domenica 31 marzo 2013

domenica 31

Vi abbiamo visto i nefilim (Num. 13:33)



Insieme ad altri dieci uomini, Giosuè e Caleb andarono a esplorare la Terra Promessa. Al ritorno i dieci fecero un rapporto estremamente negativo e scoraggiante, arrivando a sostenere che alcuni abitanti del paese erano giganti che discendevano dai nefilim, i figli nati dall'unione di angeli ribelli con donne (Gen. 6:4). Un'affermazione del genere era infondata: quella malvagia progenie ibrida era stata annientata molti secoli prima dal Diluvio. Ma chi ha una fede debole può farsi influenzare anche da idee assolutamente prive di fondamento. Il rapporto negativo di quei dieci esploratori seminò il panico tra il popolo. Ben presto la maggioranza si convinse che sarebbe stato un errore entrare nella Terra Promessa come Geova aveva ordinato. Cosa fecero Giosuè e Caleb in quella situazione critica? (Num. 13:25-32). Per quanto la folla non lo gradisse, i due dissero la verità e si attennero ad essa, anche quando furono minacciati di morte per lapidazione (Num. 14:10). w11 15/7 1:4, 5

sabato 30 marzo 2013

sabato 30

Osserva queste cose senza pregiudizio, non facendo nulla per favoritismo (1 Tim. 5:21)



Tre esempi biblici mettono in evidenza il pericolo di agire in maniera affrettata dopo aver udito una sola campana. Potifar credette a sua moglie quando questa gli disse che Giuseppe aveva cercato di violentarla. In preda all'ira, Potifar fece gettare Giuseppe in prigione (Gen. 39:19, 20). Il re Davide credette a Ziba, il quale gli aveva raccontato che il proprio padrone, Mefiboset, si era schierato con i nemici del re. "Ecco, ogni cosa che appartiene a Mefiboset è tua", fu l'avventata risposta di Davide (2 Sam. 16:4; 19:25-27). Al re Artaserse fu riferito che i giudei stavano ricostruendo le mura di Gerusalemme e si preparavano a ribellarsi all'impero persiano. Il re credette a questo falso rapporto e ordinò che tutti i lavori di ricostruzione a Gerusalemme cessassero. Di conseguenza i giudei dovettero interrompere i lavori presso il tempio di Dio (Esd. 4:11-13, 23, 24). Gli anziani cristiani, saggiamente, seguono il consiglio di Paolo a Timoteo ed evitano di emettere giudizi avventati. w11 15/8 4:12

venerdì 29 marzo 2013

venerdì 29

Non discernevano ancora la scrittura che egli doveva sorgere dai morti (Giov. 20:9)



L'idea che degli esseri umani potessero diventare creature spirituali e governare in un Regno celeste era sconosciuta ai discepoli di Gesù prima della Pentecoste (Atti 1:6). Quando furono battezzati con spirito santo e ricevettero la speranza celeste riuscirono a comprendere cosa intendeva dire Gesù. L'intendimento che prima non era alla portata dei discepoli di Gesù fu possibile dopo il versamento dello spirito santo. Per ispirazione, gli scrittori delle Scritture Greche Cristiane spiegarono per nostro beneficio particolari affascinanti del proposito di Geova (Efes. 3:8-11, 18). Oggi sia i cristiani unti con lo spirito sia gli appartenenti alle "altre pecore" si nutrono dello stesso cibo spirituale e assimilano queste stesse verità (Giov. 10:16). Siete grati della conoscenza e dell'intendimento della Parola di Dio che lo spirito santo ci provvede in questo modo? w11 15/12 4:7, 8 ---- Lettura della Bibbia per la Commemorazione: (fatti avvenuti di giorno: 16 nisan) Luca 24:1-12

giovedì 28 marzo 2013

giovedì 28

Cristo vi lasciò un modello, affinché seguiate attentamente le sue orme (1 Piet. 2:21)



Gesù condusse una vita semplice così da essere libero di servire gli altri (Luca 9:58). Era modesto, e il suo insegnamento era sempre basato sulle Scritture (Giov. 5:19; 17:14, 17). Era avvicinabile e benigno. Le sue azioni erano sempre motivate dall'amore (Matt. 19:13-15; Giov. 15:12). L'esempio di Gesù ebbe un'influenza positiva sugli apostoli. Per esempio Giacomo fu coraggioso di fronte alla morte, e servì lealmente Dio finché non fu giustiziato (Atti 12:1, 2). Giovanni seguì fedelmente le orme di Gesù per più di 60 anni (Riv. 1:1, 2, 9). Gli anziani che agiscono con altruismo, umiltà e amore danno ai fratelli più giovani l'esempio di cui hanno bisogno (1 Piet. 5:2, 3). w11 15/11 5:7, 8 ---- Lettura della Bibbia per la Commemorazione: (fatti avvenuti di giorno: 15 nisan) Matteo 27:62-66

mercoledì 27 marzo 2013

mercoledì 27

Ci sono, in effetti, molte altre cose che Gesù fece, le quali, se fossero scritte nei minimi particolari, suppongo che il mondo stesso non potrebbe contenere i rotoli scritti (Giov. 21:25)



Tra tutte le "cose" che Gesù fece nel corso del suo breve ma dinamico ministero ci fu trovare, preparare e organizzare uomini che avrebbero avuto incarichi di sorveglianza nella congregazione dopo la sua partenza. Quando tornò in cielo nel 33 E.V., Gesù aveva ormai posto le fondamenta di una congregazione straordinaria che presto avrebbe contato migliaia di componenti (Atti 2:41, 42; 4:4; 6:7). Oggi continua ad esserci bisogno di uomini che diano impulso alle attività spirituali. I fratelli che aspirano a questo privilegio di servizio meritano una lode perché 'desiderano un'opera eccellente' (1 Tim. 3:1). Per assolvere dovutamente tale servizio un uomo deve essere idoneo dal punto di vista spirituale. Più di capacità o di doti personali deve avere qualità spirituali. w11 15/11 5:1-3 ---- Lettura della Bibbia per la Commemorazione: (fatti avvenuti di giorno: 14 nisan) Luca 22:66-71

martedì 26 marzo 2013

martedì 26

Diedi il mio dorso ai percotitori. Non nascosi la mia faccia dagli insulti e dallo sputo (Isa. 50:6)



Come indicato sopra, Isaia aveva profetizzato che il Messia sarebbe stato percosso. Michea aveva predetto: "Con la verga colpiranno sulla guancia il giudice d'Israele" (Mic. 5:1). A conferma dell'adempimento di queste profezie, l'evangelista Marco disse: "Alcuni cominciarono a sputargli addosso e a coprirgli tutta la faccia e a colpirlo con i pugni, dicendogli: 'Profetizza!' E, schiaffeggiandolo, i servitori del tribunale lo presero". Marco narra che i soldati "lo percuotevano sulla testa con una canna e gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia [in segno di scherno], gli rendevano omaggio" (Mar. 14:65; 15:19). Naturalmente quelle persone non avevano nessun motivo per trattare Gesù in quel modo. w11 15/8 2:11 ---- Data della Commemorazione --- Dopo il tramonto ---- Lettura della Bibbia per la Commemorazione: (fatti avvenuti di giorno: 13 nisan) Luca 22:7-13; Marco 14:12-16 (fatti avvenuti dopo il tramonto: 14 nisan) Luca 22:14-65

lunedì 25 marzo 2013

lunedì 25

Gesù li amò sino alla fine (Giov. 13:1)



Gesù preparò i discepoli dando loro consigli adatti ai loro bisogni. Per esempio, rimproverò Giacomo e Giovanni perché volevano far scendere fuoco dal cielo su alcuni samaritani che non avevano ricevuto il loro Maestro (Luca 9:52-55). Quando la madre di Giacomo e Giovanni andò da Gesù e gli chiese una posizione privilegiata nel Regno per i suoi figli, Gesù si rivolse direttamente ai due fratelli con queste parole: "In quanto a sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo, ma appartiene a coloro per i quali è stato preparato dal Padre mio" (Matt. 20:20-23). Gesù diede sempre consigli chiari, pratici e fermamente basati sui princìpi di Dio. Insegnò ai discepoli a ragionare su tali princìpi (Matt. 17:24-27). Inoltre riconobbe i limiti dei suoi seguaci e non si aspettò la perfezione da loro. I suoi consigli erano frutto di un amore genuino. w11 15/11 5:12 ---- Lettura della Bibbia per la Commemorazione: (fatti avvenuti di giorno: 12 nisan) Luca 22:1-6; Marco 14:1, 2, 10, 11

domenica 24 marzo 2013

domenica 24

Mentre andate, predicate (Matt. 10:7)



Dopo aver zelantemente svolto il ministero per due anni, Gesù ampliò l'opera di predicazione impiegando i dodici apostoli. Prima però diede loro le istruzioni necessarie (Matt. 10:5-14). Anche quando sfamò miracolosamente una folla di migliaia di persone, Gesù prima spiegò ai discepoli come dividere le persone in gruppi e distribuire il cibo (Luca 9:12-17). È evidente, perciò, che Gesù addestrava i discepoli dando loro istruzioni chiare e dettagliate. Questo tipo di preparazione, insieme alla potente influenza dello spirito santo, permise in seguito agli apostoli di organizzare la grande opera di predicazione che ebbe inizio nel 33. w11 15/11 5:9 ---- Lettura della Bibbia per la Commemorazione: (fatti avvenuti di giorno: 11 nisan) Luca 20:1-47

sabato 23 marzo 2013

sabato 23

Per mezzo di Gesù abbiamo la liberazione per riscatto mediante il suo sangue (Efes. 1:7)



Il massimo esempio nel promuovere la pace ce lo dà Geova. Egli è "l'Iddio che dà pace" (Rom. 15:33). Spinto dal suo grande amore, Geova provvide alla nostra salvezza mandando dal cielo il suo amato Figlio perché nascesse come uomo perfetto. Da parte sua il Figlio fu disposto a compiere la volontà del Padre e a subire la morte per mano dei nemici di Dio (Giov. 10:17, 18). In che modo il sacrificio di riscatto influisce sulla relazione tra Dio e il genere umano, che è stata rovinata dal peccato? "Il castigo per la nostra pace fu su di lui", si legge in Isaia 53:5, "e a causa delle sue ferite c'è stata per noi guarigione". Invece di essere considerati nemici di Dio, gli esseri umani ubbidienti possono ora essere in pace con lui. w11 15/8 3:4, 5 ---- Lettura della Bibbia per la Commemorazione: (fatti avvenuti di giorno: 10 nisan) Luca 19:45-48; Matteo 21:18, 19; 21:12, 13

venerdì 22 marzo 2013

venerdì 22

Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque esercita fede in lui non sia distrutto ma abbia vita eterna (Giov. 3:16)



Accettando l'amore di Dio ed esercitando fede nel sacrificio di riscatto di Gesù Cristo possiamo essere liberati dalla condanna conseguente al peccato ereditato. Possiamo quindi provare gli stessi sentimenti che provava Paolo quando esclamò: "Grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore!" (Rom. 7:25). Anche se esercitando fede nel riscatto possiamo essere liberati dalla legge del peccato e della morte, siamo ancora imperfetti e peccatori. Quindi per poter godere di buona salute in senso spirituale e avere il favore e la benedizione di Dio dobbiamo fare dell'altro. Siamo davvero felici che Geova ci abbia dato la possibilità di sconfiggere la legge del peccato e della morte! w11 15/11 2:11, 12 ---- Lettura della Bibbia per la Commemorazione: (fatti avvenuti di giorno: 9 nisan) Luca 19:29-44

giovedì 21 marzo 2013

giovedì 21

Un fuoco uscì d'innanzi a Geova e li consumò (Lev. 10:2)



Oggi Geova non mette immediatamente a morte quelli che violano le sue leggi. Amorevolmente dà loro l'opportunità di pentirsi delle loro opere ingiuste. Ma come si sentirebbe Geova se i genitori di un trasgressore impenitente continuassero a metterLo alla prova frequentando senza necessità il loro figlio disassociato? Molti che un tempo erano disassociati ora riconoscono apertamente che la ferma posizione assunta dai loro amici e familiari li ha aiutati a tornare in sé. Parlando del suo fratello carnale, una ragazza che ha purificato la sua vita ha detto che è stata "la sua fedele adesione alle norme scritturali" a suscitare in lei il desiderio di tornare. Quale conclusione dovremmo trarne? Che dobbiamo lottare contro la tendenza del nostro cuore imperfetto a ribellarsi ai consigli scritturali. Dobbiamo essere assolutamente convinti che il modo di affrontare i problemi stabilito da Dio è sempre il migliore. w11 15/7 4:16-19

mercoledì 20 marzo 2013

mercoledì 20

Abbiate riguardo per quelli che faticano fra voi e vi presiedono nel Signore e vi ammoniscono (1 Tess. 5:12)



Per presiedere dovutamente il gregge, gli anziani considerano insieme come soddisfare i bisogni della congregazione. Potrebbe sembrare più efficiente che un solo anziano prendesse tutte le decisioni. Ma, seguendo l'esempio del corpo direttivo del I secolo, gli odierni corpi degli anziani discutono liberamente delle varie questioni e cercano la guida delle Scritture. Il loro obiettivo è applicare i princìpi scritturali ai bisogni della congregazione locale. I migliori risultati si ottengono quando ogni anziano si prepara per le adunanze degli anziani esaminando le Scritture e le istruzioni della classe dello schiavo fedele e discreto. Naturalmente questo richiede tempo. Se c'è una divergenza di opinioni, come avvenne nel I secolo quando il corpo direttivo analizzò la questione della circoncisione, potrebbero volerci altro tempo e ulteriori ricerche per arrivare a una decisione condivisa basata sulle Scritture (Atti 15:2, 6, 7, 12-14, 28). w11 15/6 4:11, 13

martedì 19 marzo 2013

martedì 19

Il giudizio portò da un solo fallo alla condanna, ma il dono portò da molti falli a una dichiarazione di giustizia (Rom. 5:16)



Che l'Onnipotente perdoni a una persona il peccato ereditato e gli errori commessi è un dono meraviglioso! Gli apostoli e gli altri che ricevevano questo dono amorevole - quello di essere dichiarati giusti - dovevano continuare ad adorare il vero Dio con fede. Quale sarebbe stata la ricompensa futura? "Quelli che ricevono l'abbondanza dell'immeritata benignità e del gratuito dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo di uno solo, Gesù Cristo". Il dono porta alla vita (Rom. 5:17; Luca 22:28-30). Coloro che ricevono tale dono - essere dichiarati giusti - diventano figli spirituali di Dio. Essendo coeredi di Cristo hanno la prospettiva di essere risuscitati in cielo come veri e propri figli spirituali per regnare con Gesù Cristo (Rom. 8:15-17, 23). w11 15/6 2:14, 15

lunedì 18 marzo 2013

lunedì 18

Esaù gli corse incontro, e lo abbracciava e gli si gettava al collo e lo baciava (Gen. 33:4)



Giacobbe aveva già compiuto il passo più importante per rabbonire il fratello: aveva pregato Geova di liberarlo dalla mano di Esaù. Geova esaudì questa preghiera? Sì, certo! (Gen. 32:11-20; 33:1-3). La vicenda di Giacobbe ed Esaù ci insegna che, quando sorgono problemi che potrebbero minacciare la pace di cui godiamo nella congregazione cristiana, dovremmo fare tutto il possibile per risolverli. Giacobbe si impegnò per fare pace con Esaù, ma non perché avesse fatto un torto al fratello e dovesse chiedergli scusa. Era stato Esaù a disprezzare la primogenitura e a venderla a Giacobbe in cambio di un piatto di minestra (Gen. 25:31-34; Ebr. 12:16). La maniera in cui Giacobbe affrontò Esaù ci fa capire cosa dovremmo essere disposti a fare per preservare la pace con i nostri fratelli cristiani. Inoltre ci mostra che Dio benedice i nostri sforzi di fare la pace, esaudendo le nostre preghiere in tal senso. w11 15/8 3:2, 3

domenica 17 marzo 2013

domenica 17

Corriamo con perseveranza la corsa che ci è posta dinanzi (Ebr. 12:1)



Paolo faceva riferimento ad aspetti caratteristici delle corse disputate durante i giochi atletici. L'apostolo non solo richiamò l'attenzione sul motivo che spinge a impegnarsi nella corsa, ma indicò anche cosa fare per vincere. Nel I secolo i cristiani, in particolare quelli che vivevano a Gerusalemme e nella Giudea, incontravano molte prove e difficoltà. Erano il bersaglio dell'opposizione dei capi religiosi ebrei, che esercitavano ancora una profonda influenza sulla gente. Una trentina d'anni prima questi capi religiosi erano riusciti a far condannare Gesù Cristo per sedizione e a farlo mettere a morte come un criminale. E non avevano nessuna intenzione di desistere. Nel libro degli Atti leggiamo delle loro continue minacce e aggressioni nei confronti dei cristiani, iniziate quasi subito dopo gli eventi miracolosi che ebbero luogo alla Pentecoste del 33 E.V. Quella persecuzione senz'altro rese la vita difficile ai seguaci di Cristo (Atti 4:1-3; 5:17, 18; 6:8-12; 7:59; 8:1, 3). w11 15/9 3:5, 6

sabato 16 marzo 2013

sabato 16

Per mezzo di un solo uomo il peccato entrò nel mondo e la morte per mezzo del peccato (Rom. 5:12)



Poiché discendiamo da Adamo, siamo tutti soggetti alla legge del peccato e della morte. La nostra carne peccaminosa ci spinge continuamente a fare cose che dispiacciono a Dio, con la morte come unico esito possibile. Nella lettera ai Galati, Paolo definì queste azioni e queste caratteristiche "le opere della carne", per poi aggiungere: "Quelli che praticano tali cose non erediteranno il regno di Dio" (Gal. 5:19-21). Costoro sono gli stessi che 'camminano secondo la carne' (Rom. 8:4). Il loro principio interiore che determina l'agire e la loro norma di vita sono del tutto carnali. Ma sono solo quelli che commettono fornicazione, praticano idolatria e spiritismo o cadono in altri peccati gravi a 'camminare secondo la carne'? No, perché le opere della carne includono anche ciò che alcuni riterrebbero semplici difetti della personalità, come gelosia, tendenza all'ira e alle contese e invidia. Chi può dire di essersi completamente liberato dell'inclinazione a camminare secondo la carne? w11 15/11 2:9, 10

venerdì 15 marzo 2013

venerdì 15

Alcune persone sono state sviate per seguire Satana (1 Tim. 5:15)



Dare ascolto ai consigli biblici può aiutarci a non essere 'sviati per seguire Satana'. Consideriamo alcuni dei saggi consigli di Paolo. Abbiate "molto da fare nell'opera del Signore" (1 Cor. 15:58). Se siamo impegnati nelle attività del Regno, saremo protetti dai pericoli dell'ozio e delle cose che fanno perdere tempo (Matt. 6:33). Dite cose che 'siano buone per edificare' (Efes. 4:29). Siate decisi a non prestare ascolto ai pettegolezzi e a non diffonderli. Coltivate la fiducia e il rispetto per i vostri compagni di fede. Così facendo sarete portati a dire cose che edificano anziché cose che abbattono. 'Abbiate la mira di pensare ai fatti vostri' (1 Tess. 4:11). Interessatevi degli altri a livello personale, ma fatelo senza invadere la loro sfera privata e rispettando la loro dignità. Ricordate, inoltre, che non dovremmo prendere decisioni per altri in questioni in cui spetta a loro decidere (Gal. 6:5). w11 15/7 2:14, 16

giovedì 14 marzo 2013

giovedì 14

Ci fu un'accesa esplosione d'ira (Atti 15:39)



Nella congregazione la mitezza e la longanimità operano insieme per promuovere la pace. Questi due aspetti del frutto dello spirito ci aiutano a trattare gli altri in maniera gentile, a rimanere calmi quando siamo provocati e a evitare di rendere pan per focaccia quando altri dicono o fanno cose poco gentili nei nostri confronti. Se abbiamo un contrasto con un fratello o con una sorella, la longanimità, o pazienza, ci aiuterà a non perdere la speranza di tornare in buoni rapporti; ci spingerà a fare il possibile per sanare la frattura (Col. 3:12, 13). Nella congregazione c'è davvero bisogno della mitezza e della longanimità? Senz'altro, perché siamo tutti imperfetti. Vediamo ciò che accadde fra Paolo e Barnaba. Lavoravano a fianco a fianco da alcuni anni. Entrambi avevano ottime qualità. Eppure, in un'occasione, fra loro "ci fu un'accesa esplosione d'ira, così che si separarono l'uno dall'altro" (Atti 15:36-39). Questo episodio indica che a volte sorgono contrasti persino fra devoti servitori di Dio. w11 15/4 4:4, 5

mercoledì 13 marzo 2013

mercoledì 13

Chiunque invoca il nome di Geova sarà salvato (Rom. 10:13)



Forse la prima volta che avete visto il nome di Geova è stata quando qualcuno vi ha fatto leggere Salmo 83:18. Probabilmente vi siete sorpresi leggendo le parole: "Affinché conoscano che tu, il cui nome è Geova, tu solo sei l'Altissimo su tutta la terra". Da allora avete sicuramente usato questo versetto per aiutare altri a conoscere il nostro amorevole Dio, Geova. Conoscere il nome di Geova è importante, ma di per sé non è sufficiente. Si noti che il salmista sottolinea un'altra verità fondamentale per la nostra salvezza dicendo: "Tu solo sei l'Altissimo su tutta la terra". Geova è la Persona più importante dell'intero universo. Poiché è il Creatore di ogni cosa, ha il diritto di aspettarsi completa sottomissione da parte di tutte le sue creature (Riv. 4:11). Abbiamo quindi buone ragioni per chiederci: "Chi è la persona più importante nella mia vita?" È essenziale che rispondiamo a questa domanda dopo attenta riflessione. w11 15/5 3:1, 2

martedì 12 marzo 2013

martedì 12

La sapienza è con i modesti (Prov. 11:2)



Prima di decidere cosa fare in una data situazione, dobbiamo domandarci: "È una decisione che spetta a me?" I genitori possono concedere ai figli la possibilità di prendere alcune decisioni, ma i figli non dovrebbero arrogarsi tale autorità (Col. 3:20). Le mogli e le madri hanno un certo grado di autorità in seno alla famiglia, ma fanno bene a riconoscere che il capofamiglia è il marito (Prov. 1:8; 31:10-18; Efes. 5:23). In maniera simile i mariti devono riconoscere che la loro autorità è limitata e che devono essere sottomessi a Cristo (1 Cor. 11:3). Gli anziani prendono decisioni che influiscono sulla congregazione. Tuttavia si accertano di "non andare oltre ciò che è scritto" nella Parola di Dio (1 Cor. 4:6). Inoltre seguono attentamente la guida che ricevono dallo schiavo fedele (Matt. 24:45-47). Possiamo risparmiare molta ansia e dolore a noi stessi e agli altri se con modestia prendiamo decisioni solo quando ci è concessa l'autorità di farlo. w11 15/4 2:10, 11

lunedì 11 marzo 2013

lunedì 11

I miei passi prendano i tuoi sentieri battuti, in cui i passi dei miei piedi certamente non si faranno vacillare (Sal. 17:5)



Se siamo umili e disposti a fare affidamento su Geova, egli ci darà il suo spirito santo che sarà per noi una guida sicura. In che modo la forza attiva di Dio ci aiuterà? Gesù spiegò ai discepoli: "Il soccorritore, lo spirito santo, che il Padre manderà nel mio nome, quello vi insegnerà ogni cosa e vi rammenterà tutte le cose che vi ho detto" (Giov. 14:26). Se studiamo regolarmente e devotamente la Parola di Dio, inclusi tutti gli insegnamenti di Cristo, lo spirito santo accrescerà la nostra comprensione della profonda sapienza di Geova così che saremo in grado di aderire strettamente alla sua volontà (1 Cor. 2:10). Inoltre, a ogni svolta inattesa sulla strada che porta alla vita lo spirito ci mostrerà in che direzione andare. Ci farà ricordare princìpi biblici che abbiamo imparato in precedenza e ci aiuterà a capire come applicarli nel dirigere i nostri passi. w11 15/12 2:8, 9

domenica 10 marzo 2013

domenica 10

Tutti quelli che cammineranno ordinatamente secondo questa regola di condotta, su di essi siano pace e misericordia, sì, sull'Israele di Dio (Gal. 6:16)



Il proposito di Geova riguardante l'"Israele di Dio" si sta adempiendo in modo meraviglioso. Come disse Paolo, "tutto Israele sarà salvato" (Rom. 11:26). Al tempo stabilito da Geova "tutto Israele", cioè il numero completo degli israeliti spirituali, servirà in cielo nella sua funzione regale e sacerdotale. Niente può impedire al proposito di Geova di realizzarsi! Come predetto, il seme di Abraamo - Gesù Cristo con i 144.000 - riverserà benedizioni su "persone delle nazioni" (Rom. 11:12; Gen. 22:18). In tal modo tutti i servitori di Dio traggono beneficio da questa disposizione. È proprio vero: mentre esaminiamo lo svolgimento dell'eterno proposito di Geova non possiamo fare a meno di meravigliarci per la "profondità della ricchezza e della sapienza e della conoscenza di Dio" (Rom. 11:33). w11 15/5 4:19, 20

sabato 9 marzo 2013

sabato 9

Il levita non ha parte né eredità con te (Deut. 14:29)



Forse vi chiederete: "Se i leviti non avevano un territorio, dove abitavano?" Dio provvide per loro: diede loro 48 città con i pascoli circostanti. Tra queste c'erano le sei città di rifugio (Num. 35:6-8). In tal modo i leviti avevano un luogo dove abitare quando non prestavano servizio presso il santuario di Dio. Geova provvedeva generosamente per coloro che si spendevano nel suo servizio. La Legge non puniva l'israelita che non avesse dato la decima. Quando, però, il popolo era negligente nel pagare la decima, i sacerdoti e i leviti ne risentivano. Questo accadde ai giorni di Neemia. Di conseguenza i leviti furono costretti a trascurare il loro servizio per lavorare nei campi (Nee. 13:10). È chiaro che il sostentamento della tribù di Levi dipendeva dalla spiritualità della nazione. Inoltre, i sacerdoti e i leviti stessi dovevano avere fede in Geova e confidare nelle disposizioni che aveva preso per il loro sostentamento. w11 15/9 1:5-7

venerdì 8 marzo 2013

venerdì 8

Non ve ne private l'un l'altro (1 Cor. 7:5)



Il matrimonio non protegge automaticamente dall'immoralità sessuale. Chi è sposato può trovare protezione contro l'immoralità solo se rispetta i limiti che l'Istitutore del matrimonio ha stabilito per i rapporti sessuali (1 Cor. 7:2-4). Solo la moglie ha il diritto di avere rapporti sessuali con il marito, e la stessa cosa vale per il marito nei confronti della moglie. Ciascuno deve rendere all'altro 'ciò che gli è dovuto', cioè i rapporti sessuali a cui ha diritto chi è sposato. Tuttavia, ci sono mariti e mogli che trascorrono lunghi periodi lontani l'uno dall'altra, ad esempio perché fanno vacanze separate o per motivi di lavoro, mancando così di rendere al coniuge 'ciò che gli è dovuto'. Immaginate che tragedia sarebbe se a motivo della "mancanza di continenza" una persona soccombesse alle pressioni esercitate da Satana e commettesse adulterio. Geova benedice i capifamiglia che provvedono al sostentamento dei propri cari senza mettere a repentaglio il loro matrimonio (Sal. 37:25). w11 15/10 2:19, 20

giovedì 7 marzo 2013

giovedì 7

Custodisci il deposito che ti è affidato (1 Tim. 6:20)



Geova non ha mai preso la vera adorazione alla leggera. Per esempio, sotto la Legge mosaica, quando gli israeliti si allontanavano dall'adorazione di Geova andavano incontro a gravi conseguenze (Gios. 23:12, 13). Nel I secolo E.V., i seguaci di Cristo dovettero ingaggiare una vigorosa lotta per mantenere la vera adorazione libera da insegnamenti e atteggiamenti corrotti (2 Giov. 7-11; Riv. 2:14-16). Oggi i veri cristiani continuano a prendere seriamente l'adorazione che rendono a Geova. Essere seri non significa che non possiamo rilassarci e trascorrere del tempo in piacevole compagnia. Gesù diede un esempio perfetto trovando il tempo non solo per insegnare, ma anche per rilassarsi e stringere rapporti significativi con altri (Luca 5:27-29; Giov. 12:1, 2). Essere seri non significa nemmeno che dovremmo avere sempre un'aria austera. Se Gesù fosse stato una persona severa, eccessivamente seria, di certo gli altri non si sarebbero sentiti attratti da lui. w11 15/4 1:6, 9

mercoledì 6 marzo 2013

mercoledì 6

Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio (Rom. 3:23)



Prima di coltivare la fede che porta alla salvezza l'individuo deve riconoscere di essere peccatore. Questo concetto non dovrebbe essere estraneo a coloro che sono cresciuti credendo in Dio e avendo un minimo di conoscenza della Bibbia (Eccl. 7:20). In alcuni paesi però le persone in generale non crescono con l'idea di essere nate nel peccato, di averlo ereditato. È vero che probabilmente sono consapevoli di commettere errori, di avere caratteristiche negative e forse di aver fatto cose sbagliate. Vedono anche che altri si trovano in una situazione simile. Tuttavia, a motivo dell'ambiente in cui sono cresciute, non comprendono veramente perché sia loro che gli altri sono fatti in questo modo. Anzi, in alcune lingue dire che qualcuno è un peccatore può far pensare che si tratti di un delinquente, o quanto meno di un individuo che ha infranto delle regole. È naturale che chi è cresciuto in un ambiente del genere faccia fatica a considerarsi un peccatore nel senso inteso da Paolo. w11 15/6 1:10, 11

martedì 5 marzo 2013

martedì 5

Conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me (Giov. 10:14)



Al nostro Esempio non sfugge nulla riguardo alle sue pecore (1 Piet. 2:21). E le pecore conoscono bene il pastore e lo seguono con fiducia. Per esercitare l'autorità a imitazione di Cristo, un marito deve imparare a pensare a sé come a un pastore e ai suoi familiari come a pecore affidate alla sua cura. Dovrebbe sforzarsi di conoscerli intimamente. È un obiettivo alla sua portata? Sì, se ha un buon dialogo con tutti i componenti della famiglia, ne ascolta le preoccupazioni, prende l'iniziativa nelle attività che coinvolgono l'intera famiglia, e si sforza coscienziosamente di prendere decisioni sagge per quanto riguarda l'adorazione in famiglia, le adunanze, il servizio di campo, lo svago e i divertimenti. Quando un marito cristiano assolve la propria responsabilità conoscendo bene non solo la Parola di Dio, ma anche quelli che sono affidati alla sua cura, è più probabile che i suoi familiari abbiano fiducia nella sua guida e che egli possa avere la soddisfazione di vederli rimanere uniti nella vera adorazione. w11 15/5 1:4-6

lunedì 4 marzo 2013

lunedì 4

Non considero la mia anima per nessun motivo a me cara, se solo posso finire la mia corsa (Atti 20:24)



Paolo era disposto a sacrificare tutto, compresa la vita, pur di portare a termine la corsa cristiana. Per Paolo tutti gli sforzi fatti e il duro lavoro svolto per la buona notizia non sarebbero serviti a nulla se per qualche motivo non fosse arrivato in fondo. D'altra parte non era eccessivamente sicuro di sé, pensando che avrebbe senz'altro vinto (Filip. 3:12, 13). Fu solo verso la fine della sua vita che disse con una certa fiducia: "Ho combattuto l'eccellente combattimento, ho corso la corsa sino alla fine, ho osservato la fede" (2 Tim. 4:7). Oltre a ciò, Paolo desiderava ardentemente che i fratelli non si arrendessero lungo il percorso e arrivassero al traguardo. Ad esempio esortò i cristiani di Filippi a mantenere "una salda presa sulla parola della vita", dopodiché aggiunse: "Affinché io abbia motivo d'esultanza nel giorno di Cristo, di non aver corso invano né faticato invano" (Filip. 2:16). w11 15/9 4:14, 15

domenica 3 marzo 2013

domenica 3

Confida in Geova con tutto il tuo cuore e non ti appoggiare al tuo proprio intendimento (Prov. 3:5)



Confidare in Geova con tutto il cuore implica che si facciano le cose alla sua maniera, secondo la sua volontà. Per far questo è fondamentale rivolgersi continuamente a lui in preghiera e ricercare sinceramente la sua guida. Tuttavia, per molti appoggiarsi completamente a Geova rappresenta una sfida. Per esempio, una cristiana di nome Lynn ammette: "Imparare a confidare appieno in Geova non è stato affatto facile per me". Come mai? "Il rapporto con mio padre è praticamente inesistente", dice, "e mia madre non si è mai interessata di me né dal punto di vista emotivo né da quello fisico. Perciò ho imparato in fretta a cavarmela da sola". A causa dell'ambiente familiare in cui è cresciuta, Lynn trova difficile fidarsi completamente di qualcuno. Altri, invece, tendono ad avere troppa fiducia in se stessi per via delle loro capacità e dei loro successi personali. Sulla scorta della sua esperienza, un anziano potrebbe iniziare a trattare questioni di congregazione senza prima rivolgersi a Dio in preghiera. w11 15/11 1:3

sabato 2 marzo 2013

sabato 2

Lo scettro non si allontanerà da Giuda, né il bastone da comandante di fra i suoi piedi, finché venga Silo (Gen. 49:10)



A partire dal regno del re Davide, che proveniva dalla tribù di Giuda, lo scettro (la sovranità regale) e il bastone da comandante (il comando) appartennero alla tribù di Giuda. "Silo" significa "colui del quale è; colui al quale appartiene". La discendenza regale di Giuda si sarebbe conclusa con "Silo", l'erede permanente, poiché Dio disse a Sedechia, l'ultimo re di Giuda, che il dominio sarebbe stato dato a colui che ne aveva il diritto legale (Ezec. 21:26, 27). Dopo Sedechia, Gesù fu l'unico discendente di Davide al quale fu promesso il potere regale. Prima della nascita di Gesù, l'angelo Gabriele disse a Maria: "Geova Dio gli darà il trono di Davide suo padre, ed egli regnerà sulla casa di Giacobbe per sempre e del suo regno non ci sarà fine" (Luca 1:32, 33). Silo deve quindi essere Gesù Cristo, che fu un discendente di Giuda e di Davide (Matt. 1:1-3, 6; Luca 3:23, 31-34). w11 15/8 1:6

venerdì 1 marzo 2013

venerdì 1

Venite, e saliamo al monte di Geova, alla casa dell'Iddio di Giacobbe; ed egli ci istruirà intorno alle sue vie, e noi certamente cammineremo nei suoi sentieri (Isa. 2:3)



Tutti noi siamo senz'altro convinti che possiamo trarre beneficio da ciò che è scritto nella Bibbia. Nelle sue pagine troviamo esempi di uomini e donne fedeli di cui vorremmo imitare le qualità e il modo di vivere (Ebr. 11:32-34). Avrete comunque notato che le Scritture contengono anche esempi ammonitori: uomini e donne di cui vorremmo evitare le azioni e gli atteggiamenti. A dire il vero alcuni personaggi menzionati nella Bibbia si rivelano sia buoni che cattivi esempi. Pensate a Davide, un umile pastore che in seguito divenne un potente re. In lui troviamo un buon esempio di amore per la verità e fiducia in Geova. Tuttavia Davide si macchiò di gravi colpe, come l'adulterio con Betsabea, l'uccisione di Uria e un censimento fatto sconsideratamente. w11 15/12 1:1, 2