 11

sabato 13 luglio 2013

sabato 13

Stiamo svegli (1 Tess. 5:6)



Come potete voi figli cooperare con i vostri genitori affinché la vostra famiglia 'stia sveglia' spiritualmente? Considerate il premio che Geova vi ha posto dinanzi. Forse quando eravate piccoli i vostri genitori vi facevano vedere illustrazioni che descrivevano la vita nel Paradiso. Man mano che crescevate, probabilmente avranno usato la Bibbia e le pubblicazioni cristiane per aiutarvi a immaginare come sarà la vita eterna nel nuovo mondo. Tenendo lo sguardo rivolto al servizio di Geova e pianificando la vostra vita di conseguenza sarete aiutati a 'stare svegli'. Scegliete un modo di vivere che vi permetta di conseguire il premio della vita eterna (1 Cor. 9:24). Molti hanno lasciato distrarsi dalla ricerca di cose materiali. Imperniare la propria vita sul guadagnare ricchezze non dà vera felicità. Le cose che si possono comprare con il denaro sono temporanee. Continuate invece a rivolgere lo sguardo alle "cose che non si vedono". Perché? Perché "le cose che non si vedono sono eterne" (2 Cor. 4:18). w11 15/5 1:15, 16

venerdì 12 luglio 2013

venerdì 12

Risplenda la vostra luce davanti agli uomini (Matt. 5:16)



Non sarebbe meraviglioso se esistesse qualcosa che possa accrescere le vostre capacità e migliorare le vostre qualità, permettendovi di aiutare i fratelli e di servire Dio in misura maggiore? In effetti, Geova ci fa proprio un dono del genere: il suo spirito santo (Luca 11:13). Quando lo spirito santo opera nella nostra vita produce in noi qualità desiderabili che migliorano ogni aspetto del servizio che rendiamo a Dio. Che dono meraviglioso! (Gal. 5:22, 23). Le qualità che lo spirito santo produce sono un riflesso della personalità di Geova Dio, la Fonte di questo spirito (Col. 3:9, 10). Gesù indicò la ragione principale per cui i cristiani dovrebbero sforzarsi di imitare Dio quando disse agli apostoli: "Il Padre mio è glorificato in questo, che continuiate a portare molto frutto" (Giov. 15:8). Quando coltiviamo "il frutto dello spirito" i risultati sono evidenti dal nostro modo di parlare e di comportarci; questo, a sua volta, reca lode al nostro Dio. w11 15/4 3:2, 3

giovedì 11 luglio 2013

giovedì 11

Vigilate e pregate (Matt. 26:41)



Forse vi chiedete: "È davvero possibile essere vigilanti a imitazione di Gesù? Dopo tutto, lui era perfetto. Per di più, a volte previde il futuro, anche in relazione ad avvenimenti che sarebbero accaduti migliaia di anni dopo. Aveva veramente bisogno di essere vigilante?" (Matt. 24:37-39; Ebr. 4:15). Senz'altro. Ad esempio, l'ultima notte della sua vita terrena esortò i suoi apostoli fedeli con queste parole: "Vigilate con me". Poi aggiunse: "Vigilate e pregate di continuo, per non entrare in tentazione" (Matt. 26:38, 41). Anche se era sempre stato vigilante, Gesù voleva esserlo più che mai e tenersi il più vicino possibile al suo Padre celeste, soprattutto in quelle ore cruciali. Sapeva che i suoi seguaci dovevano dimostrarsi desti come lui, non solo allora ma anche in futuro. w12 15/2 1:1, 3

mercoledì 10 luglio 2013

mercoledì 10

Pietro era tenuto nella prigione (Atti 12:5)



Immaginate la scena: all'improvviso una luce sfolgorante inonda la cella in cui era Pietro. Appare un angelo, evidentemente invisibile alle guardie, che sveglia Pietro facendogli premura. Le catene con cui questi è legato gli cadono semplicemente dai polsi. L'angelo conduce quindi Pietro fuori della cella, passando proprio accanto ai soldati che la sorvegliano e varcando poi il massiccio portone di ferro, il quale 'si apre da sé' (Atti 12:10). Una volta fuori dalla prigione l'angelo scompare. Pietro è libero! Di certo oggi non ci aspettiamo che Geova compia miracoli del genere per liberarci. Comunque abbiamo piena fiducia che egli usa la sua potenza a favore dei suoi servitori odierni (2 Cron. 16:9). Per mezzo del suo potente spirito santo può aiutarci ad affrontare qualsiasi prova ci si presenti (2 Cor. 4:7; 2 Piet. 2:9). Inoltre, presto Geova conferirà a suo Figlio l'autorità di liberare milioni e milioni di persone dalla prigione più ferrea, la morte (Giov. 5:28, 29). Oggi, quando affrontiamo delle prove, la fede che abbiamo nelle promesse di Dio può infonderci davvero molto coraggio. w12 15/1 2:13, 15, 16

martedì 9 luglio 2013

martedì 9

So bene, o Geova, che non appartiene all'uomo terreno la sua via. Non appartiene all'uomo che cammina nemmeno di dirigere il suo passo (Ger. 10:23)



Una volta i filistei mossero contro Israele. Davide interrogò Geova e ricevette una risposta inequivocabile: "Sali, poiché immancabilmente darò i filistei nelle tue mani" (2 Sam. 5:18, 19). Non passò molto che i filistei tornarono all'attacco. Cosa avrebbe fatto Davide questa volta? Avrebbe pensato: "Dato che mi sono già trovato in una situazione del genere, affronterò i nemici di Dio come ho già fatto"? Oppure avrebbe cercato la guida di Geova? Davide non fece affidamento sulla propria esperienza. Ancora una volta si rivolse a Geova in preghiera. E dovette essere felice di averlo fatto, visto che stavolta le istruzioni di Geova furono diverse (2 Sam. 5:22, 23). Quando affrontiamo una situazione o un problema in cui ci siamo già trovati in passato, dobbiamo stare attenti a non contare soltanto sulla nostra esperienza. w11 15/11 1:13

lunedì 8 luglio 2013

lunedì 8

Fate ogni cosa alla gloria di Dio (1 Cor. 10:31)



Prima di dedicarci a una certa attività ricreativa, dobbiamo valutarla con attenzione. Per quanto riguarda la qualità, vogliamo sapere: "In cosa consiste? È uno svago sano o degradato?" (Prov. 4:20-27). A proposito della quantità, ci domandiamo: "Quanto tempo mi prenderà? Vale la pena dedicarvi tutto questo tempo?" (1 Tim. 4:8). E in fatto di amicizie, dobbiamo chiederci: "Con chi starò in compagnia? Sono amicizie buone o cattive?" (Eccl. 9:18; 1 Cor. 15:33). Se un certo tipo di svago non è in armonia con le norme della Bibbia sotto uno di questi tre aspetti, non supera l'esame. D'altra parte se ci accertiamo che le attività ricreative che scegliamo siano all'altezza dei princìpi della Bibbia sotto tutti e tre questi aspetti, il nostro svago recherà lode a Geova e ci rinfrancherà (Sal. 119:33-35). Per quanto riguarda lo svago, quindi, sforziamoci di fare la cosa giusta al momento giusto e con le persone giuste. w11 15/10 1:16-18

domenica 7 luglio 2013

domenica 7

Su di essi siano pace e misericordia, sì, sull'Israele di Dio (Gal. 6:16)



Quando nella Bibbia leggete il nome "Israele", cosa vi viene in mente? Magari Giacobbe, figlio di Isacco, che fu poi chiamato Israele? Oppure pensate ai suoi discendenti, l'antica nazione di Israele? O forse all'Israele spirituale? Quando la Bibbia parla di Israele in senso figurato, in genere si riferisce all'"Israele di Dio", i 144.000, che sono unti con lo spirito santo per divenire re e sacerdoti in cielo (Riv. 7:4; 21:12). Pensate però al particolare riferimento alle dodici tribù di Israele che si fa in Matteo 19:28. Gesù disse: "Anche voi che mi avete seguito sederete su dodici troni, giudicando le dodici tribù d'Israele". In questo versetto "le dodici tribù d'Israele" rappresentano coloro che saranno giudicati dagli unti discepoli di Gesù e che hanno la prospettiva di ricevere la vita eterna su una terra paradisiaca. Questi trarranno beneficio dai servizi sacerdotali dei 144.000. w11 15/9 2:1, 2

sabato 6 luglio 2013

sabato 6

Benché Gesù avesse fatto davanti a loro molti segni, non riponevano fede in lui, così che si adempì la parola del profeta Isaia (Giov. 12:37, 38)



Molti non avrebbero creduto nel Messia nonostante tutte le buone opere da lui compiute (Isa. 53:1). Anche durante il ministero dell'apostolo Paolo furono pochi coloro che riposero fede nella buona notizia riguardo a Gesù, il Messia (Rom. 10:16, 17). Le Scritture avevano predetto che il Messia sarebbe stato odiato senza ragione (Sal. 69:4). L'apostolo Giovanni riporta queste parole di Gesù: "Hanno visto e hanno anche odiato sia me che il Padre mio. Ma è perché si adempia la parola scritta nella loro Legge: 'Mi hanno odiato senza ragione'" (Giov. 15:24, 25). I Vangeli attestano che Gesù fu odiato, soprattutto dai capi religiosi ebrei. Inoltre Cristo disse: "Il mondo non ha ragione di odiare voi, ma odia me, perché rendo testimonianza riguardo ad esso che le sue opere sono malvage" (Giov. 7:7). w11 15/8 1:16, 17

venerdì 5

Non affaticarti per guadagnare ricchezze (Prov. 23:4)



Satana ha indotto moltissimi a cercare la sicurezza nei beni materiali. Può sembrare che denaro, possedimenti e un lavoro ben rimunerato comportino dei vantaggi. Ma cosa possono dare i beni materiali quando viene a mancare la salute, quando crolla l'economia o quando si verifica una calamità naturale? Cosa possono dare alle persone quando queste si sentono vuote interiormente e hanno bisogno di uno scopo, di una guida, di risposte agli interrogativi più importanti? Che sollievo possono dare davanti alla morte? Se cerchiamo di soddisfare i nostri bisogni spirituali con le cose materiali resteremo delusi. I beni materiali non danno nulla; sono irrealtà. A conti fatti non possono neppure garantirci la sicurezza fisica, dal momento che non possono allungare in maniera significativa l'attuale durata della vita umana né ridurre il rischio di contrarre una malattia o di morire (Prov. 23:5). Il nostro Dio, Geova, è dunque molto più reale! Solo in una forte relazione con lui possiamo trovare autentica sicurezza. w11 15/7 1:16

giovedì 4

Chiunque ripone fede in Gesù non sarà deluso (Rom. 10:11)



Dobbiamo senz'altro tenere presente questo aspetto della buona notizia quando svolgiamo il nostro ministero cristiano. Il nocciolo del messaggio riguardo a Gesù potrebbe non essere nuovo per coloro che sanno cosa dice la Bibbia in merito al peccato. Per altri, però, questo messaggio può risultare una novità, un concetto che la loro cultura non conosce o che generalmente non ritiene degno di fede. Quando queste persone cominciano a credere in Dio e a nutrire fiducia nelle Scritture dobbiamo spiegare loro il ruolo di Gesù. Che soddisfazione si prova aiutando persone sincere a comprendere la buona notizia menzionata ripetutamente nella lettera ai Romani, la buona notizia che "è, infatti, potenza di Dio per la salvezza di ognuno che ha fede" (Rom. 1:16). Oltre a essere ricompensati in questo modo, vedremo altri far proprio il pensiero citato da Paolo in Romani 10:15: "Come sono piacevoli i piedi di quelli che dichiarano la buona notizia di cose buone!" (Isa. 52:7). w11 15/6 1:20, 21

mercoledì 3

Ciascuno è provato essendo attirato e adescato dal proprio desiderio (Giac. 1:14)



L'esempio di Gesù ci insegna a non temere la vergogna e a non attribuire eccessiva importanza alla nostra reputazione (Ebr. 12:2). Inoltre, quando fu tentato da Satana, Gesù guardò oltre la tentazione che aveva davanti e rifletté sulle conseguenze delle sue azioni. Confidò nella Parola di Dio e usò il nome di Geova. Quando siamo tentati di fare cose che dispiacciono a Geova, su cosa concentriamo la nostra attenzione? Più ci concentriamo sulla tentazione, più forte sarà il desiderio errato (Giac. 1:15). Dobbiamo agire prontamente per sradicare quel desiderio anche se tale azione potrebbe sembrare drastica come privarsi, in senso metaforico, di una parte del corpo (Matt. 5:29, 30). Come Gesù, dobbiamo riflettere sulle conseguenze delle nostre azioni, su come queste influiranno sulla nostra relazione con Geova. Dobbiamo ricordare ciò che dice la sua Parola, la Bibbia. Solo così potremo dimostrare che Geova è la Persona più importante nella nostra vita. w11 15/5 3:13-15

martedì 2

Ha fatto lo schiavo con me per promuovere la buona notizia (Filip. 2:22)



Voi giovani fratelli potete rendervi disponibili per aiutare le persone anziane della congregazione, offrendovi di assisterle in qualunque modo possiate. Potete anche dimostrare che vi interessate dell'aspetto della Sala del Regno, aiutando a tenerla pulita e in ordine. Lo spirito volenteroso che mostrate offrendovi di dare una mano al meglio delle vostre possibilità indicherà che prendete seriamente il vostro ministero. Come Timoteo, potete imparare ad avere genuinamente cura dei bisogni della congregazione (Filip. 2:19-21). Anziani, siate consapevoli dell'importanza di tenere impegnati i fratelli giovani che si sforzano di 'fuggire i desideri propri della giovinezza' e che perseguono "giustizia, fede, amore, pace" e altre lodevoli qualità (2 Tim. 2:22). Se si assegnano loro dei compiti da svolgere nella congregazione, i giovani possono essere "provati in quanto all'idoneità" in relazione all'assolvere responsabilità, in modo che il loro "progresso sia manifesto a tutti" (1 Tim. 3:10; 4:15). w11 15/4 1:13, 14

mercoledì 3 luglio 2013

mercoledì 3

Ciascuno è provato essendo attirato e adescato dal proprio desiderio (Giac. 1:14)



L'esempio di Gesù ci insegna a non temere la vergogna e a non attribuire eccessiva importanza alla nostra reputazione (Ebr. 12:2). Inoltre, quando fu tentato da Satana, Gesù guardò oltre la tentazione che aveva davanti e rifletté sulle conseguenze delle sue azioni. Confidò nella Parola di Dio e usò il nome di Geova. Quando siamo tentati di fare cose che dispiacciono a Geova, su cosa concentriamo la nostra attenzione? Più ci concentriamo sulla tentazione, più forte sarà il desiderio errato (Giac. 1:15). Dobbiamo agire prontamente per sradicare quel desiderio anche se tale azione potrebbe sembrare drastica come privarsi, in senso metaforico, di una parte del corpo (Matt. 5:29, 30). Come Gesù, dobbiamo riflettere sulle conseguenze delle nostre azioni, su come queste influiranno sulla nostra relazione con Geova. Dobbiamo ricordare ciò che dice la sua Parola, la Bibbia. Solo così potremo dimostrare che Geova è la Persona più importante nella nostra vita. w11 15/5 3:13-15

martedì 2 luglio 2013

martedì 2

Ha fatto lo schiavo con me per promuovere la buona notizia (Filip. 2:22)



Voi giovani fratelli potete rendervi disponibili per aiutare le persone anziane della congregazione, offrendovi di assisterle in qualunque modo possiate. Potete anche dimostrare che vi interessate dell'aspetto della Sala del Regno, aiutando a tenerla pulita e in ordine. Lo spirito volenteroso che mostrate offrendovi di dare una mano al meglio delle vostre possibilità indicherà che prendete seriamente il vostro ministero. Come Timoteo, potete imparare ad avere genuinamente cura dei bisogni della congregazione (Filip. 2:19-21). Anziani, siate consapevoli dell'importanza di tenere impegnati i fratelli giovani che si sforzano di 'fuggire i desideri propri della giovinezza' e che perseguono "giustizia, fede, amore, pace" e altre lodevoli qualità (2 Tim. 2:22). Se si assegnano loro dei compiti da svolgere nella congregazione, i giovani possono essere "provati in quanto all'idoneità" in relazione all'assolvere responsabilità, in modo che il loro "progresso sia manifesto a tutti" (1 Tim. 3:10; 4:15). w11 15/4 1:13, 14

lunedì 1 luglio 2013

lunedì 1

Salvaguarda il tuo cuore (Prov. 4:23)



Non tutti i coniugi, i figli, i genitori o comunque i parenti non credenti abbracciano la vera adorazione, neppure dopo anni di condotta fedele e rispettosa testimonianza da parte del familiare cristiano. Alcuni rimangono indifferenti, mentre altri diventano oppositori accaniti (Matt. 10:35-37). In ogni caso, quando il cristiano manifesta sante qualità, ciò può avere ottimi risultati. Un fratello che ha accettato la verità dopo sua moglie afferma: "Quando il coniuge credente comincia a far risplendere queste stupende qualità, non si può prevedere l'effetto sulla mente e sul cuore del non credente. Perciò non gettate mai la spugna". Anche se un familiare non diventa adoratore di Geova, il cristiano può comunque essere felice. Una sorella il cui marito non ha accettato il messaggio del Regno nonostante 21 anni di sforzi da parte sua dice: "Impegnarmi nelle attività spirituali - studiare a livello personale, frequentare le adunanze, svolgere il ministero di campo e aiutare altri in congregazione - mi ha avvicinata maggiormente a Geova e ha salvaguardato il mio cuore". w12 15/2 4:15, 16