martedì 31 dicembre 2013

martedì 31

Esiste un amico che si tiene più stretto di un fratello (Prov. 18:24)



I veri amici non rivelano ad altri le confidenze che vengono fatte loro. Quando qualcuno ci parla dei suoi pensieri e sentimenti più reconditi con la certezza che non diverranno di dominio pubblico, il nostro vincolo di amore si rafforza ulteriormente. Sforziamoci perciò di essere amici fidati, capaci di mantenere il riserbo; in questo modo aiuteremo la congregazione a manifestare uno spirito amorevole e ad essere come una famiglia (Prov. 20:19). Diffondere informazioni riservate su qualcuno è sbagliato e può ferire. Ciò nondimeno, se è stato commesso un grave peccato gli anziani devono esserne messi al corrente, dato che sono scritturalmente tenuti a trattare la cosa (Lev. 5:1). Perciò, se sappiamo che un compagno di fede è scivolato in una condotta errata, dovremmo incoraggiarlo a parlarne con gli anziani e a chiedere il loro aiuto (Giac. 5:13-15). Qualora non lo facesse entro un periodo di tempo ragionevole, sarebbe nostro compito informare gli anziani. w12 15/2 3:7, 15

lunedì 30 dicembre 2013

lunedì 30

Questi stessi subiranno la punizione giudiziaria della distruzione eterna dalla presenza del Signore e dalla gloria della sua forza (2 Tess. 1:9)



La Parola di Dio ci spiega che coloro che verranno giudicati "capri" subiranno lo "stroncamento eterno". La nostra predicazione è un'espressione della misericordia di Dio, visto che dà alle persone la possibilità di cambiare e ricevere la "vita eterna" (Matt. 25:32, 41, 46; Rom. 10:13-15). Se non predicassimo, come farebbero le persone a udire il messaggio che può significare vita? Predicare la buona notizia è di beneficio anche per noi (1 Tim. 4:16). Non riscontriamo che parlare di Geova e della speranza del Regno rafforza la nostra fede e il nostro amore per lui? Non ci ha forse aiutato a coltivare qualità cristiane? Quando esprimiamo la nostra devozione a Dio nel ministero, non ci sentiamo più felici? Molti hanno avuto il privilegio di insegnare la verità ad altri e hanno avuto la gioia di vedere queste persone cambiare con l'aiuto dello spirito di Dio. w12 15/3 1:8, 9

domenica 29 dicembre 2013

domenica 29

La mia istruzione gocciolerà come piogge leggere sull'erba (Deut. 32:2)



L'apostolo Paolo raccomanda ai cristiani di non lasciare il coniuge semplicemente perché non è credente (1 Cor. 7:12-16). Ricordare che il coniuge non credente può sempre abbracciare la vera adorazione può aiutare il cristiano a essere felice pur vivendo in una casa divisa. Tuttavia, quando si cerca di far accettare il messaggio della verità al proprio marito o alla propria moglie è necessaria una certa cautela. Una persona che studia la Bibbia magari vorrebbe che i suoi familiari accettassero il messaggio del Regno immediatamente, mentre la loro reazione potrebbe non essere positiva. Se stiamo conducendo uno studio biblico con una persona il cui coniuge non manifesta alcuna intenzione di abbracciare la vera adorazione, perché non le insegniamo ad affrontare determinate questioni con tatto inscenando regolarmente con lei situazioni della vita quotidiana? Qualche goccia di verità biblica, lì dove serve, spesso è meglio di un diluvio di parole. w12 15/2 4:8, 9

sabato 28 dicembre 2013

sabato 28

Certamente diverrete di fra tutti gli altri popoli la mia speciale proprietà, perché l'intera terra appartiene a me. E voi stessi mi diverrete un regno di sacerdoti e una nazione santa (Eso. 19:5, 6)



Il patto che Geova aveva stipulato con Abraamo includeva la seguente promessa: "Per mezzo del tuo seme tutte le nazioni della terra certamente si benediranno" (Gen. 22:18). Il patto della Legge fu un ulteriore passo verso l'adempimento di questa promessa. Sulla base di questo patto, Israele poté diventare 'di fra tutti gli altri popoli la speciale proprietà' di Geova. A quale scopo? Divenire "un regno di sacerdoti" per Geova. Gli israeliti conoscevano sia la figura del re sia quella del sacerdote. Nell'antichità, però, solo Melchisedec aveva ricoperto contemporaneamente entrambi gli incarichi con l'approvazione di Geova (Gen. 14:18). Geova offriva ora alla nazione d'Israele l'opportunità di produrre "un regno di sacerdoti". Come indicato in seguito dagli scritti ispirati, questo significava avere l'opportunità di provvedere un "regal sacerdozio", ovvero re che sarebbero stati anche sacerdoti (1 Piet. 2:9). w12 15/1 5:5-7

venerdì 27 dicembre 2013

venerdì 27

Dema mi ha abbandonato (2 Tim. 4:10)



Per come è concepito il sistema di Satana, rischiamo di farci assorbire completamente da interessi personali e questioni secondarie (1 Piet. 5:8; 1 Giov. 2:15-17). Alcuni che un tempo davano la precedenza al servizio di Geova hanno perso il senso di urgenza. Anche Dema, un cristiano del I secolo che era stato un 'compagno d'opera' di Paolo, si lasciò distrarre dall'empio sistema di cose. Anziché continuare a dare la precedenza alla necessità di rafforzare i fratelli in tempi di difficoltà, Dema abbandonò Paolo (Filem. 23, 24). Se vogliamo mantenere il senso di urgenza dobbiamo combattere la tentazione di goderci maggiormente ciò che la vita ha da offrire. Dobbiamo operare per 'afferrare fermamente la vera vita' (1 Tim. 6:18, 19). Non c'è alcun dubbio che la vita eterna sulla terra sotto il Regno di Dio offrirà infinite opportunità di svolgere attività interessanti. Ma in questo momento, l'opportunità unica e irripetibile che abbiamo è quella di aiutare altri a sopravvivere ad Armaghedon. w12 15/3 2:11, 12

giovedì 26 dicembre 2013

giovedì 26

Per fede Mosè rifiutò di esser chiamato figlio della figlia di Faraone (Ebr. 11:24)



Mosè fu un esempio di fede e coraggio. Lui e Aaronne, suo fratello, si presentarono più volte davanti al dispotico faraone e annunciarono coraggiosamente le dieci piaghe con cui Geova umiliò gli dèi d'Egitto e liberò il suo popolo (Eso., capp. 7-12). Mosè manifestò fede e coraggio perché, come noi oggi, aveva l'incrollabile sostegno di Dio (Deut. 33:27). Anche noi abbiamo bisogno di un coraggio simile a quello mostrato da Mosè, poiché Gesù disse: "Sarete trascinati per causa mia davanti a governatori e re, in testimonianza a loro e alle nazioni. Comunque, quando vi consegneranno, non siate ansiosi di come parlerete o di ciò che dovrete dire; poiché ciò che dovrete dire vi sarà dato in quell'ora; giacché non sarete voi a parlare, ma lo spirito del Padre vostro parlerà mediante voi" (Matt. 10:18-20). Se dovessimo essere interrogati dalle autorità secolari, lo spirito di Geova ci permetterà di dare testimonianza essendo rispettosi e mostrando fede e coraggio (Luca 12:11, 12). w12 15/2 2:5, 6

mercoledì 25 dicembre 2013

mercoledì 25

Qualunque cosa facciate, fatela con tutta l'anima come a Geova, e non agli uomini (Col. 3:23)



Se vi siete dedicati a Geova o sperate di farlo nel prossimo futuro, lo spirito con cui affrontate le attività quotidiane ha la sua importanza. Siamo cristiani 24 ore al giorno e dobbiamo applicare i princìpi scritturali in ogni aspetto della vita. Le attività quotidiane del cristiano non fanno parte del suo sacro servizio. Eppure l'esortazione di Paolo a fare ogni cosa "con tutta l'anima come a Geova" ci fa riflettere su ogni aspetto della nostra vita. Come possiamo applicare queste parole a noi stessi? Ci comportiamo e ci vestiamo sempre con il giusto decoro? Oppure quando siamo impegnati nelle attività di ogni giorno potremmo sentirci in imbarazzo a dire che siamo testimoni di Geova, vuoi per come ci comportiamo, vuoi per come ci vestiamo? Speriamo proprio di no! I servitori di Geova non vorrebbero fare nulla che possa ripercuotersi negativamente sul nome di Dio (Isa. 43:10; 2 Cor. 6:3, 4, 9). w12 15/1 4:4, 5

martedì 24 dicembre 2013

martedì 24

Continuate a chiedere, e vi sarà dato (Luca 11:9)



Le persone potrebbero deridervi perché continuate a predicare la buona notizia del Regno, ma ricordate: "Se siete biasimati per il nome di Cristo, felici voi, perché lo spirito della gloria, sì, lo spirito di Dio, riposa su di voi" (1 Piet. 4:14). Lo spirito santo è il gratuito dono che Dio dà a coloro che lo chiedono con sincerità. Esso non solo può affinare le vostre capacità ma può anche accrescere il desiderio di fare del vostro meglio nel servizio che rendete al vostro Padre celeste. "Dio è colui che, per amore del suo beneplacito, agisce in voi per produrre in voi il volere e l'agire". Il prezioso dono dello spirito santo e i nostri più sinceri sforzi di 'mantenere una salda presa sulla parola della vita' ci permetteranno di 'continuare a operare la nostra salvezza con timore e tremore' (Filip. 2:12, 13, 16). Nutrendo completa fiducia nello spirito di Dio, quindi, assolvete con tutto il cuore qualsiasi incarico vi venga affidato, divenite abili in ciò che vi viene chiesto di fare e chiedete aiuto a Geova (Giac. 1:5). w11 15/12 4:17-19

lunedì 23 dicembre 2013

lunedì 23

Se queste cose esistono in voi e traboccano, vi impediranno di essere inattivi o infruttuosi (2 Piet. 1:8)



I cristiani scelti in numero limitato da Geova per far parte, insieme a Cristo, del governo del Regno celeste sperimentano "una nuova nascita" come figli di Dio generati dallo spirito. Vengono unti con lo spirito santo perché diventino re e sacerdoti con Cristo (Riv. 20:6). Pietro afferma che questa "nuova nascita" dà loro "una speranza viva", che definisce "un'eredità incorruttibile e incontaminata e durevole". Non c'è da stupirsi che gli unti si rallegrino nella loro speranza viva (1 Piet. 1:3-6). La realizzazione di tale speranza, comunque, dipende dalla loro fedeltà. Pietro esortò i cristiani unti a 'fare tutto il possibile per rendere sicura la loro chiamata ed elezione' (2 Piet. 1:10). Gli unti devono impegnarsi per coltivare qualità come fede, santa devozione, affetto fraterno e amore. w12 15/3 3:4, 5

domenica 22 dicembre 2013

domenica 22

Vigilate con me (Matt. 26:38)



Gesù vuole che siamo vigilanti a motivo delle cose che sappiamo e di quelle che non sappiamo. Quando visse come uomo sulla terra, Gesù non conosceva il futuro nei minimi particolari; infatti riconobbe umilmente: "In quanto a quel giorno e a quell'ora nessuno sa, né gli angeli dei cieli né il Figlio, ma solo il Padre" (Matt. 24:36). Allora Gesù, "il Figlio", non sapeva esattamente quando sarebbe venuta la fine di questo mondo malvagio. Che dire di noi oggi? La nostra conoscenza del futuro è limitata? Senza dubbio! Non sappiamo esattamente quando Geova dirà a suo Figlio di porre fine a questo sistema di cose malvagio. Se lo sapessimo non avremmo bisogno di essere vigilanti, ma, come spiegò Gesù, la fine verrà all'improvviso e in modo inaspettato, ed è quindi necessario continuare a essere vigilanti (Matt. 24:43). E, grazie a Gesù, conosciamo molti particolari inerenti al Regno di Dio e a ciò che il Regno realizzerà nel prossimo futuro. w12 15/2 1:3-5

sabato 21 dicembre 2013

sabato 21

La Legge ha un'ombra delle buone cose avvenire (Ebr. 10:1)



Gli antichi ebrei si rendevano senz'altro conto che molti aspetti della Legge mosaica sottolineavano la loro condizione peccaminosa. Per esempio, chi toccava un cadavere doveva sottoporsi alla purificazione. A tal fine veniva uccisa e bruciata una vacca rossa, sana, le cui ceneri venivano conservate per preparare "l'acqua di purificazione" da spruzzare sulla persona il terzo e il settimo giorno da quando era diventata impura (Num. 19:1-13). Inoltre, per ricordare che con la riproduzione si trasmettevano imperfezione e peccato, la donna che partoriva doveva osservare un periodo di impurità, dopo di che doveva offrire un sacrificio per l'espiazione (Lev. 12:1-8). L'offerta di sacrifici animali per espiare i peccati era prevista in molte altre circostanze della vita quotidiana. Che gli israeliti se ne rendessero conto o meno, questi sacrifici, e successivamente i sacrifici offerti presso il tempio di Geova, erano "un'ombra" del sacrificio perfetto di Gesù (Ebr. 10:1-10). w12 15/1 3:4, 5

venerdì 20 dicembre 2013

venerdì 20

Geova tuo Dio è con te dovunque tu vada (Gios. 1:9)



Qualche tempo dopo l'Esodo, gli amalechiti sferrarono un attacco ingiustificato contro il popolo di Dio. Pur essendo assolutamente impreparati a combattere, gli israeliti, che ora erano un popolo libero, dovettero impegnarsi nel loro primo scontro militare (Eso. 13:17; 17:8). Geova ordinò che a comandare le forze che avrebbero sconfitto il nemico fosse Giosuè. Grazie alla completa ubbidienza di Giosuè e al suo profondo apprezzamento per la guida dello spirito santo di Dio, Israele ne uscì vittorioso (Eso. 17:9-13). Giosuè, "pieno dello spirito di sapienza", succedette poi a Mosè (Deut. 34:9). Lo spirito santo non gli diede la capacità di profetizzare o di compiere miracoli come nel caso di Mosè, ma lo mise in condizione di guidare Israele nella campagna militare che portò alla conquista di Canaan. Oggi potremmo pensare di non avere l'esperienza o le doti richieste per svolgere certi compiti connessi al sacro servizio. Ciò nonostante possiamo farcela se, come Giosuè, ci atteniamo strettamente alle istruzioni divine (Gios. 1:7-9). w11 15/12 3:9-11

giovedì 19 dicembre 2013

giovedì 19

Di sicuro ti celebrerò nella grande congregazione (Sal. 35:18)



Il salmista non si trattenne dal lodare Geova mentre era con i suoi compagni di fede. Ogni settimana le adunanze di congregazione, tra cui proprio lo studio Torre di Guardia, ci danno la possibilità di manifestare il nostro zelo ed esprimere la nostra fede con i commenti che facciamo. Faremmo bene a chiederci: "Partecipo attivamente alle adunanze? Mi preparo bene e faccio commenti significativi? In qualità di capofamiglia, aiuto i miei figli a prepararsi dei commenti in anticipo e a esprimersi a parole proprie?" Il salmista Davide mise in relazione l'avere un cuore saldo con il cantare a Geova (Sal. 57:7). I cantici che usiamo alle adunanze ci permettono di 'cantare e innalzare melodie' a Geova con cuore saldo. Facciamo nostra la determinazione del salmista che scrisse: "Certamente canterò a Geova per tutta la mia vita; certamente innalzerò melodie al mio Dio finché sarò" (Sal. 104:33). w12 15/2 3:3, 4

mercoledì 18 dicembre 2013

mercoledì 18

Nessuno che abbia messo mano all'aratro e guardi alle cose che sono dietro è adatto per il regno di Dio (Luca 9:62)



Così rispose Gesù a un uomo che gli aveva chiesto il permesso di salutare la famiglia prima di diventare suo discepolo. Fu forse insensibile o irragionevole rispondendo in questo modo? No, perché sapeva che la richiesta dell'uomo era solo una scusa per sottrarsi alle proprie responsabilità. Gesù disse che procrastinare in questo modo significava 'guardare alle cose che sono dietro'. Fa differenza se chi sta arando guarda indietro per un attimo o se mette giù l'aratro e si gira? In entrambi i casi si distrae e rischia di fare male il suo lavoro. Invece di rivolgere la nostra attenzione al passato, dobbiamo concentrare lo sguardo su ciò che deve ancora venire. Si noti come questo è chiaramente espresso in Proverbi 4:25 (CEI): "I tuoi occhi guardino sempre in avanti e le tue pupille mirino diritto davanti a te". w12 15/3 4:3, 4

martedì 17 dicembre 2013

martedì 17

Cercammo di andare in Macedonia, traendo la conclusione che Dio ci aveva chiamati a dichiarare loro la buona notizia (Atti 16:10)



Forse da qualche tempo pensiamo di intraprendere il servizio di pioniere o di trasferirci dove c'è maggior bisogno. Molto probabilmente Gesù ci guiderà tramite lo spirito di Dio solo dopo che avremo fatto dei passi concreti per raggiungere la nostra meta. Facciamo un esempio: chi guida una macchina può dirigerla a destra o a sinistra, ma solo se l'auto è in movimento. Analogamente, se desideriamo ampliare il nostro ministero Gesù può guidarci, ma solo se siamo in movimento, cioè se ci stiamo impegnando per raggiungere la nostra meta. E se i nostri sforzi non portano subito frutto? Dovremmo arrenderci e pensare che lo spirito di Dio non ci stia guidando? Non dimentichiamo che anche Paolo incontrò degli ostacoli. Eppure continuò a cercare e a bussare finché non gli si aprì una porta. Allo stesso modo, perseverando nel cercare "una grande porta che conduce ad attività" anche noi potremo essere ricompensati (1 Cor. 16:9). w12 15/1 2:4, 8, 9

lunedì 16 dicembre 2013

lunedì 16

Lo so, Signore: l'uomo non è padrone della sua via, chi cammina non è in grado di dirigere i suoi passi (Ger. 10:23, CEI)



Non sarebbe azzardato per chi è inesperto incamminarsi da solo in una regione selvaggia e inesplorata, senza bussola e senza una guida che conosce quei luoghi? Non sapendo come sopravvivere in questo ambiente inospitale e non avendo la competenza per arrivare sano e salvo a destinazione metterebbe a repentaglio la sua vita. Allo stesso modo, chi pensa di riuscire a dirigere i propri passi in questo mondo malvagio senza lasciare che sia Dio a indicargli la retta via corre seri pericoli. L'unica possibilità di riuscire ad attraversare questo sistema di cose è quella di fare a Geova la stessa richiesta che fece Davide: "I miei passi prendano i tuoi sentieri battuti, in cui i passi dei miei piedi certamente non si faranno vacillare" (Sal. 17:5; 23:3). w11 15/12 2:7, 8

domenica 15 dicembre 2013

domenica 15

Predica la parola, datti ad essa con urgenza in tempo favorevole, in tempo difficoltoso, riprendi, rimprovera, esorta, con ogni longanimità e arte di insegnare (2 Tim. 4:2)



L'invito a predicare con urgenza non ha lo scopo di farci sentire schiacciati dalla responsabilità che il nostro ministero comporta. Nondimeno, l'opera di predicazione dovrebbe avere la priorità nella nostra vita. L'esempio degli Studenti Biblici, che prima del 1914 iniziarono a predicare la buona notizia, dimostra cosa significa agire con senso di urgenza. Pur essendo solo poche migliaia, compresero l'urgenza dei tempi e intrapresero con entusiasmo l'opera di predicazione del Regno. Pubblicavano i loro sermoni su centinaia di giornali e presentavano un programma di filmati e diapositive a colori chiamato "Fotodramma della Creazione". Fu così che la buona notizia raggiunse milioni di persone. Se non avessero avuto il senso di urgenza, quanti di noi avrebbero udito il messaggio del Regno? (Sal. 119:60). w12 15/3 2:9, 10

sabato 14 dicembre 2013

sabato 14

Devo dichiarare la buona notizia del regno (Luca 4:43)



Gesù era forse così preso dalla sua opera da sembrare un fanatico o un asceta? Era così impegnato nel ministero da non curarsi dei bisogni pratici delle famiglie? No, Gesù diede un perfetto esempio di equilibrio. Amava la vita e gli piaceva la compagnia degli amici. Le famiglie gli stavano a cuore, mostrò profonda empatia per i loro bisogni e problemi, e manifestò liberamente affetto ai bambini (Mar. 10:13-16). Mentre cerchiamo di essere vigilanti a imitazione di Gesù, non permettiamo che questo mondo ci distolga dall'opera che compiamo. Perfino amici e parenti benintenzionati potrebbero esortarci a rallentare nel ministero o a vivere quella che considerano una vita normale. Se imitiamo Gesù, però, consideriamo il ministero alla stregua del cibo (Giov. 4:34). L'opera che compiamo ci nutre spiritualmente e ci fa provare grande gioia. Comunque non vogliamo mai essere estremisti, considerandoci superiori agli altri o assumendo atteggiamenti da asceta. Seguendo l'esempio di Gesù, vogliamo essere servitori gioiosi ed equilibrati del "felice Dio" (1 Tim. 1:11). w12 15/2 1:11-13

venerdì 13 dicembre 2013

venerdì 13

Lasciate che entrambi crescano insieme fino alla mietitura (Matt. 13:30)



In una parabola, Gesù indicò che a partire dal I secolo ci sarebbe sempre stato qualche vero cristiano unto sulla terra. Paragonò questi cristiani a "grano" che sarebbe cresciuto insieme a "zizzanie". Naturalmente non possiamo sapere con certezza chi fossero, ma possiamo affermare che ci sono sempre state persone che hanno coraggiosamente difeso la Parola di Dio e smascherato gli insegnamenti non scritturali delle chiese. Ad esempio, l'arcivescovo Agobardo di Lione (779-840) si espresse contro il culto delle immagini, le chiese dedicate ai santi nonché le liturgie e le pratiche antiscritturali della Chiesa. Il vescovo Claudio di Torino, suo contemporaneo, respinse la tradizione della Chiesa e si oppose alle preghiere rivolte ai santi e alla venerazione delle reliquie. Nell'XI secolo l'arcidiacono Berengario di Tours subì una scomunica per aver rifiutato la dottrina cattolica della transustanziazione. Sostenne inoltre la superiorità della Bibbia sulla tradizione della Chiesa. w12 15/1 1:14, 15

giovedì 12 dicembre 2013

giovedì 12

La legge di quello spirito che dà vita ti ha reso libero (Rom. 8:2)



Qui la parola "legge" non si riferisce a determinate norme, come quelle della Legge mosaica. Un'opera di consultazione afferma: "Il termine greco reso legge qui si riferisce a un principio interiore, buono o cattivo, che determina l'agire e opera con la regolarità di una legge. Il termine indica anche una norma di vita". La Legge, con i suoi molti comandamenti, condannava i peccatori. Inoltre i sommi sacerdoti di Israele che prestavano servizio sotto la Legge erano imperfetti e non erano in grado di offrire un adeguato sacrificio per il peccato. Perciò la Legge era "debole a causa della carne". Ma "mandando il suo proprio Figlio nella somiglianza della carne peccaminosa" e offrendolo come riscatto Dio sormontò l'"impossibilità da parte della Legge". Conseguentemente i cristiani unti sono considerati giusti sulla base della loro fede nel sacrificio di riscatto di Gesù. Sono esortati a 'non camminare secondo la carne, ma secondo lo spirito' (Rom. 8:3, 4). w11 15/11 2:8, 9

mercoledì 11 dicembre 2013

mercoledì 11

Il suo cuore non fu completo presso Geova (1 Re 11:4)



Siamo disposti a trarre delle lezioni dall'esempio negativo di Salomone? (1 Re 11:1-6). Una sorella potrebbe addurre varie scuse per giustificare un legame sentimentale che non tiene conto del comando di Dio di sposarsi "solo nel Signore" (1 Cor. 7:39). Adducendo scuse simili, qualcuno potrebbe entrare in un giro di attività sportive o d'altro genere organizzate in ambito scolastico ma al di fuori delle ore di lezione, oppure potrebbe non dichiarare l'intero reddito o dire cose non vere quando gli vengono fatte domande su azioni che ha compiuto e che potrebbero essere imbarazzanti. Il punto è che Salomone deve aver usato ragionamenti imperfetti per eludere i comandi di Dio, e noi corriamo lo stesso pericolo. Salomone aveva ignorato le istruzioni divine, eppure non risulta che Geova lo abbia rigettato immediatamente come re o disciplinato in modo energico. La Bibbia afferma perfino che Dio esaudì la richiesta di Salomone di avere sapienza e in più gli diede ricchezze (1 Re 3:10-13). Questo è in armonia col fatto che Dio si rende conto che siamo imperfetti, fatti di polvere (Sal. 103:10, 13, 14). Non dimentichiamo però che le nostre azioni possono avere conseguenze immediate o anche in futuro. w11 15/12 1:10, 14, 15

martedì 10 dicembre 2013

martedì 10

Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra e soggiogatela (Gen. 1:28)



Quel proposito dichiarato fu forse reso vano dalla ribellione nel giardino di Eden? Niente affatto! Geova si adattò immediatamente alla nuova situazione scegliendo un "percorso" alternativo per realizzare il suo proposito. Predisse la comparsa di un "seme" che avrebbe cancellato i danni causati dai ribelli (Gen. 3:15; Ebr. 2:14-17; 1 Giov. 3:8). La capacità di Geova di adattarsi a nuove circostanze mentre porta a compimento il suo proposito è in armonia con la descrizione che in un'occasione egli fece di se stesso. Quando Mosè fece presenti dei possibili ostacoli riguardo al compito che Geova gli aveva affidato, questi lo rassicurò dicendo: "'Io mostrerò d'essere ciò che mostrerò d'essere'. E aggiunse: 'Devi dire questo ai figli d'Israele: "Io mostrerò d'essere mi ha mandato a voi"'" (Eso. 3:14). Geova è in grado di diventare qualunque cosa sia necessaria per realizzare pienamente il suo proposito. w11 15/5 4:6, 7

lunedì 9 dicembre 2013

lunedì 9

Pensate in modo da avere una mente sana (Rom. 12:3)



Parlando di un anziano, un fratello ha detto: "È esigente con se stesso, ma non si aspetta mai la perfezione dagli altri". Si può dire altrettanto di voi? Nei limiti di ciò che è ragionevole, è appropriato aspettarsi qualcosa dagli altri. Per esempio, i figli reagiscono bene quando i genitori pongono dinanzi a loro mete ragionevoli e li aiutano a raggiungerle. In modo analogo gli anziani possono incoraggiare i componenti della congregazione a crescere spiritualmente e dare loro suggerimenti specifici su come farlo. Inoltre, se un anziano ha un concetto equilibrato di sé, avrà un modo di fare cordiale e incoraggiante. Una sorella ha detto: "Non voglio un anziano che la butti sempre sul ridere. Ma se è sempre serio, non è facile avvicinarlo". Gli anziani non vogliono certo soffocare la gioia che tutti i credenti dovrebbero provare nell'adorare Geova, il "felice Dio" (1 Tim. 1:11). w11 15/4 1:10

domenica 8 dicembre 2013

domenica 8

Annunciarono la parola di Geova a lui e a tutti quelli della sua casa (Atti 16:32)



Ovviamente tutti noi vorremmo aiutare i nostri parenti ad accettare la buona notizia (Gios. 2:13; Atti 10:24, 48; 16:31). Se però i nostri tentativi iniziali non vengono accolti positivamente, il nostro entusiasmo potrebbe affievolirsi, e alla fine potremmo pensare che non ci sia molto che possiamo dire o fare per indurli a rivedere le loro posizioni. Nondimeno, qualche circostanza inattesa potrebbe cambiare la vita al nostro parente, o quanto meno il suo atteggiamento. O forse nel frattempo abbiamo affinato la nostra capacità di spiegare gli insegnamenti biblici, per cui ora potremmo ottenere un risultato diverso. Dobbiamo stare attenti a non urtare i sentimenti dei nostri parenti (Rom. 2:4). Non c'è motivo di negare loro la gentilezza e il rispetto che mostriamo a chi incontriamo nell'opera di predicazione. Anziché fare continuamente la predica, diamo loro la possibilità di osservare l'effetto positivo che la verità ha avuto su di noi (Efes. 4:23, 24). Mostriamo come Geova ha arricchito la nostra vita, 'insegnandoci per il nostro beneficio' (Isa. 48:17). Facciamo in modo che i parenti vedano in noi un esempio di vita cristiana. w12 15/3 1:19, 20

sabato 7 dicembre 2013

sabato 7

Dio lo unse con spirito santo e potenza (Atti 10:38)



Con questa unzione Gesù venne nominato Sommo Sacerdote e futuro Re di tutti gli esseri umani che credono in lui (Ebr. 1:8, 9; 5:5, 6). Per coprire completamente il peccato ereditato di coloro che credono in lui, quale sacrificio poteva offrire Gesù in qualità di Sommo Sacerdote? La sua vita umana perfetta, come indicò quando istituì la Commemorazione della sua morte (Ebr. 9:11, 12). Dal battesimo nel 29 fino alla morte, Gesù, il Sommo Sacerdote, si sottopose a prove che gli servirono da addestramento (Ebr. 4:15; 5:7-10). Una volta risuscitato, ascese al cielo e presentò il valore del suo sacrificio a Geova stesso (Ebr. 9:24). Da allora in poi Gesù poté intercedere presso Geova a favore di coloro che esercitano fede nel suo sacrificio e aiutarli a servire Dio con la prospettiva della vita eterna (Ebr. 7:25). Il suo sacrificio servì inoltre a convalidare il nuovo patto (Ebr. 8:6; 9:15). w12 15/1 5:11, 12

venerdì 6 dicembre 2013

venerdì 6

Raab prese i due uomini e li nascose (Gios. 2:4)



Nel corso dei secoli molte donne si sono schierate coraggiosamente dalla parte di Geova. Per esempio, Raab, una prostituta di Gerico, esercitò fede in Dio nascondendo coraggiosamente le due spie mandate da Giosuè e poi dando informazioni fuorvianti agli uomini inviati dal re della città per catturare le spie. Lei e la sua famiglia furono salvate quando gli israeliti conquistarono Gerico (Gios. 2:1-6; 6:22, 23). Il re cananeo Iabin opprimeva gli israeliti da 20 anni quando Dio inviò la profetessa Debora perché incoraggiasse all'azione il giudice Barac. Sconfitto, il capo dell'esercito di Iabin, Sisera, cercò riparo nella tenda di Iael ma, mentre dormiva, lei lo uccise. Proprio come Debora aveva predetto a Barac, "la bellezza" di questa vittoria andò a Iael, una donna. Grazie al coraggio di Debora, Barac e Iael, Israele "non ebbe più disturbo per quarant'anni" (Giud. 4:1-9, 14-22; 5:20, 21, 31). Molti uomini e donne devoti hanno manifestato una fede e un coraggio simili. w12 15/2 2:8, 9

giovedì 5 dicembre 2013

giovedì 5

Non sopporteranno il sano insegnamento (2 Tim. 4:3)



L'apostolo Paolo predisse che dopo la morte degli apostoli la fede cristiana sarebbe stata contaminata da falsi insegnamenti (2 Tess. 2:3, 7). Tra coloro che non avrebbero sopportato "il sano insegnamento" ci sarebbero stati alcuni fratelli che ricoprivano incarichi di responsabilità. Paolo avvertì gli anziani del suo tempo: "Fra voi stessi sorgeranno uomini che diranno cose storte per trarsi dietro i discepoli" (Atti 20:30). Un'opera di consultazione spiega quale fu uno dei motivi principali alla base di questi ragionamenti distorti: "I cristiani che avevano una certa dimestichezza con la filosofia greca cominciarono a sentire il bisogno di esprimere la loro fede nei suoi termini, sia per propria soddisfazione intellettuale che per convertire i pagani istruiti" (The New Encyclopædia Britannica). Un'importante dottrina che fu stravolta in senso pagano fu quella relativa all'identità di Gesù Cristo. La Bibbia lo chiama Figlio di Dio, mentre i fautori della filosofia greca sostenevano che egli fosse Dio. w12 15/1 1:9

mercoledì 4 dicembre 2013

mercoledì 4

È un mezzo di grande guadagno, questa santa devozione con autosufficienza (1 Tim. 6:6)



Questa mentalità è in netto contrasto con quella delle persone del mondo d'oggi. Per esempio, quando i giovani si sposano di solito si aspettano di avere tutto e subito: una casa arredata a puntino, una bella macchina e apparecchi elettronici di nuova generazione. I cristiani, invece, poiché vivono come residenti temporanei, non lasciano che i loro desideri vadano al di là di ciò che è ragionevole e alla loro portata. Anzi, è lodevole che molti di loro rinuncino a certi comfort per dedicare più tempo ed energie al servizio di Geova come zelanti proclamatori del Regno. Altri prestano servizio in qualità di pionieri, ministri viaggianti, missionari o alla Betel. Se siamo contenti di vivere come residenti temporanei in questo mondo possiamo mantenere l'occhio "semplice", o "a fuoco" sul Regno di Dio, mettendo i suoi interessi al primo posto nella nostra vita (Matt. 6:22, nt.). w11 15/11 3:13, 14

martedì 3 dicembre 2013

martedì 3

Tutti quelli che hanno peccato sotto la legge saranno giudicati mediante la legge (Rom. 2:12)



Paolo fa notare che persone delle nazioni o di gruppi etnici che non conoscono il codice di leggi dato a Israele spesso "fanno per natura le cose della legge". Perché costoro di solito condannano incesto, omicidio e furto? Paolo ne spiega la ragione: hanno una coscienza (Rom. 2:14, 15). Tuttavia, come avrete probabilmente notato, avere una coscienza che agisce da "testimone" interiore non significa necessariamente seguirne la guida. Questo è dimostrato dall'esempio dell'antico Israele. Benché gli israeliti avessero sia il dono divino della coscienza sia leggi specifiche emanate da Dio contro il furto e l'adulterio, spesso violavano sia la loro coscienza che la Legge di Geova (Rom. 2:21-23). Erano doppiamente colpevoli e quindi erano senza dubbio peccatori, in quanto venivano meno alle norme e alla volontà di Dio. Questo comprometteva gravemente la loro relazione con il Creatore (Lev. 19:11; 20:10; Rom. 3:20). w11 15/6 1:15, 16

lunedì 2 dicembre 2013

lunedì 2

Le mogli siano sottomesse ai loro mariti (Efes. 5:22)



La moglie esemplare si adopera per il bene della famiglia (Prov. 14:1). A differenza della donna stolta, che non rispetta il principio dell'autorità, la donna saggia ha profondo rispetto per questa disposizione. Lungi dal manifestare lo spirito di disubbidienza e indipendenza tipico del mondo, è sottomessa al marito (Efes. 2:2). La moglie stolta non esita a parlare male del marito, mentre la donna saggia cerca di accrescere il rispetto che i figli e altri hanno per lui. La moglie saggia sta attenta a non minare l'autorità del marito criticandolo o polemizzando con lui. Un'altra questione importante è la gestione del denaro. La donna stolta tende a sperperare il denaro della famiglia, guadagnato con fatica. La brava moglie coopera con il marito nelle questioni finanziarie. Agisce con accortezza e parsimonia. Non pretende che il marito faccia straordinari al lavoro. w11 15/5 1:10, 11

domenica 1 dicembre 2013

domenica 1

Supplica le donne anziane come madri, le giovani come sorelle (1 Tim. 5:1, 2)



Il rispetto che Giobbe aveva per le donne, e in particolar modo per sua moglie, è degno di essere imitato. Giobbe faceva uno sforzo cosciente per evitare di guardare altre donne in modo passionale (Giob. 31:1). Se ci comportiamo con serietà verso i nostri fratelli e le nostre sorelle non flirteremo con loro né faremo alcuna cosa che li farebbe sentire a disagio in nostra presenza. Rispettare la dignità altrui è particolarmente importante quando due persone coltivano una relazione sentimentale con l'intenzione di sposarsi. Un cristiano serio non scherzerebbe mai con i sentimenti altrui (Prov. 12:22). Dobbiamo anche stare attenti a considerare con serietà i ruoli che Dio ci ha assegnato nella famiglia. Il mondo dello spettacolo si diverte a ridurre il capofamiglia a un semplice zimbello a cui si può mancare di rispetto. Le Scritture invece affidano al marito una grande responsabilità, assegnandogli il ruolo di "capo della moglie" (Efes. 5:23; 1 Cor. 11:3). w11 15/4 1:15, 16