sabato 31 agosto 2013

sabato 31

Prova squisito diletto in Geova. Rotola su Geova la tua via, e confida in lui (Sal. 37:4, 5)



Se sei un cristiano fedele che vive in una famiglia divisa sotto il profilo religioso, non arrenderti. Ricorda che "Geova non abbandonerà il suo popolo per amore del suo grande nome" (1 Sam. 12:22). Rimarrà con te finché ti terrai stretto a lui (2 Cron. 15:2). 'Sii costante nella preghiera', e abbi fede che il tuo amorevole Padre celeste può aiutarti a sopportare qualsiasi difficoltà (Rom. 12:12). Chiedi a Geova di aiutarti con il suo spirito santo a promuovere la pace in famiglia (Ebr. 12:14). Creare un'atmosfera pacifica in casa non è un'impresa impossibile, e può darsi che alla fine i familiari non credenti ne siano toccati. 'Facendo ogni cosa alla gloria di Dio' proverai felicità e pace interiore (1 Cor. 10:31). Mentre compi questi sforzi, ti è sicuramente di conforto sapere che hai l'amorevole sostegno dei fratelli e delle sorelle della congregazione! w12 15/2 4:17, 18

venerdì 30 agosto 2013

venerdì 30

Colui che ci ha unti è Dio (2 Cor. 1:21)



Coloro che furono invitati a entrare a far parte del nuovo patto vennero unti con lo spirito santo. Furono inclusi prima gli ebrei fedeli e poi i gentili (Efes. 3:5, 6). Quali possibilità venivano loro offerte? Avrebbero ricevuto il perdono completo dei peccati. Geova aveva promesso: "Perdonerò il loro errore, e non ricorderò più il loro peccato" (Ger. 31:34). Una volta cancellati legalmente i loro peccati, sarebbero potuti diventare "un regno di sacerdoti". Rivolgendosi ai cristiani unti, Pietro scrisse: "Voi siete 'una razza eletta, un regal sacerdozio, una nazione santa, un popolo di speciale possesso, affinché dichiariate le eccellenze' di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua meravigliosa luce" (1 Piet. 2:9). Pietro qui cita le parole che Geova pronunciò quando diede la Legge a Israele e le applica ai cristiani inclusi nel nuovo patto (Eso. 19:5, 6). w12 15/1 5:13

giovedì 29 agosto 2013

giovedì 29

Lo spirito del Padre vostro parlerà mediante voi (Matt. 10:20)



Paolo si rendeva perfettamente conto dell'importanza dello spirito santo di Dio quando si tratta di parlare della verità. Esortò perfino la congregazione di Efeso a fare suppliche a suo favore affinché gli fosse data "la capacità di parlare" (Efes. 6:18-20). Lo spirito santo non solo permise a Paolo di parlare ma a volte gli impedì di farlo in certe località. Quando intraprendeva i suoi viaggi missionari Paolo era guidato dallo spirito di Dio (Atti 13:2; 16:6-10). Geova continua a guidare l'opera di predicazione per mezzo del suo spirito. Come Paolo, tutti gli ubbidienti servitori di Geova si sforzano di dichiarare la verità con coraggio e zelo. Anche se oggi la guida di Dio può non essere così evidente come ai giorni di Paolo, possiamo essere sicuri che Geova usa il suo spirito santo per fare in modo che i meritevoli odano la verità (Giov. 6:44). w11 15/12 4:10, 11

mercoledì 28 agosto 2013

mercoledì 28

Felici voi quando gli uomini vi odieranno (Luca 6:22)



Benché nessuno degli apostoli di Gesù fosse codardo, tutti loro dovettero lottare contro il timore dell'uomo (Mar. 14:50, 66-72). In che modo Gesù li aiutò a fare progresso spirituale nonostante le forti pressioni da parte delle persone attorno a loro? Li preparò ad affrontare l'opposizione che avrebbero subìto (Mar. 10:29, 30; Luca 12:4-12). Anche noi dobbiamo aiutare chi studia la Bibbia a vincere il timore dell'uomo. Spesso è più facile affrontare un problema quando ce lo si aspetta (Giov. 15:19). Ad esempio, perché non aiutare lo studente a preparare risposte semplici, ragionevoli e basate sulla Bibbia a domande e obiezioni che potrebbero fare colleghi e altri? Inoltre possiamo presentargli altri componenti della congregazione, in particolare coloro con cui potrebbe avere affinità. Soprattutto dovremmo insegnargli a pregare regolarmente e di cuore. Questo potrà aiutarlo ad avvicinarsi a Geova Dio e a fare di lui il proprio Rifugio e la propria Roccia (Sal. 94:21-23; Giac. 4:8). w11 15/11 4:11, 12

martedì 27 agosto 2013

martedì 27

Continuate a confortarvi gli uni gli altri (1 Tess. 5:11)



Ci sono molti modi concreti in cui possiamo aiutare, e quindi confortare, i nostri compagni di fede. Ad esempio potremmo fare la spesa per i fratelli d'età avanzata o malati. Altri potrebbero aver bisogno di aiuto per svolgere le faccende domestiche; dando loro una mano dimostreremo il nostro interesse (Filip. 2:4). Magari possiamo complimentarci con qualcuno per le sue buone qualità, come l'amore, lo spirito d'iniziativa, il coraggio o la fede. Possiamo cercare di confortare le persone anziane facendo loro visita e ascoltandole con attenzione mentre ci raccontano le loro esperienze e ci parlano delle benedizioni che hanno ricevuto servendo Geova; è molto probabile che saremo noi ad essere incoraggiati e confortati! Potremmo leggere con loro la Bibbia o le nostre pubblicazioni. Un'altra idea sarebbe quella di studiare insieme l'articolo della Torre di Guardia o il materiale per lo studio biblico di congregazione della settimana. Oppure potremmo leggere o narrare qualche esperienza incoraggiante contenuta in una nostra pubblicazione. w11 15/10 4:2, 15, 16

lunedì 26 agosto 2013

lunedì 26

Abraamo fu chiamato "amico di Geova" (Giac. 2:23)



Abraamo fu un uomo che "ripose fede in Geova", ed è definito "il padre di tutti quelli che hanno fede" (Gen. 15:6; Rom. 4:11). Spinto dalla fede, Abraamo lasciò la sua casa, i suoi amici e rinunciò a una vita agiata per recarsi in un paese lontano (Gen. 12:1-4; Ebr. 11:8-10). Molti anni dopo, la sua fede era ancora forte. Ciò fu evidente quando "fece come se offrisse Isacco", suo figlio, in ubbidienza al comando di Geova (Ebr. 11:17-19). Abraamo mostrò fede nelle promesse divine, e Dio lo considerò una persona speciale. Geova conosceva davvero Abraamo (Gen. 18:19). Non solo sapeva della sua esistenza, ma lo considerava un caro amico. È degno di nota che durante la sua vita Abraamo non ricevette la terra che gli era stata promessa in eredità. Eppure continuò ad avere una forte fede in Geova e questa lo guidò per tutta la vita (Ebr. 11:13). Siamo conosciuti da Geova come persone dalla fede simile a quella di Abraamo? w11 15/9 5:6, 7

domenica 25 agosto 2013

domenica 25

Isacco fece ai suoi visitatori un banchetto e mangiarono e bevvero. Dopo ciò li mandò via in pace (Gen. 26:30, 31)



Quando il re filisteo Abimelec disse a Isacco di 'andar via dal loro vicinato', cioè da Gherar, Isacco, uomo pacifico, accondiscese (Gen. 26:1, 12-17). Dopo che Isacco ebbe spostato il suo accampamento, i suoi pastori scavarono un pozzo. I pastori filistei asserirono che l'acqua era di loro proprietà. Invece di litigare, Isacco fece scavare ai suoi uomini un altro pozzo. I filistei reclamarono anche questo, e per amore della pace Isacco spostò il suo grande accampamento in un'altra località ancora. In seguito il re filisteo e i suoi subalterni vennero a fargli visita a Beer-Seba e cercarono di stringere con lui un patto di pace, dicendo: "Abbiamo indubbiamente visto che Geova ha mostrato d'essere con te" (Gen. 26:28). Per amore della pace Isacco si era spostato ripetutamente invece di combattere. Anche questa volta dimostrò di essere un uomo che amava la pace. w11 15/8 3:12-14

sabato 24 agosto 2013

sabato 24

Israele continuò a servire Geova per tutti i giorni di Giosuè e per tutti i giorni degli anziani che prolungarono i loro giorni dopo Giosuè (Gios. 24:31)



Quella generazione ubbidiente gradualmente scomparve e fu sostituita da una generazione che "non conosceva Geova né l'opera che egli aveva fatto per Israele". Di conseguenza, "i figli d'Israele si misero a fare ciò che era male agli occhi di Geova e a servire i Baal" (Giud. 2:10, 11). La Terra Promessa non si rivelò per loro un vero "luogo di riposo". A causa della loro disubbidienza non godettero di una pace duratura con Dio. Riguardo a questi israeliti Paolo scrisse: "Se Giosuè li avesse condotti in un luogo di riposo, Dio non avrebbe parlato in seguito di un altro giorno". Poi aggiunse: "Rimane dunque un riposo di sabato per il popolo di Dio" (Ebr. 4:8, 9). Il "popolo di Dio" a cui si riferiva Paolo erano i cristiani. Significa questo che i cristiani potevano entrare nel riposo di Dio? Certo, e ciò valeva sia per i cristiani ebrei che per i cristiani non ebrei. w11 15/7 3:11, 12

venerdì 23 agosto 2013

venerdì 23

Salvateli strappandoli dal fuoco (Giuda 23)



Oggi gli anziani devono stare in guardia dai feroci attacchi del Diavolo. Se necessario, devono avere il coraggio di strappare, in senso figurato, le pecore dalle sue fauci. Ovviamente gli anziani non fanno questo senza l'aiuto di Geova. Trattano le pecore con tenerezza, fasciandone le ferite e curandole con il lenitivo balsamo della Parola di Dio. Nei tempi biblici un pastore letterale conduceva le pecore in luoghi in cui potessero pascolare e abbeverarsi. Similmente gli anziani conducono il gregge nella congregazione, incoraggiando le pecore a frequentare regolarmente le adunanze affinché siano ben pasciute e ricevano "il cibo a suo tempo" (Matt. 24:45). Forse gli anziani devono anche dedicare del tempo per aiutare quelli che sono spiritualmente malati ad accettare il nutrimento della Parola di Dio. Anziché intimidire il fratello, gli spiegano con tenerezza i princìpi scritturali e gli mostrano come può applicarli nella sua vita. w11 15/6 3:7, 8

giovedì 22 agosto 2013

giovedì 22

L'obiettivo di questo mandato è l'amore da un cuore puro e da una buona coscienza e dalla fede senza ipocrisia (1 Tim. 1:5)



Se vogliamo che lo spirito di Dio ci guidi, dobbiamo evitare di esporci alla tentazione facendo zapping quando guardiamo la televisione o navigando in Internet senza uno scopo preciso (Rom. 8:5-8). Ovviamente possiamo e dobbiamo esercitare padronanza correndo subito ai ripari se ci troviamo davanti a un'immagine provocante. Ma quanto è meglio evitare del tutto tale situazione! (Prov. 22:3). Per prendere adeguate precauzioni e poi seguirle bisogna esercitare padronanza di sé. Ad esempio, una precauzione può essere quella di tenere il computer in un punto ben visibile della casa. Alcuni trovano pratico usare il computer o guardare la televisione solo in presenza di altre persone. Altri hanno deciso di non avere il collegamento a Internet (Matt. 5:27-30). Vogliamo prendere tutte le misure necessarie per proteggere noi stessi e la nostra famiglia. w11 15/4 4:17, 18

mercoledì 21 agosto 2013

mercoledì 21

Il tempo e l'avvenimento imprevisto capitano a tutti loro (Eccl. 9:11)



Man mano che ci avviciniamo alla fine di questo mondo malvagio, sempre più servitori di Geova sono colpiti da disastri e tragedie. Quando perdiamo una persona cara o soffriamo a motivo di problemi personali, potremmo sentirci abbattuti. Oppure potremmo trovarci in una situazione angosciante o sentirci vittime di un'ingiustizia. Nell'angustia il nostro cuore potrebbe gridare: "Perché, Geova? Perché proprio a me? Cosa ho fatto di male?" (Abac. 1:2, 3). Dobbiamo stare attenti a non pensare che questi fatti siano un segno della disapprovazione di Geova. Per indicare che non bisogna cadere in questo errore Gesù fece riferimento a due tragedie che si erano verificate ai suoi giorni (Luca 13:1-5). Molte calamità sono una conseguenza 'del tempo e dell'avvenimento imprevisto'. Ma, indipendentemente dalla causa della nostra sofferenza, possiamo affrontare queste situazioni se ci concentriamo sull'"Iddio di ogni conforto". Egli ci darà la forza necessaria per andare avanti e rimanere fedeli (2 Cor. 1:3-6). w11 15/5 3:16-18

martedì 20 agosto 2013

martedì 20

Mentre andate, predicate, dicendo: "Il regno dei cieli si è avvicinato" (Matt. 10:7)



Gesù avvertì gli apostoli che in molti si sarebbero opposti alla loro predicazione (Matt. 10:16-23). Tale opposizione diventa particolarmente dolorosa quando a rifiutare il messaggio del Regno sono i propri familiari (Matt. 10:34-36). Tuttavia questo non significa affatto che i seguaci di Cristo che vivono in famiglie divise dal punto di vista religioso non possano essere felici. Anche se a volte l'opposizione dei familiari può essere intensa, non è detto che sia sempre così, né che le cose non cambieranno mai. Molto dipende da come il familiare credente reagisce all'ostilità o all'indifferenza. Inoltre Geova benedice coloro che gli sono leali, dando loro gioia anche in circostanze avverse. Il cristiano può provare più felicità (1) promuovendo la pace all'interno della famiglia e (2) sforzandosi sinceramente di aiutare i familiari non credenti ad abbracciare la vera adorazione. w12 15/2 4:1, 2

lunedì 19 agosto 2013

lunedì 19

Una prima e una seconda volta mi mandaste qualcosa (Filip. 4:16)



Nel I secolo la congregazione di Filippi inviò Epafrodito a Roma perché aiutasse Paolo sotto il profilo materiale. Il fratello evidentemente portò con sé un dono monetario fatto dalla congregazione. Non era la prima volta che i cristiani di Filippi mostravano generosità a Paolo. Con la loro bontà intendevano liberarlo da preoccupazioni di natura economica affinché potesse dedicare più tempo al ministero. Come considerò Paolo quel dono? Lo definì un "odore soave, sacrificio accettevole, gradito a Dio" (Filip. 4:15-19). Paolo apprezzò davvero il gesto dei filippesi, e lo stesso può dirsi di Geova. Oggi, in maniera analoga, Geova apprezza profondamente le nostre contribuzioni per l'opera mondiale. Ci promette inoltre che se continuiamo a mettere gli interessi del Regno al primo posto nella vita, egli soddisferà tutti i nostri bisogni, sia spirituali che fisici (Matt. 6:33; Luca 6:38). w12 15/1 4:13, 14

domenica 18 agosto 2013

domenica 18

La fede segue ciò che si ode (Rom. 10:17)



Benché sia stata manifestata fin dai giorni di Abele, "la fede non è posseduta da tutti" (2 Tess. 3:2). Come si fa dunque ad avere la fede, e cosa permette di rimanere fedeli? Principalmente la fede "segue ciò che si ode" dalla Parola di Dio. È un aspetto del frutto dello spirito santo di Dio (Gal. 5:22, 23). Se vogliamo avere fede, perciò, abbiamo bisogno di spirito santo. Sarebbe un errore pensare che la fede sia qualcosa che si possiede dalla nascita o che sorge in modo spontaneo. I servitori di Dio citati nella Bibbia come esempi di fede erano persone "con sentimenti simili ai nostri" (Giac. 5:17). Avevano insicurezze, dubbi e debolezze, ma "furono resi potenti" dallo spirito di Dio, riuscendo così ad affrontare le difficoltà che incontrarono sul loro cammino (Ebr. 11:34). Riflettere su come lo spirito di Geova agì su di loro incoraggerà anche noi a mantenere una condotta fedele in questo tempo in cui la nostra fede è continuamente messa alla prova. w11 15/12 3:1, 2

sabato 17 agosto 2013

sabato 17

Quando Geova tuo Dio ti avrà introdotto nel paese che giurò ai tuoi antenati Abraamo, Isacco e Giacobbe di darti, città grandi e belle che tu non hai edificato, e case piene di ogni cosa buona e che tu non hai riempito, guardati dal dimenticare Geova (Deut. 6:10-12)



Questo avvertimento non era infondato. Ai giorni di Neemia un gruppo di leviti rammentò con un senso di vergogna cosa era accaduto dopo che gli israeliti avevano preso possesso della Terra Promessa: si erano stabiliti in comode case e avevano avuto a disposizione cibo e vino in abbondanza; secondo la narrazione, "mangiavano e si saziavano e ingrassavano". Si erano ribellati contro Dio e avevano persino ucciso i profeti che egli inviava loro per avvertirli. Pertanto Geova li aveva abbandonati nelle mani dei loro nemici (Nee. 9:25-27; Osea 13:6-9). Secoli dopo, sotto la dominazione romana, la nazione infedele arrivò al punto di uccidere il promesso Messia. Geova la rigettò e diede il suo favore a una nuova nazione, l'Israele spirituale (Matt. 21:43; Atti 7:51, 52; Gal. 6:16). w11 15/11 3:4, 5

venerdì 16 agosto 2013

venerdì 16

Siamo perplessi, ma non assolutamente senza via d'uscita (2 Cor. 4:8)



Le circostanze avverse possono incidere negativamente sulla salute fisica. Dieta sana, sufficiente riposo, esercizio fisico e cura dell'igiene personale sono sicuramente d'aiuto. Oltre a ciò, un atteggiamento spiritualmente sano basato sulle Scritture può influire positivamente sul benessere fisico. Perciò, quando ci troviamo in una situazione angosciante facciamo bene a ricordare l'esperienza di Paolo e le sue incoraggianti parole (2 Cor. 4:9). Alcune prove, poi, possono danneggiare la nostra salute spirituale. Ancora una volta Geova può venire in nostro soccorso. La sua Parola ci assicura: "Geova dà sostegno a tutti quelli che cadono, e alza tutti quelli che si chinano" (Sal. 145:14). Per contrastare l'insorgere di una malattia spirituale dobbiamo chiedere aiuto agli anziani (Giac. 5:14, 15). Ricordare costantemente la speranza scritturale della vita eterna, inoltre, contribuirà a sostenerci nelle prove di fede (Giov. 17:3). w11 15/10 3:10, 11

giovedì 15 agosto 2013

giovedì 15

Abraamo ubbidì (Ebr. 11:8)



Nel "nuvolo di testimoni" Paolo elenca Abraamo e Sara (Ebr. 11:8-12; 12:1). Essi lasciarono la vita che facevano a Ur, e il loro futuro sembrava incerto. Furono un esempio di fede incrollabile e ubbidienza in situazioni difficili. A motivo di tutti i sacrifici che fu disposto a fare per la vera adorazione, Abraamo venne appropriatamente definito "il padre di tutti quelli che hanno fede" (Rom. 4:11). Paolo prese in esame solo i punti salienti della vita di Abraamo, dato che i suoi lettori la conoscevano bene. Nondimeno la sua conclusione è incisiva: "Nella fede morirono tutti questi [compresi Abraamo e la sua famiglia], benché non ottenessero l'adempimento delle promesse, ma le videro da lontano e le salutarono e dichiararono pubblicamente di essere estranei e residenti temporanei nel paese" (Ebr. 11:13). È chiaro che la loro fede e la relazione che avevano con Dio permisero loro di correre la corsa con perseveranza. w11 15/9 3:10, 14

mercoledì 14 agosto 2013

mercoledì 14

Sii coraggioso e forte e agisci. Non aver timore e non ti atterrire, poiché Geova Dio, il mio Dio, è con te (1 Cron. 28:20)



Nell'XI secolo a.E.V. il re Davide disse queste parole a suo figlio Salomone. Salomone agì coraggiosamente e costruì il magnifico tempio di Geova a Gerusalemme. Nel X secolo a.E.V. le parole di una ragazzina israelita si rivelarono una benedizione per un lebbroso. La ragazzina era stata catturata da una banda di predoni ed era divenuta una servitrice nella casa del capo dell'esercito siro, Naaman, che era malato di lebbra. Poiché aveva saputo dei miracoli compiuti da Geova tramite il profeta Eliseo, la giovane disse alla moglie di Naaman che se il marito fosse andato in Israele il profeta di Dio lo avrebbe guarito. Naaman si recò in Israele, fu guarito miracolosamente e diventò un adoratore di Geova (2 Re 5:1-3, 10-17). Se sei giovane e ami Dio come quella ragazzina, egli ti darà il coraggio per dare testimonianza a insegnanti, compagni e altri. w12 15/2 2:10, 11

martedì 13 agosto 2013

martedì 13

Ubbidire è meglio del sacrificio (1 Sam. 15:22)



Perché fossero graditi a Geova, i sacrifici prescritti dalla Legge mosaica dovevano essere offerti con il giusto spirito e la giusta condizione di cuore. La Bibbia comunque contiene anche esempi di sacrifici che Dio non gradì. Prendiamo il caso del re Saul. Il profeta Samuele gli aveva detto che era giunto il momento dell'esecuzione del giudizio di Geova contro gli amalechiti. Saul doveva quindi annientare quella nazione nemica, bestiame compreso. Tuttavia, dopo la vittoria permise che i soldati risparmiassero Agag, il re degli amalechiti. Inoltre risparmiò i capi di bestiame più pregiati con l'intenzione di sacrificarli a Geova (1 Sam. 15:2, 3, 21). Quale fu la reazione di Geova? Rigettò Saul per la sua disubbidienza (1 Sam. 15:22, 23). Cosa impariamo? Per essere gradito a Dio, un sacrificio deve essere accompagnato dall'ubbidienza ai suoi comandi. w12 15/1 3:13, 14

lunedì 12 agosto 2013

lunedì 12

L'uomo in pace con me, in cui confidai, che mangiava il mio pane, ha levato il suo calcagno contro di me (Sal. 41:9)



Con queste parole era stato profetizzato che il Messia sarebbe stato tradito da un amico sleale. Chi mangiava il pane con qualcuno era considerato suo amico (Gen. 31:54). Perciò il tradimento di Gesù da parte di Giuda Iscariota fu un atto di slealtà della peggior specie. Gesù richiamò l'attenzione sull'adempimento delle parole profetiche di Davide quando parlò del suo traditore e disse agli apostoli: "Non parlo di voi tutti; conosco quelli che ho scelto. Ma è perché si adempia la Scrittura: 'Colui che si nutriva del mio pane ha alzato il suo calcagno contro di me'" (Giov. 13:18). Per questa azione perfida Giuda ricevette 30 pezzi d'argento, il prezzo di uno schiavo! Giuda non utilizzò mai la somma ottenuta illecitamente, poiché la gettò nel tempio e, andatosene, si suicidò (Matt. 26:14-16; 27:3-10). w11 15/8 2:5, 6

domenica 11 agosto 2013

domenica 11

Pure fra voi ci saranno falsi maestri (2 Piet. 2:1)



Tramite gli apostoli Paolo e Pietro, Geova ci mette in guardia contro i falsi maestri (Atti 20:29, 30; 2 Piet. 2:1-3). Chi sono questi maestri e da dove vengono? Paolo disse agli anziani della congregazione di Efeso: "Fra voi stessi sorgeranno uomini che diranno cose storte". Possono quindi sorgere all'interno della congregazione. Questi falsi maestri sono apostati. Cosa vogliono? Non si accontentano di lasciare l'organizzazione che forse un tempo amavano. Il loro obiettivo, spiegò Paolo, è quello di "trarsi dietro i discepoli". Si noti l'articolo determinativo: "i discepoli". Anziché limitarsi ad andarsene e fare discepoli fuori della congregazione, gli apostati cercano di portare via con sé i discepoli di Cristo. Come "lupi rapaci", i falsi maestri cercano di divorare i componenti della congregazione carpendo la loro fiducia, distruggendo la loro fede e allontanandoli dalla verità (Matt. 7:15; 2 Tim. 2:18). w11 15/7 2:3, 4

sabato 10 agosto 2013

sabato 10

L'amore di Dio è stato versato nei nostri cuori mediante lo spirito santo (Rom. 5:5)



"La più grande conquista dei romani e la più grande eredità che lasciarono ai posteri furono la loro legge e la loro convinzione che la vita andasse vissuta nel rispetto della legge" (David J. Williams, traduttore biblico e professore presso l'Università di Melbourne, in Australia). Per quanto ciò possa essere vero, c'è un'eredità o un dono di valore assai più grande. Questo dono è un mezzo stabilito da Dio per permetterci di avere una condizione giusta e approvata ai suoi occhi e la prospettiva della salvezza e della vita eterna. In un certo senso, il modo in cui Dio provvide questo dono aveva dei risvolti legali. In Romani capitolo 5 l'apostolo Paolo non presentò questi aspetti come un arido trattato dal sapore legalistico. Piuttosto, cominciò con questa entusiasmante assicurazione: "Ora che siamo stati dichiarati giusti come risultato della fede, godiamo la pace con Dio per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo" (Rom. 5:1). Quelli che ricevono il dono di Dio si sentono spinti a ricambiare il suo amore. Paolo era uno di questi. w11 15/6 2:1, 2

venerdì 9 agosto 2013

venerdì 9

Accostatevi a Dio, ed egli si accosterà a voi (Giac. 4:8)



Ragazzi, il primo passo lungo la via della vita è quello di far vostra la verità. L'avete compiuto? Chiedetevi: "Sono una persona spirituale, oppure partecipo alle attività spirituali perché lo fanno i miei genitori? Sto coltivando qualità che mi rendono gradito a Dio? Mi sforzo di seguire un programma regolare per quanto riguarda le attività connesse con la vera adorazione? Mi sto accostando a Dio coltivando una relazione personale con lui?" Riflettete sull'esempio di Mosè. Nonostante fosse esposto a una cultura straniera, Mosè scelse di essere identificato come adoratore di Geova anziché come figlio della figlia del faraone (Ebr. 11:24-27). Giovani cristiani, anche voi dovete essere decisi a servire Geova fedelmente. Così facendo troverete la vera felicità, seguirete fin d'ora il miglior modo di vivere e avrete la speranza di 'afferrare fermamente la vera vita' (1 Tim. 6:19). w11 15/5 1:18, 19

giovedì 8 agosto 2013

giovedì 8

Amiamo con opera e verità (1 Giov. 3:18)



L'amore prodotto dallo spirito santo è nettamente diverso dal tipo di amore comune nel mondo. Gesù sottolineò questa differenza nel Sermone del Monte (Matt. 5:43-48). Fece notare che anche i peccatori trattano bene gli altri quando gli altri trattano bene loro. Questo "amore" non richiede vero sacrificio ma equivale a uno scambio di favori. Se vogliamo 'mostrare d'esser figli del Padre nostro che è nei cieli' dobbiamo comportarci in maniera diversa. Anziché trattare gli altri come loro trattano noi, dobbiamo considerarli e trattarli come li considera e li tratta Geova. L'amore che nutriamo per i fratelli va anche oltre. "Abbiamo l'obbligo di cedere le anime nostre per i nostri fratelli" (1 Giov. 3:16, 17). Più spesso, però, possiamo mostrare amore nelle piccole cose. L'intenso amore prodotto dallo spirito santo può aiutarci a passare sopra ai piccoli torti, perdonando liberalmente gli altri 'come Geova ci perdonò liberalmente' (Col. 3:13, 14; 1 Piet. 4:8). w11 15/4 3:4, 6

mercoledì 7 agosto 2013

mercoledì 7

Esiste una via che davanti all'uomo è retta, ma la sua fine son poi le vie della morte (Prov. 14:12)



Se facciamo affidamento sul nostro modo di ragionare, particolarmente quando siamo alle prese con problemi gravi, corriamo il rischio concreto di procurare danni a noi stessi e ai nostri cari. Ad esempio, un capofamiglia potrebbe sentirsi sotto pressione nel provvedere materialmente "ai suoi" (1 Tim. 5:8). Potrebbe essere tentato di accettare un lavoro che gli impedisce spesso di assistere alle adunanze, di tenere l'adorazione in famiglia o di partecipare al ministero. Se fa affidamento solo sul suo modo di ragionare, una decisione di questo tipo potrebbe sembrare giustificabile se non addirittura giusta. Tuttavia, tale decisione potrebbe significare malattia o morte in senso spirituale. Sarebbe decisamente meglio seguire il consiglio di Proverbi 3:5, 6. Salomone disse: "Confida in Geova con tutto il tuo cuore e non ti appoggiare al tuo proprio intendimento. In tutte le tue vie riconoscilo, ed egli stesso renderà diritti i tuoi sentieri". w12 15/2 1:14, 15

martedì 6 agosto 2013

martedì 6

Sono in maniera più preminente un ministro di Cristo; in fatiche più abbondantemente, in prigioni più abbondantemente, in percosse all'eccesso, in pericoli di morte spesso (2 Cor. 11:23)



Per mantenerci desti è fondamentale che predichiamo con zelo e con senso di urgenza. L'apostolo Paolo ci ha lasciato uno straordinario esempio. Egli si prodigò zelantemente, viaggiò in lungo e in largo e fondò molte congregazioni. Subì molteplici avversità, ma non perse mai lo zelo e il senso di urgenza (2 Cor. 11:24-29). Vediamo gli ultimi avvenimenti del ministero di Paolo riportati nel libro degli Atti, al capitolo 28. L'apostolo era giunto a Roma, dove doveva comparire di fronte a Nerone. Si trovava agli arresti, forse incatenato a una guardia. Ma nessuna catena poteva mettere a tacere quello zelante apostolo! Paolo continuò a cercare il modo di rendere testimonianza. Tre giorni dopo convocò gli uomini principali della comunità ebraica locale per dare loro testimonianza. In seguito, in un giorno che avevano concordato, diede una testimonianza ancora maggiore (Atti 28:17, 23, 24). w12 15/1 2:17, 18

lunedì 5 agosto 2013

lunedì 5

Poiché la sentenza contro un'opera cattiva non è stata eseguita rapidamente, per questo il cuore dei figli degli uomini è in loro pienamente risoluto a fare il male (Eccl. 8:11)



Se solo Salomone avesse tenuto conto di questa verità! È vero che realizzò molte buone cose ed ebbe a lungo la benedizione di Dio, ma nel corso del tempo fece un errore dietro l'altro. Prese l'abitudine di disubbidire ai comandi di Geova. Quanto sono vere le parole che l'apostolo Paolo fu ispirato a scrivere in seguito: "Non siate sviati: Dio non è da beffeggiare. Poiché qualunque cosa l'uomo semini, questa pure mieterà"! (Gal. 6:7). Alla fine Salomone raccolse gli amari frutti della sua disubbidienza ai comandi di Dio. Leggiamo: "Il re Salomone stesso amò molte mogli straniere insieme alla figlia di Faraone, donne moabite, ammonite, edomite, sidonie e ittite" (1 Re 11:1). Molte di queste donne rimasero probabilmente devote a false divinità e Salomone ne fu influenzato. Si sviò e perse il favore del nostro paziente Dio (1 Re 11:4-8). w11 15/12 1:17, 18

domenica 4 agosto 2013

domenica 4

Pregate, per non entrare in tentazione (Luca 22:40)



Poiché nelle nostre membra dimora la "legge del peccato", dobbiamo ingaggiare una dura lotta contro le inclinazioni peccaminose (Rom. 7:21-25). Ma è una lotta che possiamo vincere. In che modo? Gesù disse ai suoi seguaci che la preghiera è fondamentale per resistere alle tentazioni. Anche se i desideri e i pensieri errati dovessero rimanere dopo che abbiamo pregato, dobbiamo 'continuare a chiedere a Dio' sapienza per affrontare il problema. Ci viene infatti assicurato che "egli dà generosamente a tutti e senza biasimare" (Giac. 1:5). Giacomo scrisse inoltre: "C'è qualcuno [spiritualmente] malato fra voi? Chiami gli anziani della congregazione presso di sé, e preghino su di lui, spalmandolo d'olio nel nome di Geova. E la preghiera della fede farà star bene l'indisposto" (Giac. 5:14, 15). La preghiera è essenziale per resistere alle tentazioni; tuttavia dobbiamo tenere presente che occorre pregare al momento giusto, cioè prima di incamminarsi in un sentiero pericoloso (Prov. 7:6-23). w11 15/11 1:15-17

sabato 3 agosto 2013

sabato 3

Dico questo per indurvi a ciò che è convenevole e a ciò che significa costante assiduità verso il Signore senza distrazione (1 Cor. 7:35)



Poche cose nella vita suscitano sentimenti così contrastanti come l'euforia, la frustrazione o l'ansia che si provano nei rapporti con l'altro sesso. Il bisogno di gestire tali sentimenti è di per sé una ragione sufficiente per ricercare la guida di Dio, ma non è l'unica. Alcuni cristiani che sono contenti della propria vita da single potrebbero dover subire le insistenze di familiari e amici che vorrebbero vederli sposati. Altri vorrebbero sposarsi ma non hanno ancora trovato la persona giusta. Altri ancora hanno bisogno di consigli per prepararsi in vista delle responsabilità che il matrimonio comporta. E sia i cristiani sposati che quelli non sposati devono guardarsi dal pericolo dell'immoralità sessuale. Queste situazioni influiscono non solo sulla nostra felicità ma anche sulla nostra relazione con Geova Dio. w11 15/10 2:1, 2

venerdì 2 agosto 2013

venerdì 2

Rendete sicura la vostra chiamata ed elezione (2 Piet. 1:10)



Come i sacerdoti e i leviti dell'antichità, oggi gli unti considerano il servizio che svolgono un privilegio (Num. 18:20). Essi non si aspettano di ricevere come possedimento un territorio o una località sulla terra; al contrario, saranno re e sacerdoti con Gesù Cristo in cielo. Sulla terra gli unti vivono in modo tale da dimostrare che Geova è la loro parte (Sal. 142:5). Essi ritengono che il privilegio di servirlo sia della massima importanza. Esercitano fede nel sacrificio di riscatto e seguono Cristo di continuo, e così 'rendono sicura la loro chiamata ed elezione'. Benché abbiano circostanze e capacità diverse, non adducono eventuali limiti come scusa per fare solo lo stretto necessario. Al contrario, danno la precedenza al servizio che rendono a Dio, mettendoci il massimo impegno. Sono di esempio per coloro che hanno la speranza di vivere su una terra paradisiaca. w11 15/9 2:3, 4

giovedì 1 agosto 2013

giovedì 1

Sia la mia preghiera preparata come incenso dinanzi a te (Sal. 141:2)



Dio si aspetta che rinunciamo alle opere morte e che studiamo la sua Parola, preghiamo e frequentiamo le adunanze. I capifamiglia cristiani prendono l'iniziativa nel tenere l'adorazione in famiglia (1 Tess. 5:17; Ebr. 10:24, 25). È bene riflettere sulla frequenza e sulla qualità delle nostre preghiere. Il libro di Rivelazione paragona "le preghiere dei santi" a incenso, a indicare che le preghiere gradite a Geova salgono a lui come un profumo soave (Riv. 5:8). Nell'antico Israele l'incenso che veniva offerto regolarmente sull'altare di Geova era preparato con grande cura e attenzione. Era gradito a Geova solo se veniva offerto secondo le istruzioni che egli stesso aveva dato (Eso. 30:34-37; Lev. 10:1, 2). Se le nostre sentite preghiere vengono formulate allo stesso modo, possiamo essere sicuri che Geova le gradirà. w12 15/1 4:11, 12