venerdì 21 giugno 2013

venerdì 21

Dio si compiace di tali sacrifici (Ebr. 13:16)



Se per l'israelita il sacrificio era un'espressione volontaria della sua sincera gratitudine nei confronti di Geova, la scelta dell'animale da offrire non avrebbe rappresentato un problema. L'offerente sarebbe stato felice di dare a Geova il meglio. Oggi, pur non offrendo i sacrifici letterali contemplati dalla Legge mosaica, i cristiani fanno sacrifici nel senso che usano tempo, energie e risorse per servire Geova. L'apostolo Paolo definì la "pubblica dichiarazione" della speranza cristiana e il "fare il bene" e "condividere con altri" sacrifici graditi a Dio (Ebr. 13:15). Lo spirito con cui i servitori di Geova si impegnano in tali attività rivela quanto sono grati per tutto ciò che Geova ha dato loro. Esiste quindi un parallelo tra l'atteggiamento e i motivi dei cristiani odierni e quelli degli israeliti che nell'antichità offrivano sacrifici volontari. w12 15/1 3:8