Custodisci il deposito che ti è affidato (1 Tim. 6:20)
Geova non ha mai preso la vera adorazione alla leggera. Per esempio, sotto la Legge mosaica, quando gli israeliti si allontanavano dall'adorazione di Geova andavano incontro a gravi conseguenze (Gios. 23:12, 13). Nel I secolo E.V., i seguaci di Cristo dovettero ingaggiare una vigorosa lotta per mantenere la vera adorazione libera da insegnamenti e atteggiamenti corrotti (2 Giov. 7-11; Riv. 2:14-16). Oggi i veri cristiani continuano a prendere seriamente l'adorazione che rendono a Geova. Essere seri non significa che non possiamo rilassarci e trascorrere del tempo in piacevole compagnia. Gesù diede un esempio perfetto trovando il tempo non solo per insegnare, ma anche per rilassarsi e stringere rapporti significativi con altri (Luca 5:27-29; Giov. 12:1, 2). Essere seri non significa nemmeno che dovremmo avere sempre un'aria austera. Se Gesù fosse stato una persona severa, eccessivamente seria, di certo gli altri non si sarebbero sentiti attratti da lui. w11 15/4 1:6, 9
Scrittura dell'anno 2013 "Sii coraggioso e forte... Geova tuo Dio è con te". - Giosuè 1:9.
giovedì 7 marzo 2013
mercoledì 6 marzo 2013
mercoledì 6
Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio (Rom. 3:23)
Prima di coltivare la fede che porta alla salvezza l'individuo deve riconoscere di essere peccatore. Questo concetto non dovrebbe essere estraneo a coloro che sono cresciuti credendo in Dio e avendo un minimo di conoscenza della Bibbia (Eccl. 7:20). In alcuni paesi però le persone in generale non crescono con l'idea di essere nate nel peccato, di averlo ereditato. È vero che probabilmente sono consapevoli di commettere errori, di avere caratteristiche negative e forse di aver fatto cose sbagliate. Vedono anche che altri si trovano in una situazione simile. Tuttavia, a motivo dell'ambiente in cui sono cresciute, non comprendono veramente perché sia loro che gli altri sono fatti in questo modo. Anzi, in alcune lingue dire che qualcuno è un peccatore può far pensare che si tratti di un delinquente, o quanto meno di un individuo che ha infranto delle regole. È naturale che chi è cresciuto in un ambiente del genere faccia fatica a considerarsi un peccatore nel senso inteso da Paolo. w11 15/6 1:10, 11
Prima di coltivare la fede che porta alla salvezza l'individuo deve riconoscere di essere peccatore. Questo concetto non dovrebbe essere estraneo a coloro che sono cresciuti credendo in Dio e avendo un minimo di conoscenza della Bibbia (Eccl. 7:20). In alcuni paesi però le persone in generale non crescono con l'idea di essere nate nel peccato, di averlo ereditato. È vero che probabilmente sono consapevoli di commettere errori, di avere caratteristiche negative e forse di aver fatto cose sbagliate. Vedono anche che altri si trovano in una situazione simile. Tuttavia, a motivo dell'ambiente in cui sono cresciute, non comprendono veramente perché sia loro che gli altri sono fatti in questo modo. Anzi, in alcune lingue dire che qualcuno è un peccatore può far pensare che si tratti di un delinquente, o quanto meno di un individuo che ha infranto delle regole. È naturale che chi è cresciuto in un ambiente del genere faccia fatica a considerarsi un peccatore nel senso inteso da Paolo. w11 15/6 1:10, 11
martedì 5 marzo 2013
martedì 5
Conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me (Giov. 10:14)
Al nostro Esempio non sfugge nulla riguardo alle sue pecore (1 Piet. 2:21). E le pecore conoscono bene il pastore e lo seguono con fiducia. Per esercitare l'autorità a imitazione di Cristo, un marito deve imparare a pensare a sé come a un pastore e ai suoi familiari come a pecore affidate alla sua cura. Dovrebbe sforzarsi di conoscerli intimamente. È un obiettivo alla sua portata? Sì, se ha un buon dialogo con tutti i componenti della famiglia, ne ascolta le preoccupazioni, prende l'iniziativa nelle attività che coinvolgono l'intera famiglia, e si sforza coscienziosamente di prendere decisioni sagge per quanto riguarda l'adorazione in famiglia, le adunanze, il servizio di campo, lo svago e i divertimenti. Quando un marito cristiano assolve la propria responsabilità conoscendo bene non solo la Parola di Dio, ma anche quelli che sono affidati alla sua cura, è più probabile che i suoi familiari abbiano fiducia nella sua guida e che egli possa avere la soddisfazione di vederli rimanere uniti nella vera adorazione. w11 15/5 1:4-6
Al nostro Esempio non sfugge nulla riguardo alle sue pecore (1 Piet. 2:21). E le pecore conoscono bene il pastore e lo seguono con fiducia. Per esercitare l'autorità a imitazione di Cristo, un marito deve imparare a pensare a sé come a un pastore e ai suoi familiari come a pecore affidate alla sua cura. Dovrebbe sforzarsi di conoscerli intimamente. È un obiettivo alla sua portata? Sì, se ha un buon dialogo con tutti i componenti della famiglia, ne ascolta le preoccupazioni, prende l'iniziativa nelle attività che coinvolgono l'intera famiglia, e si sforza coscienziosamente di prendere decisioni sagge per quanto riguarda l'adorazione in famiglia, le adunanze, il servizio di campo, lo svago e i divertimenti. Quando un marito cristiano assolve la propria responsabilità conoscendo bene non solo la Parola di Dio, ma anche quelli che sono affidati alla sua cura, è più probabile che i suoi familiari abbiano fiducia nella sua guida e che egli possa avere la soddisfazione di vederli rimanere uniti nella vera adorazione. w11 15/5 1:4-6
lunedì 4 marzo 2013
lunedì 4
Non considero la mia anima per nessun motivo a me cara, se solo posso finire la mia corsa (Atti 20:24)
Paolo era disposto a sacrificare tutto, compresa la vita, pur di portare a termine la corsa cristiana. Per Paolo tutti gli sforzi fatti e il duro lavoro svolto per la buona notizia non sarebbero serviti a nulla se per qualche motivo non fosse arrivato in fondo. D'altra parte non era eccessivamente sicuro di sé, pensando che avrebbe senz'altro vinto (Filip. 3:12, 13). Fu solo verso la fine della sua vita che disse con una certa fiducia: "Ho combattuto l'eccellente combattimento, ho corso la corsa sino alla fine, ho osservato la fede" (2 Tim. 4:7). Oltre a ciò, Paolo desiderava ardentemente che i fratelli non si arrendessero lungo il percorso e arrivassero al traguardo. Ad esempio esortò i cristiani di Filippi a mantenere "una salda presa sulla parola della vita", dopodiché aggiunse: "Affinché io abbia motivo d'esultanza nel giorno di Cristo, di non aver corso invano né faticato invano" (Filip. 2:16). w11 15/9 4:14, 15
Paolo era disposto a sacrificare tutto, compresa la vita, pur di portare a termine la corsa cristiana. Per Paolo tutti gli sforzi fatti e il duro lavoro svolto per la buona notizia non sarebbero serviti a nulla se per qualche motivo non fosse arrivato in fondo. D'altra parte non era eccessivamente sicuro di sé, pensando che avrebbe senz'altro vinto (Filip. 3:12, 13). Fu solo verso la fine della sua vita che disse con una certa fiducia: "Ho combattuto l'eccellente combattimento, ho corso la corsa sino alla fine, ho osservato la fede" (2 Tim. 4:7). Oltre a ciò, Paolo desiderava ardentemente che i fratelli non si arrendessero lungo il percorso e arrivassero al traguardo. Ad esempio esortò i cristiani di Filippi a mantenere "una salda presa sulla parola della vita", dopodiché aggiunse: "Affinché io abbia motivo d'esultanza nel giorno di Cristo, di non aver corso invano né faticato invano" (Filip. 2:16). w11 15/9 4:14, 15
domenica 3 marzo 2013
domenica 3
Confida in Geova con tutto il tuo cuore e non ti appoggiare al tuo proprio intendimento (Prov. 3:5)
Confidare in Geova con tutto il cuore implica che si facciano le cose alla sua maniera, secondo la sua volontà. Per far questo è fondamentale rivolgersi continuamente a lui in preghiera e ricercare sinceramente la sua guida. Tuttavia, per molti appoggiarsi completamente a Geova rappresenta una sfida. Per esempio, una cristiana di nome Lynn ammette: "Imparare a confidare appieno in Geova non è stato affatto facile per me". Come mai? "Il rapporto con mio padre è praticamente inesistente", dice, "e mia madre non si è mai interessata di me né dal punto di vista emotivo né da quello fisico. Perciò ho imparato in fretta a cavarmela da sola". A causa dell'ambiente familiare in cui è cresciuta, Lynn trova difficile fidarsi completamente di qualcuno. Altri, invece, tendono ad avere troppa fiducia in se stessi per via delle loro capacità e dei loro successi personali. Sulla scorta della sua esperienza, un anziano potrebbe iniziare a trattare questioni di congregazione senza prima rivolgersi a Dio in preghiera. w11 15/11 1:3
Confidare in Geova con tutto il cuore implica che si facciano le cose alla sua maniera, secondo la sua volontà. Per far questo è fondamentale rivolgersi continuamente a lui in preghiera e ricercare sinceramente la sua guida. Tuttavia, per molti appoggiarsi completamente a Geova rappresenta una sfida. Per esempio, una cristiana di nome Lynn ammette: "Imparare a confidare appieno in Geova non è stato affatto facile per me". Come mai? "Il rapporto con mio padre è praticamente inesistente", dice, "e mia madre non si è mai interessata di me né dal punto di vista emotivo né da quello fisico. Perciò ho imparato in fretta a cavarmela da sola". A causa dell'ambiente familiare in cui è cresciuta, Lynn trova difficile fidarsi completamente di qualcuno. Altri, invece, tendono ad avere troppa fiducia in se stessi per via delle loro capacità e dei loro successi personali. Sulla scorta della sua esperienza, un anziano potrebbe iniziare a trattare questioni di congregazione senza prima rivolgersi a Dio in preghiera. w11 15/11 1:3
sabato 2 marzo 2013
sabato 2
Lo scettro non si allontanerà da Giuda, né il bastone da comandante di fra i suoi piedi, finché venga Silo (Gen. 49:10)
A partire dal regno del re Davide, che proveniva dalla tribù di Giuda, lo scettro (la sovranità regale) e il bastone da comandante (il comando) appartennero alla tribù di Giuda. "Silo" significa "colui del quale è; colui al quale appartiene". La discendenza regale di Giuda si sarebbe conclusa con "Silo", l'erede permanente, poiché Dio disse a Sedechia, l'ultimo re di Giuda, che il dominio sarebbe stato dato a colui che ne aveva il diritto legale (Ezec. 21:26, 27). Dopo Sedechia, Gesù fu l'unico discendente di Davide al quale fu promesso il potere regale. Prima della nascita di Gesù, l'angelo Gabriele disse a Maria: "Geova Dio gli darà il trono di Davide suo padre, ed egli regnerà sulla casa di Giacobbe per sempre e del suo regno non ci sarà fine" (Luca 1:32, 33). Silo deve quindi essere Gesù Cristo, che fu un discendente di Giuda e di Davide (Matt. 1:1-3, 6; Luca 3:23, 31-34). w11 15/8 1:6
A partire dal regno del re Davide, che proveniva dalla tribù di Giuda, lo scettro (la sovranità regale) e il bastone da comandante (il comando) appartennero alla tribù di Giuda. "Silo" significa "colui del quale è; colui al quale appartiene". La discendenza regale di Giuda si sarebbe conclusa con "Silo", l'erede permanente, poiché Dio disse a Sedechia, l'ultimo re di Giuda, che il dominio sarebbe stato dato a colui che ne aveva il diritto legale (Ezec. 21:26, 27). Dopo Sedechia, Gesù fu l'unico discendente di Davide al quale fu promesso il potere regale. Prima della nascita di Gesù, l'angelo Gabriele disse a Maria: "Geova Dio gli darà il trono di Davide suo padre, ed egli regnerà sulla casa di Giacobbe per sempre e del suo regno non ci sarà fine" (Luca 1:32, 33). Silo deve quindi essere Gesù Cristo, che fu un discendente di Giuda e di Davide (Matt. 1:1-3, 6; Luca 3:23, 31-34). w11 15/8 1:6
venerdì 1 marzo 2013
venerdì 1
Venite, e saliamo al monte di Geova, alla casa dell'Iddio di Giacobbe; ed egli ci istruirà intorno alle sue vie, e noi certamente cammineremo nei suoi sentieri (Isa. 2:3)
Tutti noi siamo senz'altro convinti che possiamo trarre beneficio da ciò che è scritto nella Bibbia. Nelle sue pagine troviamo esempi di uomini e donne fedeli di cui vorremmo imitare le qualità e il modo di vivere (Ebr. 11:32-34). Avrete comunque notato che le Scritture contengono anche esempi ammonitori: uomini e donne di cui vorremmo evitare le azioni e gli atteggiamenti. A dire il vero alcuni personaggi menzionati nella Bibbia si rivelano sia buoni che cattivi esempi. Pensate a Davide, un umile pastore che in seguito divenne un potente re. In lui troviamo un buon esempio di amore per la verità e fiducia in Geova. Tuttavia Davide si macchiò di gravi colpe, come l'adulterio con Betsabea, l'uccisione di Uria e un censimento fatto sconsideratamente. w11 15/12 1:1, 2
Tutti noi siamo senz'altro convinti che possiamo trarre beneficio da ciò che è scritto nella Bibbia. Nelle sue pagine troviamo esempi di uomini e donne fedeli di cui vorremmo imitare le qualità e il modo di vivere (Ebr. 11:32-34). Avrete comunque notato che le Scritture contengono anche esempi ammonitori: uomini e donne di cui vorremmo evitare le azioni e gli atteggiamenti. A dire il vero alcuni personaggi menzionati nella Bibbia si rivelano sia buoni che cattivi esempi. Pensate a Davide, un umile pastore che in seguito divenne un potente re. In lui troviamo un buon esempio di amore per la verità e fiducia in Geova. Tuttavia Davide si macchiò di gravi colpe, come l'adulterio con Betsabea, l'uccisione di Uria e un censimento fatto sconsideratamente. w11 15/12 1:1, 2
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