lunedì 22 aprile 2013

lunedì 22

Geova stesso udrà quando lo chiamerò (Sal. 4:3)



Davide, che da tempo regna su Israele, deve affrontare una situazione di pericolo. Suo figlio Absalom ha ordito un complotto, facendosi proclamare re, e Davide è stato costretto a lasciare Gerusalemme. È stato anche tradito da un fidato consigliere e ora, accompagnato solo da pochi uomini fedeli, sale a piedi nudi lungo il Monte degli Ulivi, piangendo. Per di più, un uomo di nome Simei, appartenente a una famiglia della casa del re Saul, gli tira sassi e gli getta polvere addosso, maledicendolo (2 Sam. 15:30, 31; 16:5-14). Questa dura prova farà scendere Davide nello Sceol con dolore e umiliazione? No, perché egli confida in Geova. Ciò è evidente dal terzo Salmo, composto da Davide a proposito della sua fuga. Davide scrisse anche il quarto Salmo. Entrambe queste composizioni esprimono la convinzione che Dio ode le preghiere e le esaudisce (Sal. 3:4; 4:3). Questi salmi ci assicurano che Geova è con i suoi fedeli servitori giorno e notte, benedicendoli e dando loro sostegno, pace e un senso di sicurezza (Sal. 3:5; 4:8). w11 15/5 5:1, 2